C’è chi si dimette in Giappone perchè palesemente ebbro di alcool e chi, in Italia, è sazio di critiche dal suo interno pancia. A me sembra che la schiena degli Italiani per ora la stiano piegando, piuttosto che drizzarla. A me sembra che la guerra continui dove hanno detto che andavamo per altri motivi umanitari, in Afghanistan ad esempio. A me sembra che gli stupri siano un menù noto alle donne, come le violenze di varia natura, a me sembra che il sistema economico aveva dato segni di crack da anni, annunciati da schianti di Torri Messe a Terra. A me sembra che lo spartito che si va proponendo di gran lena, sia lo stesso che mi raccontavano quand’ ero bambina e la guerra era finita da pochi anni. A me sembra che si parli un po’ meno di diete mediterranee, di bisturi miracolosi, e un po’ più di stupri e branchi, di cacce e minacce, di carcere e legge, di armi e soldati, di fughe e vittorie, verdetti e testamenti, migranti- lavoratori e morti, giornate in memoria, anni bui e martiri, piombi fusi e fusioni bancarie, democrazia e croci, case chiuse, finestre chiuse, ronde e rondò, tessere e card.
Un’aria e un refrain come quando si andò a Genova nel 2001, e si tornò sentendosi dire: “non lo sapevi che ti diceva bene se prendevi solo manganellate? Si sapeva che ci scappava il morto. Ma che ce sei annata a fà?”.
E allora copio la lettera al 17 febbraio 2009 di Vittorio Arrigoni da Gaza:
” Mi chiedono dall’Italia con ansia cosa pensano i palestinesi del risultato elettorale in Israele. A loro poco importa, mutano i governi ma continua la tragedia di un popolo costretto a più di sessant’anni di efferata occupazione. A me, italiano, antifascista e di sinistra, certo fa specie constatare che i primi tre partiti israeliani che governano il paese appartengono all’estrema destra, fanatica e fascista. Mi auguro faccia specie anche a voi. Restiamo umani.Vik Vittorio Arrigoni in Gaza“
“Già ma che vò ora questo, se ne stia a Gaza, l’antifascista italiano di sinistra”: proprio come si deve dire ad uno straniero che sputa nel piatto.
A noi “ci fa specie” che non ricordiamo qualche buon motivo per tornare da dove siamo venuti, alle origini, quando si stava meglio quando si stava peggio: “vuoi mettere la Televisione degli anni ‘50, Mamma Rai, Madre Chiesa, Mamma Roma, la Mammana, la Mucca Carolina, La Lupa…?”
Le transmammelle son belle turgide, sia pure a forza di protesi, tonde come i crani di chi si gioca a scopone scientifico i tempi supplementari del nemico , pronte ad allattare e a saziare il famelico piccolo italiano che sarà sicuro di ri-crescere a dismisura: a suon di pedate chi si mette di traverso e non marcia. Ce la faremo! Siam pronti alla morte la piccola Italia chiamò! Da forze di pace a forze armate.
Buon recupero del “miglior” passato, recente come non mai.Viva la Mamma e la Madonna, che rimangono a casa a vedere quel fil di fumo… e Un bel dì vedremo (canta la Callas) quello che abbiamo già visto, sia pure col sole o a notte fonda, asserendo che non ci occupiamo di politica, anzi non ci è mai piaciuta.
Doriana Goracci
Un bel dì, vedremo
levarsi un fil di fumo
sull’estremo confin del mare.
E poi la nave appare.
Poi la nave bianca
entra nel porto,
romba il suo saluto…
Chi sarà? chi sarà?
E come sarà giunto
che dirà? che dirà?…
Tutto questo avverrà,
te lo prometto.
Tienti la tua paura,
io con sicura fede l’aspetto.
Un bel dì vedremo da Madama Butterfly
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