Site icon archivio di politicamentecorretto.com

Proviamoci!

di Giovanni Sarubbi

Quando in un qualsiasi ordinamento sovrabbondano le norme, sovrabbonda anche la violazione sistematica di tali norme. Più rigido è un sistema sociale politico o religioso, più facile è la corruzione. La rigida moralità formale copre l'immoralità diffusa e l'ipocrisia regna sovrana.

E' quello che in questi giorni abbiamo vissuto con il caso Englaro, per un verso, e con la denuncia della Corte dei Conti della diffusa corruzione che caratterizza la nostra vita pubblica soprattutto nel settore della sanità.

La veemenza con la quale il Governo e la sua maggioranza da un lato e gli esponenti della gerarchia cattolica dall'altro si sono schierati contro Peppino Englaro, trova la sua ragion d'essere nel fatto che questo padre ha rifiutato l'ipocrisia diffusa, quella che si pratica quotidianamente nelle sale di rianimazione di tutta Italia, e che gli avrebbe consentito, come ha scritto nel suo libro, di risolvere alla chetichella la questione, in barba a qualsiasi legge o codice deontologico.

Un sistema sociale politico e religioso basato largamente sulla ipocrisia diffusa, non può sopportare persone oneste come Peppino Englaro. Da qui la crociata di questi mesi che ha toccato punte di violenza inaudite da parte di chi si dice “difensore della vita”. E' mancato poco che qualcuno non passasse alle vie di fatto contro Peppino Englaro.

Non ci sarebbe stato alcun caso Englaro e nessun circo politico-mediatico si sarebbe scatenato se non esistesse in Italia una situazione di ipocrisia diffusa a tutti i livelli ed un sistema di potere che su tale impostazione basa la sua autorità, il suo prestigio e soprattutto il suo impero economico.

Si arriva così all'assurdo di una gerarchia cattolica che giunge a negare persino quello che viene insegnato nei propri atenei teologici in tema di morale e che è scritto nero su bianco nello stesso Catechismo (quello del 1992 firmato proprio da Ratzinger). In tutti i manuali di Morale cattolici che ho potuto rileggere in queste settimane si affida, per esempio, ai familiari di decidere sul proseguimento o meno delle terapie per le persone malate non in condizione di farlo da se (quello che ha fatto Peppino Englaro). In tutti i manuali di Morale persino la questione economica relativa ai costi dei trattamenti che non hanno speranza di ottenere alcun risultato viene considerata un motivo valido per i familiari per l'interruzione dei trattamenti (contro Peppino Englaro si è usato, da parte del presidente del consiglio, l'argomento della sua presunta volontà di volersi liberare di un fastidio e del corrispondente costo economico che in 17 anni non deve essere stata cosa da poco).

Si tratta di storie già viste e note, che i lettori dei testi evangelici conoscono bene perché fanno parte integrante della denuncia dell'ipocrisia che gli evangelisti attribuiscono alla predicazione e all'azione concreta di Gesù e che si racchiude nella frase : «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato» (Mc 2,27). In tutti i testi evangelici vengono riportati continui e ripetuti episodi di violazione da parte di Gesù e dei suoi discepoli del principale precetto ebraico, quello del sabato, per il quale era previsto la pena di morte.

I lettori dei testi evangelici sanno bene che tutta la predicazione di Gesù è stata finalizzata a mettere in discussione il potere sacerdotale che aveva trasformato in altrettante catene i 613 precetti contenuti nella Torah, che rendevano la vita impossibile soprattutto ai poveri mentre i ricchi e gaudenti sacerdoti facevano quello che più gli piaceva. E' ampiamente noto il passo evangelico di Matteo la dove si dice: «Gli scribi e i farisei siedono sulla cattedra di Mosè. Fate dunque e osservate tutte le cose che vi diranno, ma non fate secondo le loro opere; perché dicono e non fanno. Infatti, legano dei fardelli pesanti e li mettono sulle spalle della gente; ma loro non li vogliono muovere neppure con un dito.» (Mt 23,2-5) .

Nella Torah i precetti erano 613. L'attuale casta sacerdotale cattolica ne ha inventati ben 2865 (tanti sono gli articoli del Catechismo della Chiesa Cattolica). E poi ci sono i documenti magisteriali, le encicliche, i “motu proprio”, i documenti della Congregazione per la dottrina della fede,… Un sistema apparentemente rigidissimo e che riguarda non solo la vita terrena ma pretende di andare anche oltre. Ma come tutti i sistemi apparentemente rigidi esso viene continuamente violato. In ogni sistema rigido c'è una pletora di avvocati pronti a piegare alle volontà del proprio cliente o alla ragione politica del capo di turno, anche le norme che non potrebbero essere interpretate in modo diverso da quello che è scritto. Oggi come ai tempi di Gesù la casta sacerdotale ha un impero economico da difendere. Allora il Tempio di Gerusalemme era una vera e propria banca piena di tesori immensi. Il Vaticano oggi ne è la versione moderna. Gesù, come è scritto nei Vangeli, lo butterebbe giù in tre giorni. Noi, più modestamente, ci limiteremmo a requisirlo e dare tutte le sue immense ricchezze ai poveri.

