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Milano: servono scelte impopolari

Sergio Piffari

Siamo in un periodo di crisi spaventoso, mai visto negli ultimi trent'anni. Dobbiamo riflettere come usare il nostro ambiente, come usare il nostro territorio, come usare le nostre risorse e quale scatto di orgoglio dobbiamo fare per ripartire seriamente.

Milano, la Lombardia, sono un motore per l'Europa e per il mondo occidentale. Bisogna tornare a dare l'esempio a tutti, e per farlo bisogna avere molto coraggio. Un esempio per tutti: a Milano ci siamo inventati l'Ecopass, un passaggio burocratico costoso che permette attraverso il pagamento di continuare ad utilizzare il territorio dei milanesi, la loro città, di inquinarla e di avvelenare in propri cittadini.

Cara Moratti, caro sindaco, dai l'esempio all'Occidente. Comincia facendo il grande blocco all'accesso della città, portando una grande mobilità pubblica economica e molto rispettosa dal punto di vista ambientale. Dimezziamo, come Milano città, la produzione di CO2, facciamo dei piani per i prossimi 5 anni, concretamente faremo anche noi la nostra parte per raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto, che sembra una stupidata ma è assolutamente necessario. Noi lombardi, noi della pianura Padana saremo i primi a goderne i benefici. Siamo noi, oggi, quelli che subiscono i danni da queste polveri sottili, da questo inquinamento, da questo surriscaldamento.

Milano deve fare scelte coraggiose, smettere di seguire gli interessi delle lobby, le lobby di chi vende le automobili, le lobby di chi vuole assolutamente costruire e vendere su tutto il territorio. Questi interessi verranno valorizzati se agiamo in modo più intelligente, rispettando quel poco di territorio di abbiamo, valorizzando quel che abbiamo consumato e cominciamo a vivere in modo naturale, e non frenetico, nelle nostre città. Dobbiamo fare la nostra parte. Il 25% di questo inquinamento arriva esclusivamente dalle automobili.

Abbiamo forzato il sistema, abbiamo chiesto a costruttori e imprenditori di uscire dalle città, di edificare a più non posso, cosi che i comuni utilizzavano le risorse, definite in oneri di urbanizzazione o di oneri di costruzione, con il fine di sostenere le loro spese correnti, non più come era stata la programmazione dei cinquanta anni dei dopo guerra per sostenere la crescita organica delle città. Le spese correnti che si sono tradotte spesso in servizi utili e necessari, ma spesso in servizi costosi e inutili. Questo è pericoloso, dobbiamo avere il coraggio di dire basta e riprendere
in mano il nostro territorio, modificandolo si ma in senso intelligente. Ad esempio, un'edilizia che attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie, sostenendo quindi i settori industriali come l'eolico, il solare ed il geotermico, ma rivedere le nostre abitazioni e le nostre città in senso di autogestione delle proprie energie e risorse, non continuando a consumare terra e territorio, perché prima o poi questo va in esaurimento, e in Lombardia siamo oltre al limite naturale. Abbiamo già consumato più di quello che potevamo, e rischiamo di non lasciare niente ai nostri figli.Dobbiamo pensare a riqualificare quello che abbiamo già consumato e a valorizzare quel poco di verde e di territorio che ancora ci rimane.

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