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Focus on: Libano. Con un’intervista a Soleiman Mouawad: arte araba in piatto francese…

di Giovanna Sarno

di Giovanna Sarno | In un mondo globalizzato dove parliamo inglese e desideriamo Honk Kong, oggi diamo un’occhiata ai nostri vicini di mare… Intervista ad un fenicio che ci propone l’arte araba in un piatto francese. Incontriamo Mr Soleiman Mouawad, architetto urbanista, che da 3 anni si occupa di diffondere l’arte libanese in Francia e ora in Italia. Direttore dell’associazione Phoenix bird che si ispira all’inarrestabile Fenice, creatura che risorge dalle ceneri -nel caso del Libano, da ceneri di guerra-, Saleiman propone degli incontri culturali allo scopo di far conoscere gli artisti libanesi ovvero pittori, scultori, coreografi, musicisti per ingaggiare un prolifero scambio tra culture territoriali. Parigi ha già accolto con successo l’iniziativa di Saleiman con mostre e incontri organizzati in spazi pubblici, sostenuti dell’Istituto Culturale Libanese e dal Comune di Parigi. Il desiderio di Soleiman ora è di chiudere il cerchio. L’ideale abbraccio del Mediterraneo parte da Beirut, passa per Parigi e vuole fortissimamente arrivare a Roma per poi scendere a Palermo, conquistando, così, un posto nell’orizzonte culturale e commerciale dell’arte contemporanea europea.

G. S.) Perchè il Libano?
S. M.) Perchè tra tutti i paesi arabi è considerato il più liberale e culturalmente più internazionale, dove convivono pacificamente diverse religioni. Il popolo libanese è caratterizzato dalla passione per lo scambio, il commercio, il viaggio ed è aperto nei confronti delle altre culture. Un luogo in cui la stratificazione storica e culturale produce un arte spontanea, instintiva con un gusto che risuona primitivo molto stimolante per il mondo dell’arte contemporanea.

G. S.) Perchè Parigi?
S. M.) Perchè l’artista libanese, al momento, deve superare lo scoglio di una società in ricostruzione, che a causa del suo pensiero cartesiano predilige i fatti concreti alla produzione artistica. Allora ben venga la Francia che per motivi linguistici, storici e la presenza di aiuti statali, diventa un buon rifugio per il giovane artista che vuole vivere di arte.

G. S.) Perchè Roma?
S. M.) Perchè questa splendida città è fonte di infinita ispirazione, più vicina al temperamento mediorientale è aperta allo straniero e curiosa dell’eterogeneo. Roma inoltre ha la forte presenza di enti internazionali, ambasciate, centri di cultura e università straniere, a cui è possibile rivolgersi per trovare un sostegno economico e artisti interessanti con cui confrontarsi. Qui a Roma Soleiman ha già trovato un centro ideale per la sua associazione con sede, non ancora attiva, nel complesso conventuale della chiesa maronita in piazza San Pietro in Vincoli. Palermo è il sogno da realizzare, un salto verso il sud che appare molto promettente, tutto da progettare… Quindi a presto, sorridente Soleiman: aspettiamo con interesse, noi di art a part of cult(ure), l’invito ad uno dei tuoi incontri per assaporare l’arte libanese dierttamente dai suoi artefici.

Gli Artisti del progetto di Salomon sono:

Souraya Baghdadi- Ballerina coreografa di rara bravura è stata iniziata alla danza classica a soli 3 anni; dal 1984 è esiliata a Parigi dove ha trovato la sua dimensione artistica nell’insegnamento di Danis Boi; Boi è il teorizzatore della danza somato spicopedagogica, una sorta di art terapy della danza. La ricerca di Souraya, attraverso l’esperienze professionali e la pratica, si è affinata fino a localizzare nei singoli movimenti l’eco di una esperienza interiore. Per Souraya il corpo è un vettore che attraverso le pose della danza, antica orientale, ci dona la sensibilità del vivere nello spazio con il nostro corpo, e diventa il mezzo per la trasmissione dell’esistenza stessa: un discorso che può essere solo ampliato e prima di tutto vissuto durante lo spettacolo. www.cdo-dansesorientales.com (ma danse).

