…”Solo con molta benevolenza quella ebraica può essere definita una religione.
Difatti, manca di un elemento essenziale: non ha un messaggio di salvezza.
Non ha nemmeno una concezione dell'aldilà.
Tutto ciò che vuole e promette è la conquista fisica, militare, di un pezzo di terra che sarebbe stato loro promessso da Dio, la Palestina.
Una conquista e una promessa tutta chiusa nell'aldiquà, vorrei fosse chiaro.
La preghiera tipica degli ebrei è: «L'anno prossimo a Gerusalemme».
Ovviamente, questa promessa di una Gerusalemme può essere interpretata in modo spirituale, simbolico, dove Gerusalemme è il paradiso.
Gesù la interpretò così.
Ma fu rigettato appunto perché diceva «il mio regno non è di questo mondo».
La religione ebraica si occupa solo di questo mondo”… (Maurizio Blondet)
Canzano Gli ebrei nella storia dell'Occidente sono sempre stati presenti a livello economico, ma solo dopo Marx hanno iniziato ad influenzare con le loro tesi tutto il pensiero occidentale, tesi che, hanno elaborato per i non ebrei, mentre loro come ebrei non si sono mai allontanati dai loro originari insegnamenti.
Blondet Prima precisazione: non l'economia, ma l'usura è stata l'attività degli ebrei prima dell'emancipazione generale.
Un'attività anti-economica e distruttiva.
Una usura così spietata, che in Europa per salvare i poveri, i francescani organizzarono sistemi alternativi e più caritatevoli di prestito, come i Monti di Pietà e i Monti dei Pascoli (paschi), a cui il contadino poteva conferire il grano in erba, non ancora maturo, senza essere strozzato.
L'usura spietata, insieme al commercio della vodka, era ancora la prima attività ebraica nel mondo russo e polacco ancora al principio dell'800.
Gavriv Derzavin, il maggior poeta russo prima di Puskin e funzionario zarista (fu ministro sotto Alessandro II), inviato nel 1796 a capire perché fosse scoppiata una carestia in Bielorussia (fertilissima «terra nera», dove la fame era stata sempre sconosciuta), documenta che i responsabili erano gli ebrei.
«Ingannano gli ubriachi, li spogliano dalla testa ai piedi, li gettano in completa indigenza».
Fanno in modo che i contadini, indebitati presso di loro, «acquistino tutto ciò di cui i contadini hanno bisogno presso di loro, a prezzi tre volte più cari, e non vendano la loro produzione agricola se non a loro, a prezzi inferiori a quelli reali».
Seconda precisazione: l'influsso degli ebrei sul pensiero occidentale non comincia con Marx, bensì dalla «emancipazione» decretata dalla Rivoluzione Francese nel 1791, quando Robespierre decretò il Terrore e insieme la piena cittadinanza degli ebrei, con pieni diritti.
Terza precisazione: l'influsso sulla cultura occidentale è stato, per così dire, corrosivo, volto a valorizzare ogni trasgressione dalle tradizioni europee.
Ma non è esatto dire che gli ebrei non si sono mai allontanati dagli originari insegnamenti.
Ai tempi di Cristo, quella ebraica era una religione «del Tempio», basata sul culto esclusivo del tempio di Gerusalemme.
Distrutto questo da Tito, la religione divenne un culto del «Libro», teoricamente della Torah, ma in pratica del Talmud – ossia delle sentenze dei rabbini, che proprio allora cominciarono ad essere raccolte.
Dunque l'ebraismo del secondo secolo dopo Cristo non era più quello che aveva conosciuto Cristo; ci fu una religione nuova, che essenzialmente rigettava la precedente attesa del Messia, visto che il Messianesimo aveva «prodotto» Gesù, che non vollero riconosce re come l'atteso.
In questo senso, è sbagliato chiamare «fratelli maggiori» gli ebrei: sono i nostri fratelli minori, una religione post-cristiana anche se anti-cristiana.
Canzano L'illuminismo ebraico, al contrario dell'illuminismo della cultura occidentale non ha aperto gli ebrei verso una realtà e un mondo senza Dio?
Blondet L'illuminismo ebraico non nacque spontaneamente all'interno dell'ebraismo, chiuso da secoli nel suo ghetto spirituale.
Fu «forzato» dai governi europei, essenzialmente allo scopo di integrare gli ebrei nella vita nazionale allora nascente.
Giusto 200 anni fa, nel marzo 1807, Napoleone convocò un «Gran sinedrio» dei maggiorenti giudaici per sapere da loro cosa, nelle leggi e nelle norme religiose ebraiche, si opponesse a una completa integrazione nella civiltà europea e laica.
Tra le domande poste dall'imperatore: «Un giudeo ha il permesso di sposare una cristiana?»; «Ora che i giudei sono cittadini francesi, considerano la Francia la loro patria? Si sentono tenuti a difenderla?».
