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C’era una volta il mio camper…

Bisogna piantare molti generali per far crescere più niente, scriveva Gianni Rodari su Il verbo piantare. E’ la prefazione ad un articolo della Rete BioregionaleItaliana quelle aree omogenee che abitano il sistema naturale.. le comunità viventi : “un insieme di relazioni di cui gli umani sono chiamati a vivere e agire come parte della più ampia comunità naturale che ne definisce la vita”.

Belle parole, proviamo a capire perchè bruciare…il perchè di questo avvenuto rogo marginale di Casa Nostra di cui non se ne sa niente. Surplus di roghi forse? La storia vi sembrerà locale e marginale, purtroppo per chi mi legge io spesso parto da questi fatti e quindi…
Lascio il racconto all’amico Stefano Panzarasa dalla Bassa Valle del Tevere che ebbi la fortuna di conoscere il 18 e il 19 ottobre a Capranica, con la sua compagna Mariagrazia, come la magia della musica dei versi di Gianni Rodari che ascoltammo in quei due giorni, al chiuso della Sala Nardini e fuori nella piazzetta del Palazzaccio…con grandi e piccini seduti sui gradini di pietra. Ci preparavamo a nostro modo ad opporci con gioia alla Crisi del sistema che rende inumani. Ridivenire nativi caro Stefano e a tutt* noi invio le note di *Somewhere over the Rainbow Da qualche parte sopra l’arcobaleno*

Doriana Goracci
C’era una volta il mio camper…
Senza parole

Qualcosa però lo voglio raccontare…
Solo ora, da lunedì 26 gennaio quando ho trovato nella piazza di Moricone il mio amato camper ridotto in questo stato, mi è tornata di nuovo voglia di scrivere su Orecchioverde, non avevo voglia di “sporcare” il mio blog con questa brutta storia.
Dall’altra parte della piazza anche la piccola 500 di Mariagrazia è stata oggetto delle stesse attenzioni ma molto più limitate e infatti la mitica macchinina ancora cammina… E allora è stato un atto vandalico, una intimidazione?
Chi segue Orecchioverde, tante amiche e amici, sa di cosa mi occupo e chi frequento ma evidentemente per ora, mentre i Carabinieri stanno indagando, c’è qualcosa che mi sfugge…
Per fortuna ho ricevuto tante manifestazioni di solidarietà che mi hanno tenuto su il morale, i primi giorni è stato duro ma pensavo a come si vive in altri posti molto più “caldi”, Napoli, la Sicilia… la Striscia di Gaza, dove attentati, guerre e distruzioni sono all’ordine del giorno…
Guardate poi bene la prima foto, nell’accaduto c’è un livello simbolico superiore al fatto in sé, il camper era parcheggiato vicino alla biblioteca del paese e alla chiesa… La macchina a sinistra è quella del sacerdote del paese, lei ha assistito all’ultimo “viaggio” del mio camper, avrà dato un’estrema, meccanica, unzione….
La macchina a destra, invece, è stata danneggiata sulla fiancata dal grande calore sprigionatosi durante l’incendio, è di un mio amico che è anche disoccupato, cercherò di fare qualcosa per lui.
Non so come andrà a finire ma nel frattempo mi consolo con il mio lavoro a difesa della natura, con le bambine e i bambini del Parco dei Monti Lucretili e con le mie canzoni eco-pacifiste…
Se qualcuno vuole augurarmi buona fortuna per il futuro, mi farà piacere…
Stefano Panzarasa

“Da qualche parte sopra l’arcobaleno proprio lassù, ci sono i sogni che hai fatto una volta durante la ninna nanna da qualche parte sopra l’arcobaleno volano uccelli blu e i sogni che hai fatto, i sogni diventano davvero realtà un giorno esprimerò un desiderio su una stella cadente mi sveglierò quando le nuvole saranno lontane dietro di me dove i problemi si fondono come gocce di limone lassù in alto, sulle cime dei camini è proprio lì che mi troverai da qualche parte sopra l’arcobaleno volano uccelli blu e i sogni che hai osato fare, oh perchè, perchè non posso io? Beh vedo gli alberi del prato e anche le rose rosse le guarderò mentre fioriscono per me e per te e penso tra me e me “che mondo meraviglioso!” Beh vedo cieli blu e nuvole bianche e la luminosità del giorno mi piace il buio e penso tra me e me “che mondo meraviglioso!” I colori dell’arcobaleno così belli nel cielo sono anche sui visi delle persone che passano vedo degli amici che salutano dicono “come stai?” in realtà stanno dicendo “ti voglio bene” ascolto i pianti dei bambini e li vedo crescere impareranno molto di più di quello che sapremo e penso tra me e me “che mondo meraviglioso!” un giorno esprimerò un desiderio su una stella cadente mi sveglierò quando le nuvole saranno lontane dietro di me dove i problemi si fondono come gocce di limone lassù in alto, sulle cime dei camini è proprio lì che mi troverai da qualche parte sopra l’arcobaleno ci sono i sogni che hai osato fare, oh perchè, perchè non posso io?”
Traduzione italiana in Rete di Somewhere over the Rainbow cantata dal grande Israel Kamakawiwo’ole
Capranica e le sue capre

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