L’intervista all’Avv. Giuseppe Lepore. Parla il neo Segretario OUA (Organismo Unitario dell’Avvocatura italiana)

di Alessandro Graziani

E’ Giuseppe Lepore, classe 1965, noto avvocato del Foro di Roma, il neo-eletto Segretario dell’OUA (Organismo Unitario dell’Avvocatura italiana).

Nominato il 13 dicembre 2008, dopo il 29° Congresso nazionale forense di Bologna, durante la prima Assemblea dell’OUA, il legale capitolino ci illustra, con malcelato entusiasmo e comprensibile responsabilità, storia e finalità dell’Organismo unitario dell’avvocatura italiana.

“L'OUA vede la luce nel 1995, nella magnifica cornice del golfo di Policastro, essendo stato costituito in occasione del Congresso di Maratea, che ha seguìto il Congresso straordinario, svoltosi a Venezia l’anno precedente e nel corso del quale veniva delineato quel “modello rappresentativo” che è il nostro punto di forza.

Siamo, infatti, una variegata rappresentanza di tutte le istituzioni ed associazioni forensi nazionali, che, nel pieno rispetto dell'autonomia di ciascuna componente, compattamente si propone come interlocutore delle più alte cariche politiche del Paese, per affrontare dialetticamente i temi più importanti della giustizia e della professione, esponendo apertis verbis il pensiero dell’Avvocatura italiana.

D. Dopo le doverose congratulazioni, Avvocato Lepore, ci corre l’obbligo di chiederle quali siano i vostri principali obiettivi ….

R. Va premesso che l’OUA, con i suoi 75 membri, delegati dai diversi fori italiani (46 sono neo-eletti, proprio come il sottoscritto!), è la struttura che ha il compito precipuo di rappresentare politicamente l’avvocatura e, promanando direttamente dal Congresso Nazionale Forense, di dare altresì piena attuazione al mandato e ai deliberati del Congresso. Il nostro obiettivo è di essere parte necessaria del dibattito politico, elaborando nuove proposte di riforma del sistema della Giustizia italiana da portare all’attenzione dei referenti istituzionali, tenuto conto, va da sé, di idee, istanze e pareri provenienti da tutte le componenti associative dell'avvocatura.

D. Attualmente, quindi….

R. Stiamo intensificando rapporti e relazioni particolarmente produttivi, che, a parer mio, consentiranno all'avvocatura di esprimersi in modo sempre più incisivo sui grandi problemi che riguardano la professione di avvocato, la giustizia ed i processi. Non solo. Stiamo anche scegliendo di attuare strumenti di lotta che vadano al di là della semplice protesta individuale o di circoscritti gruppi di professionisti, perché la forza delle idee sia supportata dalla compatezza nell’azione. Proprio per questo, l’OUA è spesso definito “il parlamentino dell'avvocatura”: perché i suoi componenti decidono a maggioranza su quali strategie adottare per incidere sui processi di trasformazione che investono la società italiana, prestando la massima attenzione ai molteplici aspetti che caratterizzano la nostra realtà professionale.

D. Per riuscire a monitorare ed essere portavoce di tali istanze, è, però, necessario essere ben integrati nel contesto sociale. Quali strumenti intendete utilizzare?

R. Recentemente, abbiamo fatto la scelta di aprire a soggetti terzi le Commissioni di studio dell'OUA, dove si svolge gran parte della nostra elaborazione teorica e politica. In questo modo, riusciamo a coinvolgere, in questo delicato compito, le più significative esponenzialità nonché le migliori professionalità dell'Avvocatura, ma anche del mondo accademico e della società civile. E, così facendo, abbiamo il polso dell’evoluzione delle dinamiche del vivere civile e delle esigenze di giustizia e sicurezza che ci sono imprescindibili, difendendo anzitutto l’integrità e la nobiltà della nostra attività dagli attacchi gratuiti ed indiscriminati di chi vorrebbe svuotare le professioni libere e gli Ordini Professionali dei loro alti contenuti e delle loro funzioni.

D. Lei appartiene al Foro di Roma, dove è stato impegnato in prima linea nelle nuove iniziative associative dell’avvocatura capitolina. Come pensa di far confluire la sua passata esperienza con il nuovo ruolo assunto a livello nazionale?

R. C’è un fil rouge che mi lega da sempre all’Associazione Forense Emilio Conte, e agli amici Avvocati per l’Ordine per la Cassa Forense ed io non posso che ringraziare i colleghi del mio Foro che mi hanno molto supportato in questa nuova avventura… Desidero ripagare la fiducia che mi hanno accordato impegnandomi al massimo perché l’Avvocatura romana abbia un ruolo sempre più trainante e propositivo a livello nazionale, ma solleciterò anche i miei colleghi capitolini, specie i più giovani, ad essere parte attiva delle iniziative dell’OUA. Sensibilizzazione alle tematiche di più stretta attualità, collaborazione fattiva e un pizzico di sano entusiasmo: è ciò che chiedo agli avvocati romani perché si facciano, anch’essi, testimoni del ruolo marcatamente sociale della nostra professione e ne migliorino contenuti e prospettive. Questo è lo scopo che l’Organismo Unitario si propone ed è proprio per riuscire a centrare quest’obiettivo, in cui fortemente credo, che mi sono messo in gioco in prima persona.

L’auspicio è che l’esortazione rivolta ai propri colleghi dal neo-segretario dell’OUA sia prontamente accolta e che sia apportatrice di attività e nuove iniziative, perché l’intero sistema dell’Avvocatura italiana ne risulti arricchito e tonificato. Con la forza delle buone idee e l’incisività delle conseguenti azioni.

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