Come sfrattare il 50% dei parlamentari

Caro Beppe, mi permetto di rivolgermi a lei così perchè abbiamo una cosa in comune: il nome Beppe. Forse ne abbiamo un'altra per la quale mi permetto di inviare una provocazione riferendomi a parte della risposta alla mail (Magazine del 26 febbraio) intitolata “Perché in Italia chi perde le elezioni non….”. “Restano perché noi siamo troppo pigri, distratti o disinteressati per mandare loro lo sfratto”. La provocazione consiste in quanto segue: per mandarli a casa, almeno in parte consistente, basterebbe modificare le due leggi costituzionali che stabiliscono il numero fisso dei deputati e dei senatori. Prima delle elezioni tutti hanno promesso ciò che sapevano non avrebbero mai potuto mantenere: ridurre il numero dei parlamentari: perchè sarebbero gli stessi parlamentari che dovrebbero votare una legge che ne riduce il numero, magari alla metà. Li vede gli assenteisti cronici, i pianisti che si affannano per votare la propria esclusione dal parlamento? Impossibile! Non lo faranno mai, ma gli italiani, come me, potrebbero. Come? Con un referendum che modifichi le leggi in questione passando dal numero fisso di senatori e deputati ad un numero in percentuale della popolazione italiana. Non è difficile, tanto che un italiano “normale” come me (64 anni, una buona carriera professionale, nessuna ambizione di ricoprire ruoli politici) può formulare la proposta operativa in modo correto e completo. Ciò che a me manca, e vengo alla provocazione, è: la notorietà, la disponibilità economica, il supporto mediatico necessario per portare a conoscenza degli italiani del progetto di referendum di modifica delle leggi della Costituzione che stabiliscono il numero fisso ed eccessivo dei parlamentari. Sono certo di un'adesione plebiscitaria nella raccolta delle firme e nella votazione. Sfrattiamo il 50% dei parlamentari?

Giuseppe Guglielmetti, beppe.guglielmetti@alice.it
http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-02-27/11.spm

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