Caro Beppe,
sono stato lo scorso sabato ad ascoltare il tuo intervento a Berlino. Complimenti su come riesci a tenere la platea, in maniera ironica e divertente. Ma passiamo al motivo della missiva. Quando vivi all´estero forse ti senti più legato all´Italia e sei portato ad enfatizzare tutto ciò che è italiano e criticare tutto cio' che di negativo ha l'Italia, o forse dall'esterno semplicemente lo vedi. Vista poi la nostra storia vorresti che le istituzioni facessero sentire di piu' la loro presenza, sia come supporto agli italiani all'estero sia come veicolo pubblicitario per la cultura italiana. Le istituzioni invece sono sempre “assenti ingiustificati”. Per fare un esempio, lo scorso anno si è svolta la fiera del libro a Lipsia, 4 capannoni dedicati a tutti i generi di editoria. Uno era riservato agli ospiti stranieri, da Taiwan all´Ecuador, dalla Turchia alla Francia, dall´Arabia agli USA, alcuni, come la Turchia, con grandi spazi con tanto di sala conferenze e rappresentanti istituzionali, ho pure trovato un piccolo spazio dedicato al Lichtenstein. E l'Italia? Assente. Non so se la colpa è delle istituzioni, dell'Istituto di Cultura Italiana o degli editori, ma non vi è mai traccia dell`'Italia, mai una settimana o una due giorni dedicata alla nostra cultura e storia. Forse siamo convinti, visto il nostro patrimonio culturale, di poter per sempre vivere di rendita? Sempre qui a Berlino ho visto un edificio. Si chiama Casa Italia. Potrebbe essere un buon punto di incontro se non fosse che, dopo il restauro e' stato chiuso. Unica presenza lo ShowRoom della Ferrari. Ps. peccato per la mancata pizza.
Sandro Genchi , sgenchi@alice.it
A me sembra di ricordare che l'anno scorso, a Lipsia,l'Italia ci fosse. Ma forse sbaglio. Berlino? C'è il nostro Istituto di Cultura e – guardando il sito, tornando in città spesso (cinque volte in tre anni, tra Mondiali, libri e incontri – mi sembra si dia da fare). Ma, lo ammetto, sono partigiano: il direttore mi sta simpatico.
