Bandiere

di Giovanni Sarubbi

Molti giornali hanno sparato oggi grandi titoli sull’incendio delle bandiere dello Stato di Israele realizzato a Milano ed in altre città a margine delle manifestazioni per chiedere la fine dell’aggressione a Gaza. La stessa TV di Stato ha dato ampio risalto alle dichiarazioni sia del fronte governativo sia dell’opposizione che hanno duramente condannato l’episodio che è stato usato per giustificare l’invasione di Gaza che si sta svolgendo mentre scriviamo queste note.
Singolare la posizione di Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, che ha parlato di azioni penali nei confronti di chi ha bruciato la bandiera di Israele. «Quelli che oggi hanno bruciato le bandiere di Israele e degli Usa – ha dichiarato – dovranno fare i conti con la giustizia italiana. Ci mobiliteremo in ogni sede istituzionale per riaffermare il diritto di Israele a esistere e a non fare la fine toccata ai nostri nonni 60 anni fa».
Intervento singolare quello di Pacifici perchè ha parlato come se lui fosse cittadino dello Stato di Israele e non invece cittadino italiano ed è questa la stranezza che bisognerà affrontare e risolvere una volta per tutte se vogliamo dare una soluzione al conflitto medio Orientale. Che poi in definitiva significa porre fine all’antisemitismo e ad ogni forma di razzismo.
La discussione sulle bandiere bruciate avviene mentre è in corso in queste ore l’invasione della striscia di Gaza da parte dell’esercito Israeliano che, ricordiamolo, è uno dei più potenti del mondo. Dalle prime notizie apprendiamo che altre centinaia di vittime civili e migliaia di feriti si sono aggiunti a quelli dei primi sei giorni di guerra. Altri lutti altro sangue e violenza che non faranno altro che aggiungere orrori agli orrori.
Noi non siamo abituati a bruciare bandiere ne istighiamo alcuno a farlo anzi al contrario sulla home page del nostro sito campeggia una bandiera della pace diversa da quella arcobaleno. Si tratta di quella realizzata dal Sermig di Torino che è costituita dalla parola “pace” scritta su un puzzle formato da tutte le bandiere esistenti.
Ciò detto non possiamo non constatare l’enorme sproporzione fra l’atto di bruciare una bandiera e l’invasione militare in atto a Gaza e le immani sofferenze inferte ad una popolazione inerme. Lo stesso Vittorio Zucconi su Repubblica non può che constatare l’enorme sproporzione fra le forze in campo che sono evidenziati dal rapporto di cento palestinesi uccisi per ogni israeliano ucciso dai missili di Hamas (435 i morti palestinesi, 4 i morti israeliani in sei giorni di guerra). Da un lato uno dei più potenti eserciti del mondo, dall’altro una popolazione inerme i cui dirigenti, sia quelli di Hamas che quelli dell’ANP, non sembrano in grado di guidare il proprio popolo in modo intelligente verso la soluzione del grave problema che la comunità internazionale ha scaricato su di loro, quello della creazione di uno stato ebraico, figlio diretto della shoah e dell’antisemitismo dell’occidente cristiano, sul territorio dove i palestinesi hanno vissuto da millenni.
Ora è del tutto evidente che ciò che sta accadendo a Gaza non può neppure essere qualificato come eccesso di difesa da parte dello Stato di Israele. Qui siamo all’abominio assoluto a cui si giunge quando le menti sono ottenebrate dall’odio e dominate da idee di potenza e impunità che la forza bruta da a chi la possiede. Ma la forza bruta è cattiva consigliera come la storia dimostra.
Allora piuttosto che perdersi in dichiarazioni roboanti su qualche bandiera bruciata o a dire vere e proprie menzogne facendo diventare aggrediti gli aggressori e viceversa, esercitiamoci tutti a trovare soluzioni possibili alla crisi medioorientale di cui gli occidentali e la religione cristiana in particolare sono i massimi responsabili.

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