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Abolire le licenze edilizie? Aumentare le cubature? Demolire e ricostruire

Tutto inizio' nel 1985 con il sindaco comunista di Vittoria (Ragusa, Sicilia) che sostenne e ottenne il primo condono edilizio. Al governo c'era il primo governo Craxi. Si apri' la stura a successivi condoni, visto che i Comuni erano, e sono, incapaci di controllare il loro territorio ed impedire devastazioni ambientali: nel solo 2007 sono state costruite ben 27mila case abusive. La cementificazione, in media di basso livello, ha deturpato l'Italia con una velocita' impressionante. Alcune regioni sono ormai affogate nel cemento. Si pensi alla Calabria, che avrebbe tutte le caratteristiche per sviluppare il turismo ma che i turisti li vede sempre di meno o al litorale romano, con Torvaianica (Pomezia) e Ladispoli che hanno fatto a gara per insediare orribili costruzioni che, al meglio, potrebbero essere utilizzate per esercitazioni di tiro navale (evacuati gli abitanti, s'intende). Dovrebbe, invece, essere preso ad esempio l'Alto Adige, che ha fatto del paesaggio e della qualita' architettonica l'elemento principale del proprio sviluppo turistico e ha il maggior numero di turisti annuali in rapporto alla superficie territoriale. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, vuole abolire le licenze edilizie per consentire aumenti di cubature del 20-30%. Per rilanciare l'economia, dice. Abbiamo qualche dubbio sulla disponibilita' dei proprietari di case a investire soldi per aumentare la superficie delle proprie abitazioni; se cosi' non fosse abbiamo la certezza che l'Italia diverra' una nuova Calabria. Bisognerebbe seguire il percorso inverso: facilitare le demolizioni e le ricostruzioni, secondo criteri di “bellezza e funzionalita'”. D'altronde non siamo il Bel Paese di Dante e Petrarca?

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

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