Festival del Documentario di Thessaloniki – Immagini del 21esimo secolo

di Ninni Radicini
25 marzo 2009

L'undicesima edizione della rassegna ellenica dedicata ai documentari è stata orientata verso produzioni caratterizzate da temi inerenti all'attualità, nello scorrere di conflitti, scompensi ecologici e vicende individuali. Il Thessaloniki Documentary Festival (Tdf), diretto da Dimitris Eipides e organizzato nell'ambito del Festival Internazionale del Cinema di Thessaloniki, è la rassegna cinematografica documentaria più importante dell'area balcanica e nel 2008 ha avuto 40mila spettatori. Quest'anno dagli schermi dei teatri Olympion e Pavlos Zanas, e di altre sedi ospitanti retrospettive e convegni, sono stati proiettati circa 200 documentari, 42 dei quali di produzione greca.

Le sezioni: Sguardi del mondo (tematiche di tipo sociale); Ritratti – Viaggi umani (vicende individuali); Storie da raccontare (situazioni e personaggi); Habitat (questioni relative all'ambiente); Musica; Panorama Greco (selezione delle più recenti produzioni elleniche); Diritti Umani; Documentari Ibridi (per la prima volta in programma; documentari con caratteristiche narrative e tecniche sperimentali).

Tra le pellicole, alcune sono state in anteprima assoluta: Huxley on Huxley (di Mary Ann Braubach, Usa, sez.: Ritratti – Viaggi umani); A Blooming Business (di Ton Van Zantvoort, Paesi Bassi, sez.: Diritti umani); Su Napoli (di Robert Russo, Italia / Usa, sez.: Habitat); Courting Condi (di Sebastian Doggart, Usa, sez.: Documentari Ibridi); Marina of the Zabbaleen (di Engi Wassef, Usa, sez.: Sguardi del mondo).

Per i migliori film di questa edizione è stata prevista una loro rassegna ad Atene dal 26 marzo all'1 aprile. Nel programma due sezioni-tributo su Austria e Messico. In Austria il settore del documentario incide in modo rilevante sulla intera produzione cinematografica. Nel 2008 su 29 film prodotti 13 erano documentari, anche grazie alla Docu Zone Austria, organizzazione degli autori austriaci di documentari, promotrice di collaborazioni internazionali. In Messico il documentario è orientato soprattutto sul lato sociale. Inoltre, una rassegna sul cinema africano, considerata la più ampia finora allestita in Grecia e nei Balcani, al punto da destare anche l'interesse della Cnn, presente per la prima volta a Tessalonica. Fra i tributi agli autori, quello a Stefan Schwietert, regista e produttore tedesco, autore di documentari sulla musica etnica e sul folklore.

Il 18 marzo al Teatro John Cassavetes si è svolta la conferenza con il direttore della fotografia Vilmos Zsigmond. Ungherese, ha iniziato insieme a Laszlo Kovacs, riprendendo le scene della rivolta antisovietica del 1956. Nel '78 ha vinto l'Oscar per la migliore fotografia per Incontri ravvicinati del terzo tipo. Ha parlato delle collaborazioni con alcuni tra i più noti registi (Steven Spielberg, Robert Altman, Michael Cimino, Brian de Palma, Woody Allen) e dei cambiamenti nella cinematografia statunitense a partire dagli anni '60, per lui e per il suo amico e collega Kovacs fase iniziale della carriera.

Sottolineando l'entusiasmo di quella nuova generazione di registi americani e la possibilità di realizzare produzioni indipendenti per sperimentare modalità narrative in linea con l'evoluzione culturale, ha paragonato quel periodo al Neorealismo italiano e della Nouvelle Vague francese, ricordando che fu così fino alla fine degli anni '70, quando era ancora possibile ingaggiare attori celebri per produzioni con budget medio.

“In genere” ha detto Zsigmond “chiedo al regista come intende fare le riprese la sera prima. Comunque ho lavorato con registi che improvvisavano. Ad esempio Robert Altman, con cui ho collaborato in tre film. Durante la lavorazione de I compari (McCabe & Mrs Miller) non abbiamo mai usato un copione scritto per le riprese del giorno dopo”. Tra le altre esperienze significative le partecipazioni al Il cacciatore e I cancelli del cielo, i due film di Michael Cimino che ebbero destini differenti e segnarono in modo indelebile la carriera del regista.

