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Dal supermercato al mercato ortofrutta. Una virtuosa evoluzione

GLI INTERVENTI ASSURDI SULLA SPIA ROSSA

Dal supermercato al mercato ortofrutta. Una virtuosa evoluzione.

Ciao Valdo. Leggevo il tuo articolo Insabbiamento, Martellamento, Fuocodistruzione, e mi è venuto da riflettere su come in questi ultimi due anni le mie abitudini di spesa siano cambiate.
Prima compravo molto cibo al supermercato, comprese le verdure, compreso quelle surgelate, e includevo tonnellate di dolciumi.
Ora andiamo sempre al mercato, e facciamo scorta abbondante di verdura e frutta fresche da consumare durante la settimana. Il supermarket lo si frequenta solo per pochi residui vizi (birra e vino, più un pezzo di carne una tantum, visto che non posso togliere tutto in un colpo le magagne al mio compagno).
La cosa strana, ma anche la mia salvezza, è che, quando passo tra le varie corsie dei Carrefour, lo faccio sempre in fretta, domandandomi come sia possibile che tutta quella porcheria venga esposta e poi anche venduta.
Una volta che capisci certe cose, difficilmente torni indietro.
Come si fa a mangiare un manufatto industriale pieno di additivi, di grassi e calorie, e nel contempo così vuoto di vita?
Certo, non siamo dei santi.
Lo sgarro, soprattutto quando si è ospiti di casa altrui, ci può anche stare.
Ma la cosa brutta, come fai notare tu, è che ci sono persone che si nutrono 365 giorni l’anno e per 5 volte al giorno in un certo modo.

La frutta? Sì, ma solo dopo il panino con la mortadella.

Ti racconto un episodio che mi ha colpita.
Ero su Facebook, e seguivo quanto scritto da un giovane e famoso cuoco italiano e dai suoi fans.
Lui scrive e lancia Ho un languorino, ed ho proprio voglia di qualcosa di goloso.
Non ti dico cosa hanno scritto pur di accaparrarsi la sua attenzione. Al che, sono intervenuta con un
Ma non c’è nessuno che ogni tanto propone di mangiare un golosissimo frutto?
Certo, mi ha risposto uno di loro, ma solo dopo il panino con la mortadella.

Le lezioni di naturopatia che mi stanno già strette

Ho iniziato questo mio percorso da poco.
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Le frequentazioni al forum di Ehret, ma anche i tuoi scritti, hanno risvegliato la mia coscienza e la mia interiore saggezza.
Stavo inoltre avvicinandomi alle teorie naturalistiche in forza dei miei studi in corso, che mi porteranno a un diploma di naturopatia.
Tuttavia, sento già che molte delle indicazioni dei miei attuali insegnanti mi vanno strette, e si pongono in aspro contrasto con quanto di buono raccolgo altrove.
Non contraddico. Ognuno di noi ha dentro di sé l’assoluta verità, ma non la può dispensare agli altri imponendola, o disturbando il corso delle lezioni.
Nel caso tuo è diverso. Quello che offri è libera informazione e libera proposta educativa. Stai assolvendo un compito fondamentale e una missione che la gente non potrà non apprezzare.
Stai scrivendo nero su bianco le cose e i concetti che dovrebbero stare sulle lavagne e sui libri di testo delle scuole.
Mi chiedo però cosa farò tra qualche anno, quando avrò completato i miei studi.
A presto. Un abbraccio. Barbarella.

La mia risposta è un complimento alla evoluzione in atto

Complimenti per il cambiamento dai dolciumi (carboidrati malefici) alle crudità naturali (carboidrati miracolosi, completi, fibrosi, dotati di acqua biologica, minerali organicati e quindi assimilabili e non minerali inorganici velenosi, vitamine vere e non vitamine sintetiche velenose, enzimi o vitalie,
centinaia di fitochimici essenziali ancora non catalogati dalla scienza nutrizionale, pigmenti ed antiossidanti naturali, inulina ed insulina vegetale antidiabete, acidi grassi Omega-3 positivi, proteine vegetali).
Complimenti per aver coinvolto il tuo compagno nel cambiamento.
Se quanto scrivo è servito a qualcosa, mi regali un sorriso in più, che è una cosa gradita ed importante per tutti, in un mondo dove i sorrisi ipocriti, i musi duri, smorti, pietrificati o disperati, sono purtroppo in sovrabbondanza.

C’è sempre tempo a diventare santi.
Andate a visitare un macello. Mezz’ora soltanto. Offrite pure la mancia al garzone macellaio, come biglietto d’ingresso, come si fa al cinema.

