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Le proposte semplici e giuste

Il Partito Democratico propone un assegno mensile di disoccupazione per fronteggiare la perdita di posti di lavoro conseguente alla crisi economica e la maggioranza respinge la proposta poiché la ritiene “demagogica”. Il PD chiede lo svolgimento del referendum con le elezioni europee e le amministrative – un autentico election day – e la maggioranza respinge l’idea e brucia 460 milioni di euro che potevano essere utilizzati in molti settori strategici. I democratici propongono un aumento dell’IRPEF sui redditi superiori ai 120mila euro e parte una raffica di no dalla maggioranza.

Le proposte semplici sono anche giuste se accompagnate – come in questo caso – da una coerente analisi della situazione, da un’attenta valutazione dei costi e da un impegno ad affrontare i nodi strutturali, oltre che l’emergenza. E le proposte del Partito Democratico andavano proprio in questa direzione.

La semplicità di una proposta – se accompagnata da una visione complessiva di riordino del nostro sistema fiscale – è un elemento di ricchezza, soprattutto in un momento di grave crisi economica, e non può essere definita “semplicemente” demagogica. Lo sarebbe se non fosse accompagnata da un impegno politico serio ad affrontare il nodo strutturale di un’Italia dove, negli anni, sono aumentati i poveri. E dove la ricchezza è parimenti aumentata. Tassare i più ricchi è doveroso nell’emergenza e va proposto “strutturalmente”, insieme alla lotta all’evasione fiscale. L’assegno mensile di disoccupazione risponde a una carenza storico-culturale del nostro Paese che non ha mai previsto coperture per chi non è protetto dagli ammortizzatori sociali tradizionali, come la cassa integrazione. Esisterebbe anche la realtà dei giovani in cerca di prima occupazione. Giovani destinati ieri a un precariato che oggi è in rapida diminuzione e per i quali non esiste alcun tipo di sostegno al reddito. Proposta da inserire in un pacchetto di interventi in questo settore, oltre al reddito minimo garantito per i precari.

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