E l’auto blu va

Cari Italians, nell'Italietta che vacilla e fatica a sbarcare il lunario, sopravvivono sempre e comunque i privilegi di pochi. Questo sospetto si fa certezza passeggiando lungo le vie del turismo della nostra capitale. Da piazza Navona a piazza di Spagna, un'immagine ricorrente si mostra in tutta la sua arroganza: è' l'Italia delle auto blu dei nostri politicanti. Belle, nuovissime, potenti, lucide, costose, rigorosamente straniere, sfrecciano incuranti tra passanti che rischiano di essere investiti mentre osservano la bellezza di Roma al primo sole primaverile. Una, due, tre, tante, troppe per non pensare che il momento particolare di crisi che attraversa il nostro Paese non meriti almeno una riflessione sulla necessità di tagliare realmentea i costi della politica. Chi governa un Paese in difficoltà dovrebbe dare l'esempio, soprattutto quando le statistiche affermano che le famiglie italiane che hanno varcato la soglia di povertà sono aumentate di alcuni punti in percentuale rispetto allo scorso anno. Un prete racconta che la Caritas distribuisce cibo anche a padri di famiglia che da impiegati si sono trovati senza un posto di lavoro e che quindi hanno difficoltà a fare la spese. Un caso limite, ma un segnale di una crisi economica che sta già colpendo la classe borghese medio-bassa. Eppure questo non scalfisce minimamente la nostra classe politica. A ridursi lo stipendio, a utilizzare macchine più popolari, a limitare, insomma, i privilegi acquisiti in tanti decenni non ci pensa nessuno. Questo non rientra nell'agenda del governo, non è previsto da nessun piano del bilancio, da nessun piano economico biennale, triennale o almeno quinquennale. E' questo lo scandalo vero dei nostri giorni. Un'auto blu in meno potrebbe risolvere i problemi economici di almeno 6 famiglie povere italiane per un anno intero. Chissà se Tremonti ci ha mai pensato.

http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-04-01/04.spm

Luca Bertellini, luca.bertellini@katamail.com

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