Quanto al diventare santi, c’è sempre tempo. Il problema non è quello dell’aureola.
Prima e più che santi, occorre diventare o, meglio ancora, mantenersi sani.
Ma tu hai intrapreso il percorso giusto, per cui hai l’obbligo morale di tirare via quell’una tantum di carne al compagno.
Hai una fondamentale arma in più.
Gli puoi sempre dire che lo bacerai più volentieri quando non ospiterà emergenze putrefattive e leucocitosiche nel proprio sangue.
Non si tratta di ricatto. Ma di amore a 360 gradi.
Motivazioni salutistiche non ce ne sono, visto che la bistecca settimanale non gli apporta niente.
Si tratta solo di inserire l’aspetto etico.
Andate una sola volta a visitare un macello. Mezz’ora è sufficiente. Se non vi lasciano entrare, offrite una mancia al garzone, a titolo di biglietto d’ingresso. Sarà per te un capitale ed anche la lezione di naturopatia più determinante per il tuo futuro.

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La naturopatia che va stretta

Le parole vengono usate sempre a vantaggio di chi le manovra e le stravolge.
Alcune pratiche terapeutiche ed educative suonano più corrette ed innocenti di altre, anche senza esserlo.
L’alternativa alla medicina tradizionale, a quella allopatica che pretende di trasformare i sintomi dolorifici in sintomi opposti (o non-sintomi, facendo scomparire in fretta il dolore), ha limiti e magagne che ormai tutti dovrebbero conoscere.

Esempio di come funziona la cura medica allopatica

Il sintomo scompare. Bravo medico, mi hai fatto un ottimo lavoro. Ma il medesimo sintomo torna più avanti aggravato dagli interessi, dalle complicazioni, dagli effetti collaterali del primo farmaco.
Riappare perché esso, primo-sintomo, non era la vera malattia da combattere, ma solo la punta dell’iceberg di un altro problema. Esso era solo la innocua e amica spia rossa che segnalava la presenza di un cortocircuito o di una irregolarità da qualche parte del corpo.
Come se per la tua auto, nella quale si è accesa la spia (sintomo-dolore-febbre), il tuo meccanico (medico) ti prescrivesse un bel martello (farmaco) per disintegrare e far scomparire la luce che lampeggia minacciosa sul cruscotto.
Chiaro che tale luce a quel punto se ne va, e tu vai tranquilla e ti senti guarita.
Ma la malattia non stava in quella lampadina rossa, riguardava invece un motore surriscaldato per carenza di olio lubrificante.
Vai avanti felice per 50 km e poi, con grande sorpresa e disappunto, l’auto si ferma e resti a piedi. Motore grippato (carro attrezzi o autoambulanza).
Questa è la allopatia, che include tutte le comuni cure, incluso le prevenzioni e le vaccinazioni (anche se queste ultime hanno in realtà perverse radici omeopatiche).

Esempio di come funziona la cura medica omeopatica

L’omeopatia si comporta diversamente.
Non dà una martellata alla spia. Ma ti insegna a disattivare lentamente l’apparato segnalatore. Ti dà un cacciavite per smontare una dopo l’altra le minuscole valvoline che stanno dentro il cruscotto. Così salvi la spia dalla frantumazione allopatica del martello.
In questo caso i danni sembrano meno eclatanti.
E il sintomo scompare pure.
Ma la vera malattia (carenza olio motore e surriscaldamento pistoni), è rimasta là inalterata e pronta-a-colpire-di-nuovo.
E, dopo 50 km, ti ritrovi piangente ai margini della strada.
Omeopatia ed allopatia divise da inezie farmacologiche, ma in realtà strette nel medesimo abbraccio, nei medesimi gravi difetti ideologici.
Omeopatia ha in più il difetto dell’inganno e della presa in giro. Il termine omeo, chissà perché, ha un effetto suadente di innocenza. Dici cura omeopatica e pensi a violette e fiorellini, bucaneve e margheritine.
Anziché darti un micidiale farmaco che costa 100, te ne danno 25 apparentemente meno micidiali, almeno nel breve periodo, che costano 1000. L’imbroglio è evidente.
A Silvio Garattini, gli è stato chiesto tre giorni fa un parere sull’omeopatia.
Per carità, ha detto, la pratica omeopatica è paragonabile alle sballate medicine degli ultimi tempi. Tutto fuorché scienza.
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Esempio di come funziona la cura naturopatica

La naturopatia, ha pure i suoi metodi. Ti chiede di dare innanzitutto una bella pulita alla macchina, fuori e dentro.
Arriva magari a scoprire che manca olio nel motore. E ti aggiunge un paio di litri di olio, per cui qualche miglioramento lo puoi ottenere.
Ma non arriva a farti controllare il filtro del motore, e nemmeno a cambiare l’olio.
Ancor meno arriva a fare una revisione del motore quando è necessaria.
Soprattutto non arriva alla finezza di controllare la formula del carburante adottato (ovvero dei cibi che stai consumando).
Alla fine della storia, parti con la tua auto. La spia si è spenta regolarmente senza interventi drammatici e senza trucchi alle valvoline.
Superi i 50 km e tiri un sospiro di sollievo. Ma, arrivato al km 70, il motore grippa.
Se pensi poi che sotto la voce Naturopatia e la voce Natura, si nascondono spesso le cose più innaturali del mondo, capisci dove voglio arrivare.

