Site icon archivio di politicamentecorretto.com

LEGGE TREMAGIA “ UN REFERENDUM ABROGATIVO QUI E SUBITO ALL’ESTERO”

Vedo che il concetto di voto a suffragio universale non e’ entrato ancore nel immaginario collettivo dell’italiano all’estero.

Esplicazione della sudetta Legge:

Ricordo che nel 2001 per garantire il voto all’estero si e’ dovuto, e non con tanto facilita’, cambiare la Costituzione ben due volte. L’articolo 48 per introdurre il voto via posta e gli articoli 56/57 elezione a suffragio universale e diretta, per limitare a 18 i parlametari eletti all’estero. Se il legislatore si fosse limitato al solo articolo 48 oggi avremmo avuto non 18 parlamentari ma in linea di massima piu’ di 40, ovvero il numero dei residenti all’estero iscritti all’AIRE per il quoziente intero, ottenuto dividendo il numero degli abitanti di ciascuna circoscrizione, per il numero di abitanti necessari per l’assegnazione di un seggio ( circa 90 mila)

Detto questo, qualsiasi tentativo di apportare riforme, delibere oppure cambiare un solo articolo delle legge Tremaglia dovra’ costituzionalmente percorrere gli stessi canali.

Il cittadino puo’ adottando quella che in altri tempi si chiamava democrazia diretta.

Prima alternativa: (Art. 75)

Referendum abrogativo per abrogare una totale o parziale legge occorrono 500 mila firme o cinque Consigli regionali.

Seconda alternativa: (Art.71)

Anche se l’iniziativa delle leggi appartiene ai governi, il popolo la puo’ esercitare mediante un progetto redatto in articoli correlati da una parte almeno di 50 mila sottoscrizioni.

Terza alternativa (Art.50)

Le petizioni queste rivolte alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessita’. Un articolo a me caro. Tre mie petizioni sono state assegnate alle rispettive commissioni: (1) Prima Commissione Affari Costituzionali: modifica dell’ articolo 48 introduzione del voto via posta ed elettronica per tutti gli italiani. (2) Prima Commissione Affari Costituzionali: Abolizione della Legge Tremaglia e un ritorno al voto attivo/passivo a tutte le elezioni, parlametari, regionali.provinciali e comunali. III Commissione Affari Esteri: Abolizioni dei CGIE e riordino dei COMITES redatta in articoli(5).Per quest’ultime i rispettivi regolamenti per quando riguarda la Camera, l’esame in commissioni puo’ concludersi “ con una risoluzione diretta a interessare il governo alle necessita’ esposte nella petizione, ovvero con una decisione di abbinamento con un eventuale progetto di legge all’ordine del giorno. (cosi l’art.109 del regolamento della Camera)

“Per quanta poca importanza si da alle petizioni di comune necessita’ da parte di tutti, queste servono al legislatore, in primis come monito, in secondo luogo sensibilizzarli ad un compito piu’ etico e consone al dovere civico, per la quale sono stati votati.”

Adesso da italiano all’estero (cosi sostiene il mio passaporto) mi chiedo e vi chiedo “ con la Legge attuale e 18 parlamentari eletti all’estero abbiamo ottenuto degli ottimi risultati o regolamentato la sorte di milioni di italici sparsi per il mondo? La risposta sorge spontanea: un no secco.

Quali sarebbero i vantaggi di un voto equitarato a quello italiano, ovvero il voto a tutte le elezioni?

Al momento cari connazionali pendiamo dalle labbra (un po’ tutti) degli eletti all’estero. La Stampa nazionale e medias non sanno nemmemo che esistiamo. Le regioni, province e paesi ci ignorano. Provate ad immaginare se oltre quattro milioni di cittadini avessero la possibilita’ di votare anche per esempio alle regionali, sarebbero gli stessi assessorati all’immigrazioni a contattarci e non noi ad elemosinare. Quale vantaggio per il Made in Italy, il Pil nazionale salirebbe di qualche punto..Dove sta’ l’imprendoria italiana all’estero? A Londra per fare un esempio manca ancora un iper mercato italiano, sembrerebbe che al ”Mister Made in Italy” non interessano i soldini di quasi 100 mila italiani, mentre il sottoscritto e’ ancora costretto a comprare la scarola dai super mercati turchi. Il cittadino italiano residente in Italia ci ha sempre trattati come cittadini di seconda categoria, divisi in ghetti e appartenenze partitiche, ridimensionando il potenziale, che ogni iniziativa all’insegna di integrazione delle due culture non potrebbe che apportare dei grossi vantaggi per tutto il mondo italico. Occorre inanzi tutto avviare all’estero un alleanza italica, sposando il concetto e ideale che siamo tutti figli della stessa bandiera, e delle stesse radici prima italiani e poi italici, per una Italia una e di tutti.

Carmine Gonnella

Exit mobile version