Siamo contenti

Nelle precedenti edizioni della nostra TRIBUNA ITALIANA, abbiamo pubblicato dichiarazioni di esponenti del CGIE (il segretario generale Carozza, il vice per l’America Latina Nardelli, i consiglieri residenti in Argentina Gazzola e Romanello) e di partecipanti alla Conferenza Nazionale dei Giovani Italiani nel Mondo, che si è svolta a Roma all’inizio di dicembre.

Da tali dichiarazioni traspare una sostanziale soddisfazione per i risultati della manifestazione. Così, per fare un esempio, il segretario generale Carozza ha commentato l’assisse, nel suo saluto di fine d’anno, sostenendo: “Il 2008 che si sta chiudendo è stato un anno molto importante per tutti noi. Abbiamo finalmente raggiunto l'importante traguardo della Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo, alla cui felice riuscita avete contribuito prima di tutto voi e poi tutto il Consiglio Generale attraverso l' impegno profuso in particolare negli ultimi due anni.” Poco più avanti riafferma come i risultati siano “sotto gli occhi di tutti”.

Più esplicita la soddisfazione dei nostri rappresentanti nel CGIE Gazzola e Romanello, i quali dopo essersi congratulati con i giovani delegati dell’Argentina – come aveva fatto Nardelli – per l’importante ruolo svolto durante la Conferenza, sottolineano: Forse chi crede che la Conferenza è stato soltanto uno dei nostri soliti riti può ritenerla un‘aggiornamento delle solite richieste della “lista delle spese‘ che di solito vanno segnalate in questi tipi di Congressi. Non è così. Secondo noi, è una vera e propria proposta che punta a superare la logica della “ghettizzazione“ degli italiani nel mondo che da sempre ha contraddistinto i rapporti delle nostre comunità finora con tutti i Governi (nazionali o regionali). Se davvero siamo cittadini a titolo pieno, e grazie alla Legge Tremaglia, eleggiamo i nostri rappresentanti nel Parlamento, perché non dovremmo pretendere che tutte le istituzioni, che tutti i ministeri del Governo si occupino delle nostre problematiche? Perché non contribuire alla formulazione integrale di tutta la politica italiana? Se c’è un governo che taglia le risorse per gli italiani nel mondo, è perché gli italiani all’estero viviamo un isolamento sociale, culturale e politico, che permette che questi tagli vengano fatti. La presenza e la partecipazione della ministro Meloni, il suo annuncio di uno stanziamento di 1.500.000 euro per il 2009 destinato al finanziamento delle attività dei giovani italiani all’estero da parte del suo ministero è un importante segnale del superamento di questa logica del ghetto, e uno dei risultati di questa Conferenza.”

Infine, dopo riconoscere che rimane il grave problema dell’indifferenza o dell’ignoranza degli italiani in Italia nei riguardi dei connazionali che risiedono all’estero, e dopo aver ricordato l’invito del sottosegretario Mantica ai giovani a “inventarsi qualcosa per sfondare questo muro”, i due consiglieri del CGIE chiudono il loro comunicato con un augurio: “Sarebbe opportuno che i Comites che ancora non l’abbiano fatto, istituiscano delle Commissioni di Lavoro Giovani approfittando le strutture dei Comites, allo scopo di dare continuità a questa problematica. Ci auguriamo anche che le nostre associazioni e tutte le nostre strutture della comunità, il Governo Italiano e le Regioni, diano ai giovani residenti in Italia o all’estero, l’opportunità di abbattere i muri del ghetto e di trasformare l’Italia in una nazione globale”.

Incominciamo precisando che siamo certi della capacità e della buona volontà dei consiglieri del CGIE dell’Argentina e dei giovani che hanno partecipato al Congresso. Il loro entusiasmo ci fa sperare. Ma non possiamo fare a meno di confrontare tale entusiasmo con la realtà dei fatti.

L’attuale governo non ha potuto fare a meno di convocare questa Conferenza, perché nella bilancia tra risparmio (1,4 milioni di euro il suo costo, dimezzato rispetto al preventivo originale) e la figuraccia, quest’ultima sarebbe stata molto più dannosa. Inoltre, ha potuto usare la Conferenza per “aprire ai giovani”, mettendoli in contrasto con la “vecchia emigrazione” ormai spacciata, nelle analisi dell’attuale governo. E questo nonostante la buona volontà e le rivendicazioni di quell’emigrazione da parte di alcuni delegati, specialmente dell’Argentina.

La partecipazione di numerosi esponenti del governo (ma chi doveva esserci – cioè il ministro Frattini – dopo il rapido saluto iniziale non si è più visto) non indica un maggiore interesse del governo per le questioni che ci riguardano. Il fatto che la ministro per la Gioventù abbia promesso 1,5 milioni per le attività dei giovani italiani all’estero, è un semplice contentino, ammesso che effettivamente venga assegnata tale somma. Nel loro comunicato, Gazzola e Romanello, parlano prima dei tagli e poi del milione e mezzo. Il contrasto non può essere più evidente. Sono stati tagliati fondi per oltre trenta milioni e danno una caramella ai bambini perché stiano buoni. Un’immagine troppo violenta? Troppo sconsiderata nei riguardi di chi ha lavorato sodo perché si svolgesse la Conferenza? Può darsi, e ci scusiamo anticipatamente con i nostri amici se urtiamo la loro sensibilità.

La nostra intenzione però, è semplicemente dire che la Conferenza dei Giovani non è stato un successo se non per il governo che temeva contestazioni e invece ha avuto vita facile.

Ma per i giovani e per le comunità che essi rappresentavano, tale successo non c’è stato. Un blog, la promessa di un milione e mezzo di euro per le loro attività, sembrano poca cosa perché si possa affermare che c’è stato un successo e meno ancora per parlare di superamento della logica della ghettizzazione.

Ripetiamo che non si tratta di negare il lavoro e la capacità di giovani ed esponenti del CGIE del nostro Paese che hanno partecipato al Congresso.

Ma l’esperienza insegna che i migliori documenti – e i giovani hanno presentato numerosi documenti a Roma – servono poco se non c’è la volontà politica, prima di tutto del governo di turno e delle forze politiche in Parlamento e poi dei nostri rappresentanti. Se essi non vogliono o non possono far sentire la loro voce, presentare come proprie le richieste delle nostre comunità, difficilmente ci sarà un cambiamento epocale, la fine della ghettizzazione o un semplice successo in un congresso di giovani.

Troppo pessimisti?. Il nostro augurio per il nuovo anno, è di essere sonoramente smentiti dai fatti.

MARCO BASTI
marcobasti@tribunaitaliana.com.ar

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