Curiosità  dalla Camera dei Deputati

Il Parlamento italiano legifera su tutto, produce progetti di legge, interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno e mozioni.
I lettori dei giornali più assidui ricorderanno certamente il parziale azzeramento della giunta comunale di Napoli, dovuto a una serie di provvedimenti restrittivi della libertà emessi dalla magistratura inquirente della città partenopea, nell’ambito dell’inchiesta sull’imprenditore Romeo e l’aggiudicazione alle imprese di quest’ultimo degli appalti per la manutenzione stradale della città, a carico di alcuni assessori.
Ebbene recentemente alla Camera dei Deputati parlamentari della PDL e della Lega Nord hanno creato un nuovo atto parlamentare: la sfiducia a un comune tramite una mozione parlamentare: un’ evento mai accaduto prima.
La sfiducia è passata con i voti dei deputati che sostengono l’attuale governo, durante una turbolenta seduta, e nonostante il parere contrario del governo stesso, che ha fatto registrare l’abbandono dell’aula di Montecitorio di democratici e dipietristi e l’astensione dei centristi di Casini.
Il colpo di scena ha scatenato le proteste della diretta interessata il sindaco Rosa Russo Iervolino che ha stigmatizzato l’episodio definendolo un pasticcio istituzionale e come un inammissibile intromissione del Parlamento.
E’ opportuno ricordare ai non addetti ai lavori che la mozione è un atto di indirizzo che non ha alcun valore vincolante; fino ad oggi e salvo futuri colpi di teatro pare che il ministero dell’Interno non voglia trarne spunto per intervenire sull’amministrazione comunale della città.
Ma cosa è scritto nel testo di questo documento?
La mozione chiede al governo di valutare l’opportunità, qualora ne ricorrano i presupposti, di procedere alla rimozione del sindaco di Napoli per gravi motivi di ordine pubblico e di conseguenza giungere allo scioglimento del consiglio comunale.
Si propone inoltre l’invio nel capoluogo campano di una commissione ministeriale di indagine, la revoca dei poteri straordinari concessi al sindaco e si invita infine il governo a riferire presto in aula sulla vicenda.
Ma questa strana storia parlamentare sembra non finire qui. Passa infatti solo qualche ora e i deputati del PD, tra cui molti campani, presentano una contro mozione che sa di vendetta con cui chiedono lo scioglimento del comune di Catania, fino a poco tempo fa guidato dal medico personale del premier Berlusconi il forzista Umberto Scapagnini, a causa dell’abnorme situazione di dissesto finanziario che grava su questo ente locale.
Ma quale è il fine perseguito dai presentatori della mozione anti Iervolino? Di certo, viene centrato l’obiettivo di lanciare la candidatura a sindaco, già ventilata tra le file della PDL, del primo firmatario del documento Amedeo Laboccetta.
E’ bene ricordare infine, che l’art. 5 della Costituzione che sancisce il principio secondo cui la Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali e adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia, verrebbe violato,secondo la Iervolino, dalla presentazione di questa mozione.
Non sarebbe stato più appropriato e semplice far sfiduciare il sindaco dai consiglieri comunali di Napoli unici titolari di questo potere?
Non è una novità il gusto dei legislatori italiani di rendere difficili e complesse questioni normative semplici.

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