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Strumenti e Programmi Proposti dal P. I. E. per non Perdere La Cultura Italiana

In un articolo precedente ho sollevato la grave questione, sicuramente ignorata dagli esponenti più in vista della nostra comunità, della rapida perdita della cultura da parte delle nuove generazioni d’italo-australiani che hanno adesso 20-30 anni ed ho evidenziato perché questo processo ha prodotto un danno socio-economico incommensurabile.

Inoltre ho chiarito il significato di “cultura” come espressione di stile di vita al di là dell’erudizione, e di “multiculturalismo”, come fusione di diverse culture al di là della mera tolleranza etnica.

Vorrei prima discutere i mezzi possibili con cui recuperare la gioventù italo-australiana, anticipando che alcune iniziative sono state già adottate ma con risultati poco efficaci.

Ciò è dovuto principalmente alla mancanza di chiarezza nella nostra comunità del significato di cultura e multiculturalismo e in parte all’impegno costante che i nostri esponenti dedicano ad intrallazzi politici invece di perseguire i loro doveri istituzionali. Per restituire l’italianità ai giovani italo-australiani e ai figli degli italiani nel mondo abbiamo bisogno di due aspetti diversi: gli strumenti di comunicazione e un programma culturale. Gli strumenti sono i mass-media classici e altre forme di comunicazione da creare per lo scopo.

Per quanto riguarda i mass-media, la comunità italiana usufruisce di spazi importanti nelle stazioni radio etniche come SBS e RETE ITALIA in particolare che trasmette per molte ore del giorno e della notte e una buona stampa italiana, La Fiamma (in Sydney) e Il Globo (in Melbourne). Resta solo di utilizzarli in modo efficace con strumenti speciali di comunicazione.

Il più efficace di questi strumenti è quello di mandare i giovani in Italia per periodi di studio e esperienza culturale viva e corale. L’altro strumento di comunicazione speciale riguarda i Club Italiani in Australia e il concetto lato di cultura.

I Club Italiani in Australia sono soprattutto popolati da vecchiotti, (bianchi per antico pelo – Dante), ancora prestanti però, che giocano a carte, a biliardo, a bocce e qualche volta ballano con le loro signore al suono di nostalgiche musiche regionali.

Tutto ciò è molto bello, simpatico ed emozionante e deve essere certamente incoraggiato, ma non rappresenta un modello attraente per dei giovani moderni che sono diventati maggiorenni durante rituali d’iniziazione anglosassoni ben diversi.

Un programma d’iniziazione alla cultura italiana potrebbe e dovrebbe utilizzare i mezzi di comunicazione particolari dei giovani dell’Italia moderna. Oggi certi valori culturali che si esprimono in Italia come, per esempio, il ruolo sociale dell’alcool, il rapporto con l’ambiente, il ruolo dello sport per i giovani, il rapporto tra uomini e donne, il ruolo dei giovani nella politica, le manifestazioni artistiche moderne, il modo di ballare, il tempo libero, possono essere utilizzati a scopo culturale organizzando attività sociali ispirate alla realtà italiana attuale.

I Club Italiani non soltanto in Australia diventerebbero davvero più interessanti, più attivi, se usati adeguatamente e per “corsi di aggiornamento” e di recupero alla cultura italiana.

Lo strumento classico dell’aula d’insegnamento rimarrebbe tale e quale come contributo significativo ad un recupero culturale dei giovani.

Durante le mie esperienze personali ho potuto notare che molti giovani sono disposti a usare il loro tempo libero per imparare la lingua italiana.

Il vero lavoro di classe non può essere limitato solo a certi aspetti formali dell’apprendimento della lingua, come la pronuncia e la grammatica, ma deve essere unito nel suo aspetto funzionale ad attività sociali attraenti ai giovani.

Lo spirito necessario di questo programma deve necessariamente essere basato sul concetto ad ampio respiro della cultura, sul recupero linguistico e sulla realtà di un’Italia moderna.

Per mantenere e rinnovare la lingua e la cultura italiana occorre anche un sostanziale aumento di fondi – materiale didattico moderno, operatori culturali preparati e bilingui, preparazione dei docenti non soltanto con seminari d’aggiornamento, ma anche da una loro presenza fisica in Italia.

L’insegnante di seconda lingua (L2) anche se preparato/a e inserito/a nel contesto sociale dei paesi di residenza, deve avere l’opportunità d’inserirsi in un contesto globale della lingua e cultura italiana, sperimentando, confrontandosi con altre realtà, insomma praticare una immersione totale e servirsi di metodi d’insegnamento più idonei e moderni. Il fatto che l’Italia non è un paese fatto di spaghetti, mandolinate, musei e vino, ma una potenza industriale e speriamo nel futuro con un assetto democratico più sano e vivace, può essere una base nuova per partecipare con orgoglio al multiculturalismo.

Un altro aspetto importante della cultura è la famiglia come nucleo importantissimo d’unità e solidarietà. Costituirebbe un peccato che i giovani perdessero il senso tradizionale della famiglia estesa, che è tipico di tutti i paesi dell’area mediterranea.

I genitori che restano associati con la famiglia dei figli per aiutare con la conduzione della casa e dei nipoti, invece di essere emarginati nel ghetto dei villaggi di pensionati, sono un aspetto altamente civile e umano che aiuta ad alleviare gli stress della vita moderna.

Come si vede si tratta di un programma ambizioso ma necessario per le comunità dei giovani italiani all’estero, con la speranza di non perdere la cultura italiana nel mondo e per aiutare il nostro paese ad affacciarsi al 21mo secolo con qualche speranza di sopravvivere la competizione culturale ed economica internazionale. Il P. I. E. (Il Partito degli Italiani dall’Estero) è e sarà si spera un promotore importante.

Franco Mantino
Brisbane, Queensland
AUSTRALIA.

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