PIE, VOTO ALL’ESTERO E IL FUTURO DEL MONDO ITALICO (2)

E se Tremaglia avesse sbagliato il tutto?

Il potenziale mondo italico, il codidetto valore aggiunto tanto professato dagli eletti all’estero e dello stesso pseudo-fautore del voto all’estero*, si puo’incrementare solo con il “voto parificato”.

* vorrei abbattere un mito che oramai ha invaso le nostre menti all’estero. L’ex Ministro Tremaglia non e’ il padre del voto all’estero ma l’autore del voto per corrispondenza e delle ripartizioni estere. Ovvero il padre dei 18 eletti all’estero

Fatto questa premessa, viene spontaneo chiederci se Mirko Tremaglia non avesse sbagliato il tutto quando chiese al parlamento italiano di cambiare la Costituzione per ben due volte? Il voto postale ha favorito solo i cittadini residenti americani e asiatici ma non gli europei. Prima del 2001 data fatitica e da me piu’ volte incriminata, l’articolo 48 sanciva il voto a tutte le lezioni previa ritorno in madre patria, nel paese di residenza con un rimborso spese di viaggio, che andava dal 50% a 75%. Con i vantaggi, soptatutto per noi europei d’avere voce in capitolo non solo a livello nazionale ma anche locale. Negli anni che andavano dal boom economico agli ottanta il cittadino italiano all’estero era piu’ politicizzato e italianizzato di quanto non lo sia adesso. Quel fervore politico, il sentirsi italiano era piu’ forte e spingeva le regioni verso l’associazionismo italiano all’estero. Personalmente avrei ritenuto e stimato Tremaglia se nel 2001 avesse proposto il voto postale a tutte le elezioni senza cambiare gli aticoli 56/57, un male assoluto e qualcuno se ne dovrebbe assumere le responsabilita’. Mirko Tremaglia, Segretario Generale del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo (CTIM), in un suo comunicato rivendica una grande politica per gli Italiani all’estero, avendo cambiato la Costituzione due volte con la nascita della Circoscrizione Estero e con la elezione di 18 parlamentari, 12 Deputati e 6 Senatori. E’ bene ricordarlo afferma e conclude: “Respingiamo i tentativi contro il voto all’estero e diamo nuova forza alla nostra organizzazione alla vigilia del Congresso, Nazionale d’Alleanza Nazionale” A queste sue affermazioni ne seguono il silenzio/consenso degli eletti all’estero. Chiedere le porte ad un dialogo sul voto all’estero da parte di coloro, i quali si ritengono gli unici detendori dei diritti, del mondo italiaco e’ un errore di valutazione e di un confronto democratico.. La proposta da noi lanciata di un voto parificato “accomodante” e’ un’idea che non andrebbe rifiutata a priori. Inviterei sia i 18. sia l’ex-Ministro ad un dialogo costruttivo. La legge sul voto all’estero e’ stata piu’ volte messa in discussione e non solo dal sottoscritto e prima o poi sara’ modificata. Questo e’ un dato di fatto, che si voglia o no.

Viva l”italia una e di tutti

Continua….

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