I maggiorenti risposero, mentendo, sì a questo genere di domande.
Oggi gli intellettuali ebrei considerano questo atto di Napoleone, una offesa al popolo ebraico.
E' un'offesa chiedere agli ebrei di essere leali al Paese di cui sono cittadini; mentre questa domanda viene posta, senza riguardi, ai musulmani.
In Russia, l'emancipazione fu forzata dagli zar per gli stessi motivi: integrare gli ebrei.
Ma incontrò la sorda, tenace resistenza di tutta la comunità.
Ilya Frank, uno dei pochi ebrei illuministi, denunciava in questo l'azione oscurantista e oppressiva dei rabbini.
Essi, diceva Frank, hanno introdotto «regolamentazioni molto rigide allo scopo di isolare gli ebrei dagli altri popoli, e ispirato agli ebrei una profonda avversione per le altre confessioni».
Anziché «coltivare la virtù della convivialità», i rabbini hanno «innalzato e consolidato un muro per così dire indistruttibile, il quale, circondandoli di tenebre, li separa da tutti coloro fra cui coabitano».
Nel 1793 c'erano in Russia almeno un milione di ebrei: essi indebitavano i contadini come abbiamo visto, ma non parlavano il russo, bensì yiddish.
Leggere libri russi era vietato.
Il già citato Derzavin raccomandava, nel suo rapporto, di «cancellare il loro odio verso i popoli eterodossi, e annientare le loro dissimulate velleità di impadronirsi delle cose altrui»: non era polemica, era quello che aveva visto coi suoi occhi in Bielorussia.
E' sbagliato dire che l'illuminismo, che ha secolarizzato gli europei e li ha resi miscredenti di massa, non ha indotto gli ebrei sulla strade di un laicismo senza Dio.
Solo con molta benevolenza quella ebraica può essere definita una religione.
Difatti, manca di un elemento essenziale: non ha un messaggio di salvezza.
Non ha nemmeno una concezione dell'aldilà.
Tutto ciò che vuole e promette è la conquista fisica, militare, di un pezzo di terra che sarebbe stato loro promessso da Dio, la Palestina.
Una conquista e una promessa tutta chiusa nell'aldiquà, vorrei fosse chiaro.
La preghiera tipica degli ebrei è: «L'anno prossimo a Gerusalemme».
Ovviamente, questa promessa di una Gerusalemme può essere interpretata in modo spirituale, simbolico, dove Gerusalemme è il paradiso.
Gesù la interpretò così.
Ma fu rigettato appunto perché diceva «il mio regno non è di questo mondo».
La religione ebraica si occupa solo di questo mondo.
Il suo Dio non è universale, ma nazionale: c'è solo per gli ebrei, non per gli altri.
E può essere, per giunta, forzato e «ingannato» con vari trucchi e accorgimenti, in modo da costringerLo a fare ciò che gli ebrei vogliono; taccio su altri elementi non esattamente religiosi: dalla preghiera di Kippur, in cui gli ebrei dichiarano in anticipo «nulli, senza validità e inesistenti», tutti «i voti, i giuramenti, le promesse» che faranno nell'anno seguente, specialmente nella stipulazione dei contratti – con ciò dandosi il diritto di frodare, e insieme l'assoluzione preventiva delle frodi.
Taccio anche sulle fatture di morte (pulsa denura) che i loro rabbini possono compiere, e sulla vendita di amuleti con cui detti rabbini, anche nel «moderno» Israele, si arricchiscono a danno dei gonzi.
Dunque questa non è una religione.
Non c'era nulla che l'illuminismo potesse cancellare in senso laicista.
Ciò che rende ebreo un ebreo, è il disprezzo degli altri popoli (ripetutamente definiti «animali parlanti» nel Talmud) e la sua orgogliosa convinzione di essere «ontologicamente superiore» ai goym, come s'insegna ancor oggi nelle yeshivoth.
Canzano «Pasqua di Sangue» di Ariel Toaf è da leggere come un autogol degli ebrei, o, se vere le sue storie, gli ebrei stessi è come se ci volessero comunicare che ormai non temono nessuno e non hanno più bisogno di nascondersi?
Blondet Ovviamente, esistono ebrei intelligenti e intellettualmente onesti, che nutrono dubbi sulla loro «religione» nazionale, esclusiva e oscurantista-primitivista.
La salvezza di Dio non può essere solo per noi, dicono i rabbini del movimento Naturei Karta.
E' chiaro che una religione così primitiva e feroce contrasta troppo con il senso dei diritti universali e della dignità dell'uomo, di ogni uomo, che è più o meno diventato senso comune.
Toaff ha agito in buona fede.
Si è visto come è stato trattato dalla sua comunità: in pratica, abbiamo assistito al rogo di un libro, pratica di cui gli ebrei accusano i nazisti, e questo nel ventunesimo secolo.