Citando gli studi realizzati da Sven Nykvist, collaboratore di Ingmar Bergman, a proposito della rilevanza della luce nella scena, ha detto che per la sua formazione sono state determinanti le pellicole in bianco e nero e la pittura: “Sono stato molto ispirato da Quarto Potere (Citizen Kane), un film fantastico che ho studiato in continuazione, e sono stato impressionato dall'Amleto di Laurence Olivier. In genere preferisco i film in bianco e nero; a quelli a colori ho lavorato considerandoli come se fossero in bianco e nero. Lo si può notare rimuovendo il colore dallo schermo televisivo. La luce è la componente più importante; l'immagine la ritengo secondaria perché più istintiva. Ho imparato molto da pittori come Rembrandt e Caravaggio, i cui dipinti sono letteratura e di conseguenza simili a scene da film. Il direttore della fotografia è un artista, simile a un pittore: invece di pennelli e colori, usa macchine fotografiche, lenti, Steadicams”. Per l'occasione è stato proiettato il documentario No subtitles necessary: Laszlo and Vilmos, diretto da James Chressanthis, regista con cui Zsigmond ha lavorato in occasione di Le Streghe di Eastwick (1987).

Il giorno dopo, 19 marzo, al Cinema Olympion si è svolta una serata in onore di Photos Lambrinos, a cui è stata dedicata anche una retrospettiva con 11 suoi lavori. Giornalista, docente di cinematografia, autore di 250 documentari per la Televisione pubblica ellenica, Lambrinos, dopo gli studi di cinema a Mosca negli anni '60 ha svolto una intensa attività da storico, che lo ha portato tra il 1970 e il '73 ha realizzare una ricerca in 22 archivi pubblici e privati in Europa e negli Usa, al fine di trovare filmati da cinegiornali riferiti alla Grecia girati tra il 1911 e il 1971. In seguito ha collaborato alla sceneggiatura di O Thiasos (La recita), diretto da Theo Angelopoulos.

Nella sua filmografia in evidenza una serie di documentari sulla fase storica della fine dell'Urss e il film Doxobus (1987), ambientato nell'impero bizantino del XIV secolo. Il regista si è detto sorpreso dal gran numero di persone presenti: “Pensavo di trovarmi da solo qui dentro, o forse con una sola altra persona. Qui fuori ho visto un amico regista gli ho detto scherzando “entra così saremo in due”. Quando sono entrato e ho visto la sala piena di gente mi sono commosso”. Theo Angelopoulos gli ha consegnato la targa onoraria e ha ricordato un episodio: “Ho incontrato Photos nel 1971 a Roma, a una proiezione di mezzanotte. In Grecia c'era una dittatura e tutti i Greci in esilio presenti in quella occasione non erano lì tanto per vedere il film quanto per vedere la Grecia. Piangevano tutti. Dopo il film, Photos e io andammo in una piazza e parlammo della nostra patria, fino al mattino”.

Il Festival del Documentario di Salonicco è stato occasione per la presentazione del portale greece.onlinefilm.org, co-produzione greco-tedesca per la distribuzione di documentari ellenici con i sostegno del programma Media della Ue, realizzata sia a beneficio delle comunità elleniche nel mondo, sia per le Università straniere, sia per il pubblico.

Premio del pubblico Selezione internazionale (film oltre i 45'): Burma Vj – Reporting from a closed country (Burma Vj – Reporter I et lukket land), di Anders Hosbro Ostergaard (Danimarca, 2008)
Premio del pubblico Selezione internazionale (film inferiore a 45'): Flowers of Rwanda (Floresd de Ruanda), di David Munoz (Spagna, 2008)
Premio del pubblico Film greco (oltre i 45'): National garden (Ethnikos kipos), di Apostolos Karakasis (Grecia, 2009)
Premio del pubblico Film greco (inferiore a 45'): The world naked bike ride project in Thessaloniki (Vgikame Apo Ta Rouha Mas), di Elli Zerbini (Grecia, 2008)

Premio Fipresci Selezione Internazionale: Prodigal sons, di Kimberly Reed (Usa/Uk, 2008)
Premio Fipresci Selezione Greca: Bathers (Louomeni), di Eva Stefani (Grecia, 2009)
La Giuria della Federazione Internazionale dei Critici Cinematografici era composta da: Laszlo Kriston, Presidente (Ungheria); Dubravka Lakic (Serbia); Michael Pekler (Austria); Jose Miguel Gaspar (Portogallo); Dimitris Haritos (Grecia).

Premio Amnesty International per il Miglior Film della sezione Diritti Umani: Burma Vj – Reporting from a closed country
Premio Wwf per il Miglior film nella sezione Habitat: Crude, di Joe Berlinger (Usa/Ecuador/Uk, 2009)
Premio Ert “Doc on Air”: Rush for life, regista Kate McNaughton, produttore Tomas Tamosaitis, Takas Films, Uk
Premio Ert3 Miglior film sezione Habitat: Another Planet: Masik Bolygo, di Ferenc Moldovanyi (Ungheria, 2008)

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