L’art. 27 comma 3 della Costituzione italiana sancisce il principio secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Ma la realtà, al contrario, stride con quanto enunciato dalla nostra legge fondamentale tanto che il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha descritto recentemente la situazione carceraria del nostro Paese affermando che le carceri italiane sono fuori dalla Costituzione e talvolta dal principio di umanità.
Parole pesanti come un macigno e che stigmatizzano la saturazione del nostro sistema carcerario,gravato da un sovraffollamento che ha toccato quota 60.000 detenuti,17.000 in più della capienza regolamentare.
Per questo motivo il Guardasigilli ha affermato l’intenzione dell’esecutivo di costruire nuovi penitenziari per migliorare le condizioni dei carcerati ed ha ribadito che saranno cambiate le norme per evitare,come è giusto,che i bambini fino a tre anni vivano in cella con le madri detenute, che oggi sono 60.
L’Unione Europea prevede che per ogni detenuto vi siano otto metri cubi di spazio, ma nel nostro Paese nessuna regione è in linea con questa prescrizione comunitaria.
In Italia, in materia di edilizia penitenziaria, si registra, come spesso accade solo da noi, una situazione paradossale: vi sono 40 nuove carceri inutilizzate o sottoutilizzate mentre i vecchi penitenziari scoppiano a causa del sovraffollamento.
La mappa delle prigioni fantasma va da Pinerolo a Reggio Calabria, da Castelnuovo Daunia a San Valentino in Abruzzo: migliaia di celle nuove lasciate marcire o addirittura occupate da barboni e sfrattati, una situazione degna del teatro dell’assurdo.
La popolazione carceraria è passata da 52.992 detenuti ai 60.570 attuali con un incremento di 700 nuovi detenuti al mese; a questo ritmo si supererà nuovamente il livello precedente l’indulto(provvedimento di carattere generale che estingue in tutto o in parte la pena principale cambiandola in un’altra specie di pena, ma che non estingue le pene accessorie).
Una bomba pronta a scoppiare che oltre al danno produrrà anche la beffa. Questo perché alle attuali e precarie condizioni di detenzione(strutture fatiscenti,sovraffollamento e suicidi, 48 nello scorso anno) fa da sfondo uno scenario che rischia di essere motivo di imbarazzo per il competente ministero della Giustizia.
Il ministero ha annunciato la costruzione di 75 nuove carceri: 17.000 nuovi posti entro il 2012. Lo prevede il piano carceri approvato dal Consiglio dei Ministri il 23 gennaio scorso. Nei documenti ufficiali si parla di interventi ampiamente di massima, ma per fare funzionare queste nuove carceri mancano gli agenti di polizia penitenziaria:l’ennesimo paradosso. Infatti gli agenti sono già sotto organico: 5.250 in meno rispetto alle 44.406 unità previste.
Come se non bastasse anche gli stanziamenti per il personale questo anno sono in diminuzione: da 1.276 milioni di euro del 2008 a 1.184 milioni dell’anno appena iniziato(- 7,2%) con il risultato che saranno tagliati tra i 500 e i 1.000 agenti.
A questo punto una domanda sorge spontanea:come pensa il ministero di far funzionare le nuove carceri che intende costruire se si tagliano poi le risorse destinate agli agenti? Altro paradosso.
Come se non bastasse il ministero vuole che le nuove carceri siano ecosostenibili,a energia solare. Ma prima di decidere con quali materiali edificare i nuovi penitenziari, è necessario capire dove trovare i fondi. Gli interventi previsti ammontano a 1,1 miliardi di cui 356 milioni sarebbero coperti,altri 200 sono stati stanziati dal Cipe, mentre 460 sono però da cercare.
A Reggio Calabria si assiste a un altro paradosso: c’è un carcere chiuso,costato 90 milioni di euro e che potrebbe ospitare 300 detenuti.. Questo perché manca la strada per arrivarci, in quanto la via di accesso è un sentiero che passa tra i vigneti.
E intanto il problema del sovraffollamento rimane insoluto.