AD OGNUNO LE SUE RESPONSABILITA !

IMPOSTA COMUNALE SUGLI IMMOBILI (I.C.I.)

Frequentando il mondo dell’associazionismo italiano, e non solo in Svizzera, ma anche leggendo nelle agenzie e sulla stampa, così detta d’emigrazione, da parte di molte persone residenti soprattutto in Europa viene manifestata la sorpresa e lo sconcerto per la mancata promessa di Silvio Berlusconi che, mentre in campagna elettorale dichiarava che avrebbe tolto l’ICI (Imposta comunale sugli immobili) sulla prima casa, una volta al governo, l’ha invece tolta solo ai residenti in Italia, discriminando gli emigrati italiani che hanno investito i loro risparmi comprando un appartamento o una casa in Italia per utilizzarla durante i loro frequenti soggiorni ed in previsione di un rimpatrio. Non pochi di coloro che protestano se la prendono soprattutto con chi “a Roma” dovrebbe rappresentare gli interessi degli emigrati e cioè con gli eletti nel CGIE (quindi anche con il sottoscritto, ovviamente) ed i diciotto parlamentari della Circoscrizione Estero. Ebbene, innanzitutto è doveroso ricordare che il CGIE ha unicamente il potere di esprimere dei pareri mentre il potere legislativo è demandato esclusivamente al Parlamento. Come pure va anche ricordato che tra i diciotto parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero solo quelli dell’opposizione si sono battuti più tenacemente contro questa (ICI) ed altre leggi di questo governo che hanno discriminato gli italiani all’estero. Chiarite quindi, ancora una volta, le responsabilità di ciascuno e tutto ciò premesso, a titolo informativo, ecco qui di seguito il documento che il CGIE ha discusso ed approvato, proprio a proposito dell’Imposta comunale sugli immobili, nella sua ultima seduta dello scorso anno (7 dicembre 2008) a dimostrazione che il Consiglio generale degli italiani all’estero ha fatto tutto quanto era in suo potere per difendere, anche in questo campo, gli interessi degli emigrati: “””Premesso che l’Imposta comunale sugli immobili (I,C,I,) è stata istituita con il Decreto Legge n. 504 del 30 dicembre 1992 e che lo stesso decreto aveva previsto una detrazione di lit. 200'000 (oggi euro 103,29) sulla così detta “Prima casa”, ovvero l’abitazione principale, intendendosi come tale anche l’immobile posseduto in Italia e tenuta a propria disposizione dai cittadini italiani residenti all’estero, iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.).
Ciò significando che, ai fini dei benefici sulla prima casa, la norma istitutiva dell’ICI del 1992 aveva parificato i cittadini residenti stabilmente in Italia a quelli iscritti all’AIRE. Ricordando ancora che per agevolare i proprietari dell’abitazione principale la legge finanziaria del 2008, cioè del corrente anno, aveva previsto una ulteriore detrazione dell’1,33 per mille della base imponibile sino ad un massimo di euro 200,00 della quale potevano beneficiare anche gli iscritti all’AIRE.
Tutto ciò premesso, l’attuale governo, con il Decreto Legge n. 93 del 27 maggio 2008, attuando quanto promesso in campagna elettorale, ha esentato totalmente dall’Imposta comunale sugli immobili (ICI) dal primo gennaio 2008 l’abitazione principale escludendo, tuttavia, le unità immobiliari classificate come abitazioni signorili, le ville ed i castelli. Lo stesso decreto n. 93 ha poi abrogato la detrazione dell’1,33 per mille prevista dalla Legge Finanziaria 2008. Purtroppo questo decreto dell’ICI del governo Berlusconi ha escluso dai suoi benefici le unità immobiliari possedute in Italia e tenute a propria disposizione dagli iscritti all’AIRE che, peraltro, potranno continuare a godere dei benefici previsti in origine dalla legge del 1992. Una esclusione, quindi, quella dell’esenzione dal pagamento dell’ICI per l’abitazione in Italia degli iscritti all’AIRE che discrimina gli italiani all’estero e che, oltretutto, li obbliga ancora a sopportare disagi notevoli per i soli adempimenti burocratici legati al pagamento dell’imposta, risiedendo all’estero.
Senza dimenticare che la fiscalità sull’abitazione in Italia ed oneri connessi, quali la Tassa sui rifiuti solidi urbani (TARSU) e gli allacciamenti della corrente elettrica, del gas e dell’acqua, stanno diventando sempre più insostenibili per gli emigrati e gli italiani all’estero, tanto da portarli a disfarsi delle loro proprietà in Italia. Quando questo avviene vi è indubbiamente un impoverimento del territorio di origine ed un distacco dall’Italia di interi nuclei familiari non possedendovi più un’abitazione. Credo, pertanto, che anche a questo riguardo il governo ed il parlamento italiani dovrebbero rivedere quanto deciso ed escludere dall’ICI anche l’abitazione in Italia degli iscritti all’AIRE.”””.

Dino Nardi, Coordinato europeo UIM e Consigliere CGIE.

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