Nella vicenda che abbiamo vissuto in queste settimane ci sono anche altri aspetti che andrebbero analizzati come l'idea di “Sacro” e l'idea di “Infallibilità” che caratterizza l'azione delle gerarchie cattoliche. L'amico Peppe Sini pone anche il tema del “non uccidere” che, nella vicenda Englaro, lo ha portato a schierarsi contro la decisione di sospensione dei trattamenti. Sono tutti argomenti molto ampi. Ci ritorneremo con interventi specifici.

In questo momento ci preme sottolineare un aspetto che riteniamo principale, quello della

crisi del sistema politico sociale religioso vigente nel nostro paese ma più in generale a livello planetario. Le reazioni spropositate trovano la loro motivazione anche nella necessità che i gruppi di potere hanno di dare una risposta a questa crisi che gli consenta di continuare a mantenere il loro potere e semmai anche di rafforzarlo, come succede in tutti i momenti di crisi.

Per quanto riguarda la Chiesa Cattolica la situazione di crisi che essa vive è stata delineata molto chiaramente da Hans Kueng nelle interviste e negli interventi che egli ha fatto in queste ultime settimane sia sulla stampa italiana, sia alla TV con l'intervista dell'otto febbraio scorso (vedi la sezione del nostro sito dedicata alla crisi delle chiese).

Il papa è isolato nella curia e nella chiesa; il Papa perde milioni di turisti alle sue udienze domenicali e del mercoledì; i cattolici non seguono affatto i precetti sessuofobici delle gerarchie; la chiesa è piena di scandali sessuali; le parrocchie sono senza preti; si dovrebbero riammettere i preti sposati all'esercizio del loro ministero; bisogna fare qualcosa, abbiamo bisogno di un leader e Benedetto XVI non lo è. Questo in estrema sintesi il quadro della situazione descritto da Hans Kueng che, per chi non lo conoscesse, è ad oggi il più grande teologo vivente.

Per quanto riguarda il governo e le forze politiche e sociali che lo sostengono la situazione è, dal loro punto di vista, altrettanto grave. L'accaparramento di tutte le ricchezze disponibili in poche mani a livello nazionale e a livello internazionale ha prodotto la più grave crisi economica mondiale dal 1929. I cittadini derubati in vario modo dei loro salari e dei loro risparmi non possono consumare alcunchè. Inoltre i titoli spazzatura, inventati dai teorici della finanza creativa teorizzata in Italia dal Ministro Tremonti, hanno reso la crisi ancora più difficile, distrutto imperi economici, mandato sul lastrico milioni di persone nei paesi capitalistici e condannato alla morte per fame milioni di persone nei paesi poveri diventati ancora più poveri. E i responsabili di tutto questo sfascio, che ha anche pesanti risvolti ambientali, stanno ancora li in prima fila a pretendere di dettare legge.

Il caso Englaro è stato così usato sia per depistare l'attenzione dalla grave crisi del sistema sociale-politico-religioso in atto, sia una sorta di prova di forza per saggiare fin dove il sistema di potere politico-religioso può spingersi per imporre le proprie scelte in campo politico-economico e religioso. Così il presidente del consiglio che il 20 dicembre 2008 dichiarava la neutralità del governo rispetto al caso Englaro, agli inizi di febbraio 2009 fa di questo caso una questione fondamentale per il suo governo. Nello stesso tempo nella Chiesa Cattolica si assiste ad una sterzata a destra che giustamente Hans Kueng ha definito ritorno al medioevo, un tentativo disperato di bloccare definitivamente qualsiasi possibilità di proseguire sulla via del Concilio Vaticano II, riammettendo nella chiesa i nemici del Concilio e snaturandone le riforme più incisive.

Si tratta di scelte dettate anche dal delirio di onnipotenza che di solito prende i dittatori nelle crisi epocali che si trovano ad affrontare e che li fa circondare, come ha rilevato Hans Kueng, di “yes man” e che gli fanno perdere il rapporto con la realtà.

La situazione non è quindi irreparabile. C'è ancora speranza per l'umanità se si riesce a mettere in piedi in Italia, e poi nel mondo, un movimento di massa ed una rete di organismi politico-religiosi che sia in grado di analizzare la situazione e organizzare tutte le azioni di contrasto necessarie per impedire che il piano egemonico-dittatoriale, i cui contorni sono chiarissimi, vada in porto, gettando le basi di un mondo che si avvii decisamente sulla via della giustizia e della pace.

Certo non siamo messi molto bene. Occorre andare oltre la ex sinistra arcobaleno che è in stato comatoso, o il PD che lo è altrettanto, o il movimento di Di Pietro che, pur nella sua apprezzabile opposizione, non riesce ancora ne a catalizzare attorno a se tutto ciò che potrebbe coalizzarsi e non riesce a liberarsi del grave handicap di essere un “partito personale”. I pacifisti e i nonviolenti, dal canto loro, sono anch'essi divisi e, pur avendo grandi capacità soggettive, sono sostanzialmente incapaci di avere un qualsiasi peso nelle vicende politiche italiani.

Spetta dunque ai semplici cittadini, ai semplici cristiani, alle loro organizzazioni dal basso, riappropriarsi del proprio Stato e della propria Chiesa facendo piazza pulita di quanti nello Stato e nella Chiesa stanno li solo per difendere il proprio potere e quello della propria classe sociale di riferimento.

Proviamoci!

Giovanni Sarubbi

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Exit mobile version