Canzano Mastella con la sua proposta di legge vuole non solo negare la ricerca storica e condizionare la libertà d'espressione, ma in qualche modo anche «imprigionare» il pensiero libero occidentale che in questi ultimi anni si è fatto strada nella nostra cultura?
Blondet La risposta è sì.
Ovviamente, Mastella non dà alcun valore alla libertà di pensiero, perché non pratica il pensiero, ma la corruzione e il malaffare.
A lui, il sacrificio imposto dalla sua legge (impostagli sotto dettatura dell'Anti Defamation League, emanazione del B'nai B'rith, la massoneria «riservata» agli ebrei) è parso un sacrificio leggerissimo.
Canzano I «Protocolli dei Savi di Sion», un documento molto discusso e dato per non vero soprattutto dagli ebrei (vedasi «Pasqua di Sangue» con quale rapidità è stato ritirato dal commercio e smentite le sue tesi) ha in qualche modo il suo seguito negli scritti di Marx, dove «tra le righe» si potrebbe leggere non come si crede la presa del potere dei proletari, ma degli ebrei stessi, con tesi economiche molto valide e strumenti intellettuali che un «operaio» in realtà non potrebbe capire e far suo?
Blondet Marx ha scritto un saggio contro gli ebrei.
Tuttavia il suo ebraismo si rivela nella sua critica dissolvitrice di ogni ordine antico, occidentale, europeo e cristiano, vissuto come «trucco della borghesia per tener soggetto il proletariato». Questa è purissima mentalità ebraica.
Non a caso Marx è uno dei grandi «maestri del sospetto», coloro che in Europa hanno gettato il sospetto sull'onestà di ogni movente umano.
Un altro maestro del sospetto è Freud: per il quale gli slanci più puri di altruismo nascondono solo la fondamentale pulsione sessuale, naturalmente «rimossa» nell'inconscio.
Per lui, noi mentiamo continuamente a noi stessi.
Quasi tutti i maestri del sospetto sono ebrei, tranne uno, e di rilievo: Nietzsche, il vero padre del radicalismo contemporaneo, l'ispiratore del laicismo alla Pannella.
Canzano I popoli antichi avevano sempre un Dio a cui credere e rivolgere le loro preghiere; invece, sempre dopo Marx, gli operai non hanno più bisogno di un Dio?
Blondet Come ho già detto, gli ebrei non hanno un Dio in senso proprio.
Hanno una entità-potenza che si è legata a loro con un contratto esclusivo (l'Alleanza), e che può essere manipolata per ottenere da Essa ciò che loro vogliono.
Essenzialmente, con operazioni magiche.
E' un residuo di una religiosità primitiva, estremamente rozza, che era già stata superata dagli Egizi. Ciò che invece è vero, è che lo stato attuale dell'Occidente «secolarizzato» è una anomalia assoluta nella storia dell'umanità.
Mai l'uomo ha creduto di poter fare a meno di una speranza eterna, di un Dio da pregare o di una «via di salvezza» da percorrere (come il buddhismo) per uscire dall'aldiquà.
Solo oggi l'uomo si sente come essere puramente zoologico, senza destino superiore.
L'attività dissolvitrice ebraica ha avuto una grande parte in questa condizione patologica. Un'umanità così è destinata all'auto-annullamento, perché se Dio non c'è, allora non ci sono sforzi da fare, cause per cui battersi e magari morire; c'è solo il piacere da perseguire, prima di finire, come cani e vacche, nel nulla della morte biologica.
La stessa civiltà non può essere mantenuta, con questo stato d'animo: e infatti degrada di giorno in giorno.
Biografia
Maurizio Blondet, nato a Milano nel 1944, giornalista per vari giornali e settimanali fino al 2005, inviato speciale di guerra e giornalista economico.
Ha scritto vari saggi: «Gli Adelphi della dissoluzione», «I fanatici dell'Apocalisse», «Complotti vecchi e nuovi», «11 settembre, colpo di Stato in USA», «Chi comanda in America», «Osama bin Mossad», «Israele, USA, il terrorismo islamico», «Schiavi delle banche», «La strage dei genetisti», «L'uccellosauro ed altri animali», «Cronache dell'Anticristo», e da ultimo, «Selvaggi col telefonino». E' prossimo all'uscita il suo ultimo lavoro «Stare con Putin?»
Può dire oggettivamente di essere un autore che spesso ha dato il là al dibattito intellettuale, verso nuove strade: ma non viene mai citato da quelli che copiano e riprendono le sue idee.
Ciò perché chi dice la verità sugli ebrei e agli ebrei, diventa una «non-persona».
Da ultimo, è stato licenziato dal «cattolico» Avvenire.
Ora dirige un sito di informazione e riflessione alternativa, www.effedieffe.com letto ormai da decine di migliaia di persone.
giovanna.canzano@email.it
skype: giovanna.canzano – roma
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