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Saldi a Firenze. Un marziano a Palazzo Vecchio?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

L'assessore al commercio dell'amministrazione comunale di Firenze, Silvano Gori, ha diffuso un appello al suo equivalente regionale e alle associazioni di categoria per ritrovarsi e fissare un incontro in cui stabilire le regole dei saldi. Ce lo fa sapere oggi, 6 gennaio, coi saldi che, nella citta' di cui e' amministratore, iniziano il 7 gennaio, mentre in diverse citta' italiane sono gia' cominciati, con un trend di mercato, a parte il contesto economico mondiale leggermente diverso dagli anni precedenti, sostanzialmente identico all'anno scorso. Il nostro assessore, in sostanza, ha, scoperto solo oggi che gli sconti e le promozioni sono partiti da prima della fatidica data di avvio dei saldi, non solo ma ha scoperto anche oggi che ci sono strutture commerciali, come gli outlet, che dello sconto fanno una propria ragion d'essere sempre, tutto l'anno. Un marziano a Palazzo Vecchio? O un finto tonto? Lasciando la risposta a questo dubbio ai vari analisti delle vicende e del modo di vivere del “palazzo” che e' in Palazzo Vecchio, preferiamo soffermarci sull'aspetto consumeristico della vicenda.
Noi viviamo per strada, nei negozi, nei mercati e supermercati, in coda agli uffici comunali, alle attese dei vari centralini e delle fermate degli autobus, in coda nel traffico allucinante…. cioe' non ci accorgiamo, una mattina per caso -come l'assessore Gori- di quello che tutti sanno e vivono quotidianamente. Siamo inoltre consapevoli che la domanda dei cittadini-consumatori ha si' bisogno di regole, ma di quelle che possano servire ai loro bisogni e non a quelli di un potere fine a se stesso. I bisogni dei consumatori sono di poter liberamente, sempre e ovunque scegliere di acquistare, bisogni in armonia anche con quelli di commercianti che vorrebbero poter sempre e ovunque offrire le proprie merci. I bisogni del potere fine a se stesso, invece, sono di porre regole per esercitare il controllo fin nelle tasche di consumatori e commercianti, piuttosto che dar loro opportunita' e garantire la liberta' di scelta. Il drammatico -in senso istituzionale- e' che le regole per esercitare il potere come sopra ci sono gia', ma per amministrare una citta' e non vedersela esplodere col malcontento e il disagio, ha portato gli amministratori a non applicare queste regole, cioe' ad applicarle discrezionalmente… fino a farsele sfuggire di mano: ecco perche' il nostro marziano a Palazzo Vecchio ha oggi aperto la finestra sul nostro pianeta e cerca di ripristinare questo controllo. Ma perche', invece, non si fa alfiere dell'abolizione dei saldi, visto che sarebbe una misura di benessere per economia e citta' e visto che il mercato, tutt'altro che improduttivo e lesivo degli interessi di tutti, va in questa direzione? Abbozziamo una risposta: forse perche' chi amministra Palazzo Vecchio e' solo nel “palazzo” invece di essere per strada, nei negozi, in coda agli uffici, etc, cioe' ha interessi diversi?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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