Marcel Khalife – Musicista libanese nato nel 1950, insignito dallUNESCO del titolo di “artista della pace”. Marcel suona il liuto orientale contribuendo al rinnovamento e alla diffusione di questo antico strumento. Ben conosciuto e invitato ai festival di tutto il mondo, è l’emblema del rinnovamento della canzone araba. Compositore di musiche e liriche, evocatrici di sogni e di lotte, per i testi spesso si avvale di poeti libici. I suoi concerti sono per lo più piacevoli e tenaci assoli.

Hannibal Srouji – Hannibal nasce a Beirut 1957, espatriato in Canada ha studiato e insegnato pittuta all’Università di Montreal. Ha però sempre mantenuto un legame forte con l’Europa ed il Libano dove ha portato, per anni ogni estate, i suoi studenti alla ricerca di nuovi colori ed esperienze pittoriche. Ora vive e lavora nella periferia di Parigi, dove insegna pittura e computer design. La pittura di Hannibal è astratta e raffinata. La superficie pittorica che Hannibal utilizza è la tela tagliata in stisce senza telaio (appox35×150) accostate verticalmente senza una soluzione di continuità. Il mezzo usato è il colore netto e vivido dell’acrilico, steso con rare pennellate gestuali, avvolte aggressive avvolte delicate, rimangono grandi campiture bianche macchite da piccole bruciature sfumate. Le leggere tracce del fuoco sulla tela sembrano cicatrici, curate da aloni di colore, queste, disposte con grazia, creano un tessuto che sembra organico. Il risultato è sapiente: le bande-bende di tela, ogniuna conclusa nella sua singolarità pittorica, raccontano diversi momenti della guerra, irremovibili ricordi cullati, curati ammorbiditi dalla lontananza. Non sono solo le splosioni della battaglia a trasparire, come dice lo stesso artista, ma anche i muri trivellati dai colpi, le macerie delle case e tutte quelle esistenze tranquille ormai perdute per sempre. E’ una dolce riflessione su un dolore atroce, quello che traspare dalle bande-bende di Hannibal. Le sue opere su www.hannibalsourji.com

Bassam Kyrillos – nato a Byblos 1972, vive tra Parigi e Beirut. Ha studiato arte a Parigi e insegna scultura e pittura all’Università dal Libano. Le sue grandi sculture in pietra sono esposte in spazi publici a Oman e a Bahrain in Libano. Bassam è un artista prevalentemente astratto, realizza opere monumentali in pietra, marmo o in metallo creando immagini primordiali, forme in evoluzione non ancora completate. Le grandi maschere sono estrapolate dalla materia seguendo le venature della roccia più che un progetto ben definito. Nei disegni vediamo dei germi di immagini, un segno indefinito, amalgamato in un bel gioco di colori vivi e promettenti. E’ una mano incantata dalla natura quella che guida Bassam. Immagini su youtube: Bassam Kyrillo; e qui: .

Nadim Karam – Già presente alla passata Biennale dell’architettura di Venezia, Nadim è architetto-urbanista, si è laureato a Beirut, ha preso un interessante master a Tokyo e ora insegna e lavora per lo più in libano: realizza, con il suo atelier Hapsitus progetti urbanistici, architettonici e installazioni artistiche in tutto il mondo. Nadim ha formulato un alfabeto formale, che utilizza per le sue installazioni urbane. Si tratta di figure di animali e persone, ritratti in gesti e situazioni esemplari, piene di rimandi esistenziali. Queste figure sono realizzate con un stile semplice tra l’ideogramma e il disegno, di effetto e facile comprensione. Le installazioni cambiano drasticamente a seconda della collocazione per materiale e per le dimensini. Abbiamo dei leggeri fiori di carta di 7 metri per il monastero giapponese; un elefante di 3 metri in metallo per l’elefante di Londra; Spesse pennelate nere per il gesto sovversivo sui cartelli pubblicitari della metro parigina; oppure, grandi figure leggere e luminose per le strade di Beriut collocate come angeli tra edifici semi distrutti dalla guerra. Installazioni piacevoli di gusto arcaico, portavoci di gioia e speranza.

Vi Segnaliamo inoltre la mostra “Speranze e dubbi” curata da Costantino D’Orazio a Torino dal 22 Gennaio. Costantino mette a confronto 7 artisti italiani e 7 libanesi. Ricordiamo tra l’altro la presenza di Akram Zaatari Saida, artista libanese tra gli artisti alla passata Triennale di Torino (50 lune di Saturno). Solo nel 2007 risale la prima presenza dell’arte libanese alla 52esima biennale di Venezia. (Art a part of culture)

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