Basta con le discriminazioni negli Jugendà¤mterin Germania

L’interrogazione dei deputati del PD Garavini, Bucchino, Farina, Fedi, Narducci e Porta:
Basta con le discriminazioni negli Jugendämterin Germania

“È incomprensibile il motivo per cui si deve vietare ai genitori stranieri di parlare la lingua madre negli incontri con i propri figli. Divieti o imposizioni simili rischiano di provocare forti disagi e traumi nei rapporti tra genitori e figli. Purtroppo, questa è la prassi seguita da alcuni Jugendämter in Germania”. Lo denunciano i deputati del PD Garavini, Bucchino, Farina, Fedi, Narducci e Porta in un’interrogazione presentata al Parlamento.

“Agli Jugendämter, gli Uffici per i minori tedeschi, spetta un compito estremamente delicato: proteggere bambini e adolescenti da gravi situazioni familiari. Di solito, i funzionari di tali enti svolgono questo importante incarico con la massima prudenza e responsabilità. Purtroppo, però, ci sono stati casi in cui si sono verificate pratiche di fatto discriminatorie nei confronti di genitori stranieri e queste vanno denunciate”, affermano i parlamentari eletti nella circoscrizione estero.

“Recentemente, molti genitori ci hanno segnalato che sono stati costretti a firmare un accordo che prevede la presenza, durante le visite ai propri figli, di un addetto dell’istituto che può interrompere il colloquio se il genitore parla una lingua diversa dal tedesco. Questo è inaccettabile”, sottolinea Laura Garavini, prima firmataria dell’interrogazione parlamentare.

Nell’interrogazione i deputati PD chiedono al Parlamento che il rapporto genitori-figli, indipendentemente dalla loro nazionalità o lingua, venga rispettato e garantito dalle autorità tedesche, così come è tutelato dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo alla quale ha aderito anche la Germania.

Di seguito il testo dell’Interrogazione a risposta scritta:

“I sottoscritti interrogano il Ministro degli affari esteri, il Ministero della giustizia e il Ministero del lavoro e della previdenza sociale:

premesso che

la tutela e il controllo sui figli di genitori separati in Germania è affidato, a seguito del pronunciamento di un tribunale per gli affari familiari (Familiengericht), a un Ufficio per i minorenni (Jugendamt), che operativamente si avvale della collaborazione di associazioni ausiliarie, il cui personale partecipa attivamente ai contatti tra genitori e figli;

in occasione di diversi incontri, ai genitori è stato fatto firmare preventivamente un accordo che prevede la presenza di un addetto dell’istituto a fianco del bambino dotato del potere di sospendere o di interrompere i contatti se ritiene discrezionalmente che “il bene del bambino sia a rischio”; l’accordo prevede, inoltre, che l’addetto dell’istituto possa interrompere il colloquio se il genitore usa una lingua diversa dal tedesco, anche se si tratti della lingua materna del genitore straniero;

la prassi seguita localmente da alcuni Jugendämter è fonte di disagio e di traumi nei rapporti tra genitori e figli, più volte denunciati in sede nazionale e comunitaria, tanto è vero che, in un documento del 22 dicembre 2008 “sulle presunte misure discriminatorie ed arbitrarie delle autorità preposte alla tutela dei giovani di alcuni Stati membri, in particolare dallo Jugendamt in Germania”, la Commissione per le petizioni del Parlamento europeo attesta di avere ricevuto “numerosissime petizioni e lettere di sostegno in merito a presunte misure discriminatorie ed arbitrarie compiute dalle autorità preposte alla tutela dei giovani in alcuni Stati membri, in particolare dallo Jugendamt in Germania”;

la medesima Commissione, per altro, ha riconosciuto che “si sono verificati numerosi abusi dei diritti genitoriali a causa di discriminazioni basate su criteri etnici, nazionali o linguistici, che sono stati attuati non regolarmente e, a quanto risulta, non sono stati controllati”, aggiungendo che “ciò ha nuociuto agli interessi del minore in quasi tutti i casi esaminati”;

la Commissione per le petizioni ha richiamato gli Stati membri a “favorire una maggiore vigilanza democratica o parlamentare a livello nazionale e regionale sugli enti preposti alla tutela dei minori e offrire quindi ai cittadini la possibilità di cercare soluzioni efficaci più vicine ai loro interessi”;

la Corte europea dei diritti dell’uomo, chiamata in causa per uno dei casi in cui uno Jugendamt era direttamente coinvolto, ha giudicato all’unanimità che si era verificata violazione dell’articolo 8 sul rispetto della vita familiare della Convenzione europea dei diritti dell’uomo;

per sapere

– se non ritengano di fare in modo che lo Stato italiano in sede comunitaria ed internazionale richieda per ogni Stato membro una maggiore coerenza tra le azioni messe in essere da proprie strutture amministrative e gli orientamenti sottoscritti in termini di principio e i vincoli comunitari assunti;

– se non considerino opportuno, per le numerose situazioni nelle quali sono implicati genitori italiani, che i nostri rappresentanti diplomatici facciano presente alle autorità tedesche l’esigenza di garantire ai genitori – a tutti i genitori -, qualunque sia la loro nazionalità e la loro lingua, il diritto al rispetto dei legami familiari e l’impegno a dare in ogni circostanza priorità ad una piena e compiuta affettività dei minori.

GARAVINI LAURA, BUCCHINO GINO, FARINA GIANNI, FEDI MARCO, NARDUCCI FRANCO, PORTA FABIO

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