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FUTURISMO Velocità  + Arte + Azione

La mostra intende ripercorrere in ogni suo aspetto l’avventura del Futurismo, dal suo nascere, nel 1909, fino allo scadere degli anni Trenta, quando la spinta d’innovazione e di provocazione che lo avevano innervato sin dall’inizio si esaurirà, nelle arti visive, con le ricerche polimateriche e le ultime prove dell’Aeropittura. Il percorso seguirà così l’arco temporale della vita attiva, di motore di cultura e di agitatore di idee, di F. T. Marinetti, che proprio a Milano trovò la prima, ideale sede per le sue generose utopie e per il suo attivismo di promotore di quell’avanguardia di cui fu l’ispiratore e il custode fino alla sua morte, nel 1944.

Proprio per il profondo radicamento dell’arte futurista nell’humus della cultura visiva lombarda dell’estremo Ottocento, la mostra si apre con una breve ricognizione delle arti a Milano tra la fine dell’Ottocento e lo schiudersi del Novecento, di cui sono prese in esame le diverse anime: il versante divisionista che si ispira al pensiero del socialismo umanitario, con lo sviluppo di quei principi in pittura, nell’opera di Pellizza da Volpedo soprattutto; il versante simbolista, incarnato in pittura da Previati, che per Boccioni fu un maestro venerato, e nella grafica (ma anche in pittura) da personalità come Romolo Romani e Alberto Martini, che collaborarono entrambi con F. T. Marinetti illustrando la sua rivista letteraria “Poesia”; la precoce esperienza di Medardo Rosso (sempre citato dai Futuristi come modello ineludibile); e infine il versante segnato dall’attenzione alla pittura di segno fotografico, ambito questo di cui Balla soprattutto fu un grande interprete. Tutte le opere sono selezionate in funzione della loro stretta contiguità stilistica o tematica con le successive espressioni futuriste.

L’attenzione si focalizza poi lungamente sul Dinamismo plastico (con opere di Boccioni, Balla, Russolo, Carrà, Severini, Bonzagni, Romani, Sironi, Soffici, Funi, Dudreville, Dottori…), stagione che occupa, seppure con significative varianze tra autore e autore e tra periodo e periodo, gli interi anni Dieci: il nucleo fondante di questa sezione è costituito dalle straordinarie collezioni della Civiche Raccolte, formate dal nucleo della donazione Canavese (giunta ai musei milanesi proprio grazie alla mediazione di F. T. Marinetti), dalla collezione Jucker e dalla collezione Grassi. La mostra intende infatti essere anche un omaggio alla ricchezza di queste raccolte, non solo in larga misura mortificate per decenni in sedi inadeguate ma in gran parte non visibili da tempo e per almeno due anni ancora, sino a che non si inaugurerà il Museo del Novecento all’Arengario.
Insieme a quelle delle raccolte milanesi saranno esposte numerose opere prestate da musei e collezioni italiane e straniere, al fine di ricomporre l’immagine multiforme del futurismo in questi anni. La grande sezione (circa ottanta opere) si articolerà dunque in alcune sottosezioni: il futurismo post-divisionista; il futurismo in relazione dialettica con il cubismo; i Dinamismi del corpo umano di Boccioni; il futurismo astratto di Balla, per finire con le giovani leve (Depero e Prampolini, nati negli anni Novanta dell’Ottocento), che in quegli anni esordivano.

La sezione successiva prenderà in esame, attraverso una trentina di opere, la declinazione del Futurismo negli anni Venti, ispirato al culto e alle forme della “macchina” (Balla, Depero, Prampolini, Pannaggi, Paladini, Fillia, Diulgheroff, Benedetta), secondo una direttrice che sfocia, nel decennio successivo, nell’Aeropittura, in quanto nuova percezione dello spazio e in quanto celebrazione dell’aereo, la “macchina” per eccellenza della modernità (Dottori, Benedetta, Tato, Crali, Di Bosso…). Insieme, verranno illustrati il visionario capitolo dell’Idealismo cosmico (Prampolini, Fillia, Farfa, Mino Rosso) e il Polimaterismo (F. T. Marinetti, Zatkova, Prampolini, Regina, Di Bosso), premessa di tante ricerche del secondo dopoguerra (anche per Aeropittura-Idealismo cosmico e Polimaterismo ci saranno circa 30 opere).

Di qui in poi vanno in scena, per accenni sintetici ma sempre molto selezionati per la qualità e l’incisività dei pezzi, tutte le declinazioni del Futurismo che, unica avanguardia nell’intera Europa, volle disseminare i suoi principi in ogni ambito del creare e del vivere: il Paroliberismo, la Scena teatrale, l’Arte grafica, la Moda, la Fotografia, l’Architettura e la Musica.
Infine, l’ultima sezione, intitolata “Dopo il futurismo”, presenterà opere di Fontana, Burri, Schifano, Dorazio, Miccini, Pignotti, ecc. documentando tanto l’azzeramento dell’arte operato dalla nuova generazione del dopoguerra quanto l’omaggio ideale che i giovani artisti hanno allora reso al movimento futurista.

Data Inizio: 05/02/2009
Data Fine: 05/06/2009
Prenotazione: Facoltativa
Città: Milano
Luogo: Palazzo Reale
Provincia: Milano
Regione: Lombardia

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