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Un contributo alla discussione per una reale presenza nella vita politica nazionale degli Italiani all’Estero

di Andrea Mazzoleni, Lugano

Gli italiani che non vivono in Italia sono circa sessanta milioni: un numero importante, ma soprattutto un numero costituito da persone “importanti”; persone che si sono costruite con impegno e sacrificio il loro futuro, lontano dai loro cari e dalla loro terra; persone che hanno perseguito un obiettivo e l’hanno raggiunto con determinazione, conservando valori, tradizioni e cultura italiana per poi trasmetterla ai propri figli riuscendo nel contempo ad integrarsi con soddisfazione nei Paesi in cui sono residenti. Esiste poi una “rete” di italiani che si sono imposti nelle varie professioni, nell’ imprenditoria, nell’ insegnamento, nella ricerca e nell’arte, e che costituiscono una risorsa straordinaria e immensa per l’ economia, la cultura e il prestigio del nostro paese nel mondo:
Un programma che si rispetti deve abbracciare tutte le problematiche della nostra realtà. L’Italia può riconquistare una posizione di eccellenza nell’economia globale se utilizza pienamente una risorsa troppo a lungo trascurata: ” Gli italiani residenti all’Estero “.

Nel medesimo tempo occorre anche procedere ad un fattivo sostegno e ad una facilitazione del percorso di integrazione per trovano confrontati tutti coloro che si con ostacoli e difficoltà
Gli italiani all’estero si attendono dal Parlamento Nazionale il rispetto di un’etica politica che risponda puntualmente alle promesse fatte all’elettorato e a un genere di rappresentanza che assuma le dimensioni di servizio dovuto alla collettività che e non sia soggiogato dalla strumentalizzazione del voto per fini di interessi partitici. Il valore del voto estero significa solo ed esclusivamente rispetto e lavoro da compiere per le nostre comunità, che per 60 anni sono state tenute in un “dimenticatoio legislativo” accentuato negli ultimi anni dalla Partitocrazia presidenzialista conseguenza della legge elettorale che responsabilizza solo i leader dei partiti relegando in un angolo i candidati delle circoscrizioni nazionali. L’obiettivo della nuova legislatura deve tendere ad una politica che torni ad essere propositiva, tollerante, coraggiosa e appassionante tra persone animate dal desiderio di contribuire a migliorare la vita della nostra comunità, elaborando idee innovative e agendo concretamente per realizzare un progetto di società sempre più libera, giusta e socialmente avanzata.

Perseguire l’efficienza dei Servizi consolari, facilitare il riconoscimento dei titoli di studio, integrare il residente all’estero nel Sistema sanitario nazionale, facilitare l’accesso al lavoro e creare nuove opportunità sono queste le priorità attese.
Riteniamo indispensabile presentare un progetto di legge sulla riorganizzazione dei servizi consolari che devono essere accessibili, gratuiti e soprattutto vicini al cittadino. In questo senso si potrebbe pensare anche ad una privatizzazione di alcuni compiti destinando le risorse risparmiate a una moderna informatizzazione che permetta migliori prestazioni.
Occorre inoltre prevedere accordi bilaterali con le varie Nazioni partners dell’Italia che favoriscano gli investimenti italiani, ma garantiscano nel contempo posti di lavoro ed opportunità per i nostri connazionali residenti all’Estero.
Non dobbiamo dimenticare che, ad esempio, la dimensione del lavoro nella società globalizzata ha una rilevanza estremamente invasiva nelle nostre vite sia come accesso all’identità professionale, che come risorsa economica, che come assenza o carenza di integrazione sociale. Al fine di evitare la crescente marginalizzazione che può derivare da questa condizione occorre porre confini precisi che delimitino e distinguano la flessibilità da una precarietà che non può essere che psicologicamente destabilizzante, ponendo ulteriori problemi alle persone che già hanno difficoltà a vivere mutamenti adattativi nel quotidiano dei differenti contesti.
In una società dove il raggiungimento del benessere materiale sembra disegnare l’ultimo confine perseguito dall’uomo, occorre infatti che ogni cittadino si imponga una riflessione per rompere il silenzio e rivalutare l’esperienza di difficili percorsi di integrazione come occasione di evoluzione e di crescita.
In questo senso va quindi rivisto anche il concetto stesso di appartenenza, rendendosi conto che lo stesso non si confina all'interno dell'individuo separato dal suo ambiente, ma interagisce in modo intersoggettivo con tutto ciò che gli sta intorno.”
Un ulteriore azione dovrebbe favorire l’applicazione e la ricerca nell’ambito biotecnologico quale quella sulle cellule staminali per permettere a coloro che sono affetti da malattie neurodegenerative di migliorare già oggi la loro qualità di vita.
Occorre poi ribadire nuovamente come sia necessario spezzare l’egemonia dei partiti che, a causa della Legge Elettorale vigente nelle Circoscrizioni nazionali, non lascia nessuna possibilità all’elettore di scegliere il candidato preferito.

Riportiamo quindi nel Parlamento Italiano la pratica dell’ascolto, la cultura dell’attenzione e l’etica della solidarietà e per questo impeganamoci ad agire per una politica che diffonda la conoscenza, sviluppi la cultura, protegga l’ambiente, promuova un’equa redistribuzione delle risorse economiche, realizzi le libertà individuali, concretizzi una rete di solidarietà sociale efficace e condivisa.
La capacità di una società di confrontarsi serenamente con tutte le sue componenti testimonia anche il suo grado di civiltà: la possibilità di accettare ed integrare ogni cittadino è uno degli indicatori più preziosi a garanzia che essa non imbocchi politiche illusorie e distruttive, ma realistiche e costruttive, per ogni soggetto e per la collettività.

Lugano, novembre 2008
Andrea Mazzoleni, Socioterapeuta e giornalista, vice-presidente del PdIM

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