“In ogni Movimento o Partito la parola chiave per ottenere ottimi risultati e’ in primo luogo il diagolo, in secondo il confonto all’insegna della trasparenza”
In questi ultimi anni abbiamo assistito (1) all’annientamento della sinistra storica e radicale, (1) ad un tentativo delle forze reazionarie di ristabilire un ordine nuovo di pseduo-sicurezza e pseudo-etica politica. Vedo ahime’riaffiorire gruppi e gruppettini armati d’odio verso le fascie piu’ deboli. In una breve e semplicistica mia analisi le ragioni principali sono da ricondurre alla mancanza di dialogo e confronto costruttivo nei partiti maggioritari. In un partito che sia esso PD, PdL o PIE, quando viene a mancare il dialogo accompagnato da un confronto salutare e costruttivo, tutto finisce a tarallucci e vino, come nel caso dell’appena conclusosi Congresso del PD. Cosa ha capito l’italiano medio del dopo Congresso? Che in Italia c’e’ chi giura sulla Costituzione e chi la sostiene. Cioe’ un nulla di fatto! Giurare sulla Costituzione e’un atto da ammirare simbolicamente, il fatto non sta nel posare la mano sulla Carta dei diritti e doveri o sostenerla ma d’ossevarla e applicarla. Affermazioni di questo genere al cittadino attento ed osservatore, apparirebbero di una certa rilevanza ma poi’ si chiede: “ adesso pero’ che il comfronto vero e proprio avvenga in parlamento”, poiche’e li che si legifera e non sui mezzi d’informazioni, per racimolare qualche consenso in piu’. Pregherei il neo-segretario Franceschini di portarsi la Costituzione del padre partigiano ogni giorno in parlamento e consultarla su ogni DLL o DL all’ordine del giorno. In politica il compromesso ha sempre due faccia ,da una parte potrebbe favorire la maggioranza di governo dall’altra com’e’ capitato a Rifondazione, la completa decapitazione. E’ risaputo che in ogni Associazione, Partito o Movimento, ci sono divergenze, opinioni correnti e correntine, il sale della democrazia; la chiave sta come ho enfatizzato nel sotto titolo di questo mio ennesimo intervento, nel dialogo e confronto costruttivo all’interno del partito e non scappare come hanno preferito fare alcuni membri del PIE. Se questo principio elementare, venisse applicato anche in parlamento credo che Di Pietro avrebbe vita breve. Un ennesimo scontro Berlusconi / sinistra non farebbe altro che favorire ulteriolmente Di Pietro e l’antipolitica. Tornando all’argomento in questione a me caro, il Progetto PIE, anche andando controcorrente al vecchio detto” i panni sporchi si lavano in famiglia”, vedo con rammarico che a distanza di 4 mesi dal lancio dell’iniziativa manca innanzi tutto da parte dei membri del Comitato Internazionale e dei sostenitori, pochi dialoghi e nessun confronto. All’indifferenza ho sempre preferito il confronto e la trasparenza.
Viva l’Italia una e di tutti.