Narducci al convegno “La previdenza delle nuove Professioni”: un’occasione per riflettere su un sistema previdenziale sostenibile per il futuro

In Italia il riconoscimento delle professioni non regolamentate stenta a decollare e il ritardo che abbiamo accumulato rispetto a molti Paesi europei è di anno in anno più vistoso. “Rispetto ai miei colleghi me ne rendo conto, con dispiacere, dal mio osservatorio di parlamentare eletto all’estero. Eppure – ha sostenuto l’on. Franco Narducci intervenendo al convegno «La previdenza delle nuove professioni» organizzato da CNA e Asso Professioni – non si capisce la ratiodi questo ritardo, considerando che le nuove professioni significano quasi sempre opportunità occupazionali inedite e pertanto un contributo fondamentale alla crescita delle economie regionali e di quella nazionale”. In questo momento particolare che impegna tutti i governi a cercare soluzioni adeguate per contrastare una crisi economica che non sappiamo quando toccherà il fondo della curva discendente, “non possiamo disperdere, causa superficialità e scarsa avvedutezza, le occasioni propizie che ci giungono dal mondo delle nuove attività professionali. Dobbiamo uscire da questo sistema ingessato e assumerci la responsabilità collegiale di mandare avanti le proposte di legge depositate in Parlamento, tirandole fuori dai cassetti e dando loro priorità”, ha proseguito il vice presidente della Commissione affari esteri.

In tal senso Narducci ha assicurato il proprio impegno in Parlamento a CNA e Asso Professioni, sottolineando che già nella passata legislatura aveva presentato una proposta di legge per il riconoscimento delle professioni non regolamentate, una proposta di legge orientata alle positive esperienze riscontrate in altriPaesi europei, e ricordando di essere cofirmatario della proposta di legge dell’on. Laura Froner.

L’on. Narducci si è poi soffermato sul tema centrale del convegno, la Previdenza delle nuove professioni, auspicando un impegno alto di tutte le forze politiche affinché la proposta di legge relativa passi presto all’esame della competente Commissione. “Si tratta, ha sottolineato il parlamentare, di superare le difficoltà attuali e le ingiustizie che evidenzia il sistema odierno, passando ad una gestione a contabilità separata per i professionisti non regolamentati.

Proprio la crisi economica e finanziaria mondiale che stiamo vivendo in questo momento ha mostrato quanto sia prezioso per l’Europa potere contare su uno stato sociale che ci contraddistingue dai Paesi di altri continenti. Uno stato sociale che spesso è stato ed è al centro di tensioni politiche a causa della «manutenzione» di cui necessita in termini di adeguamento allo sviluppo demografico e al debito pubblico. Innegabilmente, tuttavia, un sistema di sicurezza sociale in grado di garantire il minimo esistenziale ai cittadini che vivono del reddito da lavoro. Questo convegno – ha affermato l’on. Narducci concludendo il suo intervento – ci offre la possibilità per riflettere sul sistema previdenziale italiano nel suo complesso e valutare un sistema fondato su tre pilastri, analogo a quelli sperimentati in altri Paesi. Un primo pilastro di previdenza sociale statale, un secondo pilastro obbligatorio fondato sul sistema contributivo e un terzo pilastro di assicurazioni facoltative a carattere previdenziale che preveda incentivi e sgravi a livello fiscale, anche per dare un forte impulso all’economia”.

Roma, 19 marzo 2009

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