I negozi Natura e Bio.
Materiale da cimitero di guerra, riservato alle vittime del Nazi-Carnivorismo.

Mesi fa, mia moglie mi chiese di accompagnarla a un negozio della catena Natura-Sì.
Riso integrale, cereali integrali, mille prodotti sofisticati e organici, accanto a scaffali di minerali inorganici e di vitamine sintetiche, supportati da libri che ti insegnano a distruggere il partner a ritmo di Viagra, o a vivere 100 anni con le pillole di C sintetica (la gente pare non sapere che il dr Linus Pauling (1901-1994), paladino delle integrazioni vitaminiche C, nonché Nobel per la medicina, è stato uno dei primi a soccombere da ipervitaminosi C.
Era un gran uomo e uno studioso eccellente. Aveva di sicuro il potenziale per passare il secolo.
Il suo solo errore fu di credere alle supplementazioni vitaminiche.
Non per fare sciacallaggio, ma sappiamo che, negli ultimi anni, ne assumeva quantità impressionanti, accoppiate ovviamente a relativi minerali inorganici. Non era mica l’ultimo arrivato.
Di sicuro però, le integrazioni non gli hanno fatto per niente bene.
Era arrivato ai 90 anni senza alcuna vitamina, nota bene, e le integrazioni lo hanno portato via tardi, ma ugualmente prima del tempo. Non si trattava per niente di un elisir di lunga vita.
Sempre nello stesso negozio, ciliegina sulla torta, il reparto riservato alle carni.
Biologiche, ovviamente. Non a caso bio significa vita. Capirai quanto biologico può essere il cadavere di un povero animale che il giorno prima aveva occhi che guardavano, cervello che pensava, coda che scacciava le mosche. Materiale da camera ardente e da cimitero di guerra riservato alle vittime del
Nazi-Carnivorismo.
Quindi ottime e raccomandate carni, con macellaio a pronta disposizione, e un miserevole banco verdure ingiallite che nessuno comprava. Tenute lì solo per proforma.
Mentre le carni biologiche grondavano ancora sangue e liquido organico, dimostrando che i clienti, naturalisti perfetti, apprezzavano proprio quel settore.

Esempio di come funziona la cura igienistico-naturale

Spia rossa accesa? Nessun farmaco. Nessun intervento sulla spia ovviamente.
Si va a capire il perché il motore si è surriscaldato. A capire il vero motivo del pessimo funzionamento.
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Se l’olio motore è calato e ha fatto accendere la spia, ci deve essere qualcosa di anormale.
(Il meccanico obietterà che il consumo d’olio nei motori è fisiologico, ma noi qui parliamo per parabole e ci riferiamo all’uomo).
Prima cosa che fa l’igienista, dà una pulita esterna con un panno al motore, e va a leggere le sue caratteristiche e la sua marca.
Motore umano? Significa motore fruttariano o frugivoro che dir si voglia.
Cosa gli è stato dato da mangiare? Carburante suo (frutta e verdure crude) o carburante sporco (proteine animali, carboidrati lavorati e cotti)?
A quel punto due interventi necessari.
Pulire alla perfezione tutto quanto. Cambiare i filtri. Purificare condotti ed interstizi. Far girare il motore in officina con carburante perfetto e olio multigrado fino a che siamo sicuri che può affrontare la strada in modo perfetto (e questa è, nell’uomo, la fase di qualche giorno di digiuno ad acqua distillata, seguita da un progressivo ritorno alla normalità nutritiva, mediante carburante perfetto che non causi più gli stessi intasamenti).
A quel punto la tua auto può ripartire. Non funzionerà in eterno.
Ma i suoi 300 mila km li farà senza darti alcun problema, a patto che tu continui a trattarla bene e a darle il suo carburante-della-specie.
Quando arriverai al cippo 300, sarà esausta ma soddisfatta di aver condotto la tua anima felicemente a destinazione.

Valdo Vaccaro – Direzione Tecnica AVA-Roma (Associazione Vegetariana Animalista)
– Direzione Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)

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