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“I nostri figli ci accuseranno”

Il locale e l'omogeneizzazione industriale, di Elisabeth Zoja- 31/12/2008 (fonte Arianna Editrice 31/12/2008).
Presentazione di Giuseppe Altieri

Non è assurdo imparare dai bambini, anzi…
Genitori, provate a non ammazzare i vostri figli?

Quando nel 1990 cominciai a diffondere il Progetto “Agroecologia” di educazione Agroalimentare Biologica per le scuole (www.agernova.it),
messo a punto insieme al gruppo di lavoro di Giorgio Celli, costruendo piccole Serre, dove i bambini coltivavano i prodotti dell'orto biologico che poi avrebbero anche trapiantato nel giardino scolastico e mangiato a scuola, allevando insetti utili e producendosi il compost coi residui della casa… imparando così a conoscere l'Agroecosistema… parlai espressamente di “educazione inversa”, dai piccoli figli ai padri… attraverso la scuola elementare e media (provincia d'Arezzo progetto pilota gestito dallo Studio Ager, oggi Agernova – www.agernova.it /vecchio sito/curriculuum coordinatore, ndr).
Inoltre, negli Orti affidati ai Pensionati dal Comune di Perugia (progetto pilota contemporaneo di Agernova), educammo al Biologico anche i nonni, che avevano lasciato la terra per andare a lavorare in fabbrica, ai quali il Comune di Perugia affidò degli Orti per l'autosufficienza alimentare… per il loro”ritorno alla terra”.
Laddove i nonni, che ricordano le tecniche di una volta (il Rame e lo Zolfo, invece dei Pesticidi Chimici) e introducono le innovazioni Agroecologiche come l'impiego degli insetti utili invece degli Insetticidi chimici (le vere biotecnologie scientifiche e naturali)… completano l'opera di “educazione dei propri figli”, ovvero dei padri e delle madri di quei bambini, vittime della televisione e del supermercato… E carnefici inconsapevoli dei propri figli, come denunciato dal film “I nostri figli ci accuseranno” di Elisabeth Zoja.
Oggi, con grande difficoltà e con il rischio di invasione barbarica degli OGM, che distruggerebbe l'Agricoltura Biologica Italiana ed europea, inquinandola irreversibilmente e rendendo impossibile l'autodifesa dei consumatori e dei contadini, abbiamo in ogni caso fatto dei passi avanti enormi nella consapevolezza, purtroppo a spese delle vittime innocenti delle malattie degenerative, in aumento esponenziale negli ultimi dieci anni, guarda caso in concomitanza con l'entrata sul mercato degli OGM, nascosti negli alimenti attraverso le cosiddette “soglie di (in)tolleranza” (vedasi a tal proposito il testi appena pubblicato di Arpad Putzstay “La sicurezza degli ogm” – EDILIBRI, 2008).
Ma, nonostante un referendum contro i Pesticidi, con 19.600.000 voti espressi dal popolo italiano per l'abrogazione delle soglie di tolleranza di pesticidi negli alimenti (tarate su un corpo di 60 kg, cosicchè i bambini subiscono dosi anche 10 volte superiori agli adulti, ndr !!!), oggi addirittura i residui di (in)”tolleranza” dei Pesticidi negli alimenti sono state recentemente allineate ai livelli più alti in Europa e non è stata introdotta neanche la Ricetta per il controllo delle vendite di Pesticidi stessi.
Questa prescrizione obbligatoria per la vendita dei “prodotti chimici di sintesi” porterebbe almeno 10.000 posti di lavoro potenziali per i tecnici agronomi (ENEA – ISFOL, dati pubblicati), con risparmio di almeno il 50% di Pesticidi oggi usati dagli agricoltori, seppur inutili, killers delle Api e degli esseri umani. Ovvero un risparmio di circa 500 milioni di € in Italia, 50.000 € per ogni tecnico impegnato (uno stipendio di tutto rispetto). Soldi oggi spesi oggi inutilmente dagli agricoltori per veleni buttati nel cibo, nell'acqua e nell'ambiente, controproducenti sulla produzione agricola in quanto ammazzano per lo più insetti utili, con alternative valide ed efficienti di tipo Biologico.
Inoltre, i Pagamenti Agroambientali dell'UE (dal 1992 e in forma obbligatoria dal 2000), avrebbero dovuto corrispondere agli agricoltori Biologici la compensazione dei maggiori costi e minori ricavi, più un 20% di costi di transazione, per il beneficio sociale portato dall'Agricoltura Biologica, la quale dovrebbe “per legge” dovrebbe quindi convenire a tutti gli agricoltori.
Ma le Regioni, con il beneplacido della Commissione UE – DG Agri e dei Sindacati Agricoli (Confagricoltura, CIA e Coldiretti-Consorzio Agrario-Venditore di Pesticidi e concimi chimici), presenti nei tavoli di concertazione locali dove si discutono i programmi regionali, insieme alle Associazioni Ambientaliste e ad alcuni rappresentanti dell'Agricoltura Biologica (AIAB, AMAB) quantomeno passivi e inattivi, erogano oggi solo delle elemosine agli Agricoltori Biologici. Ad esempio 200 €/ha o anche meno per i cereali biologici, a fronte dei 600 €/ha previsti come massimali dalla UE e non si considera la Zootecnia Biologica nelle misure finanziate per il Benessere Animale, che prevedono fino a 500 € per Unità Bovino Adulto di pagamento Comunitario per gli allevatori biologici, pagamenti non sufficienti a riconvertire le produzioni Chimiche verso il biologico, ne a mantenere i redditi dell'Agricoltura Biologica, con conseguente dismissione di molte aziende biologiche che tornano alla chimica e aumento dei prezzi dei prodotti biologici per le speculazioni di mercato sulla produzione di nicchia.
Mentre l'obiettivo dei Pagamenti Agroambientali (50.000 milioni di € stanziati dall'Unione Europea per il periodo 2007-2013) sarebbe, per legge, quello di Riconvertire le aree intensive al Biologico (dove si usano i pesticidi in grande quantità) in modo da realizzare la vera sostituzione della chimica in Agricoltura, le Regioni aprono bandi per fittizie “riduzioni dei Pesticidi” (denominata come Agricoltura Integrata), illegittime in quanto non controllabili come segnalato dalla Corte dei Conti UE (Sentenza n 3/2005).
Pagando in pratica gli agricoltori che usano pesticidi come hanno sempre fatto, seguendo dei Disciplinari con elenchi di Pesticidi chimici ammessi per ogni coltura e ogni avversità. (La Regione Umbria, ad esempio, ha appena aperto il bando per l'Agricoltura (dis)integrata …nei pesticidi.
Gli Agricoltori, Biologici e non, delle Regioni Umbira, Marche, Toscana e Campania, per questi motivi hanno presentato ricorsi straordinari al Capo dello Stato sui Bandi Agroambientali dei Piani di Sviluppo Rurale regionali (le ricchissime finanziarie agricole per il 2007-2013). Ma è necessario attivarsi anche sulle altre regioni e sulla Corte di Giustizia UE per le allegre approvazioni dei Piani di Sviluppo Rurale Regionali, da parte della Commissione UE

Tanto si poteva fare… e non è stato fatto. Ma molto si può ancora fare… (le Norme e le Costituzioni sono a favore della Salute e dell'Ambiente, diritti “inviolabili”…purtroppo violentati)
…prima che sia troppo tardi. Per i nostri figli.

Ad esempio, il recente regolamento Reach dell'UE prevede che in presenza di tecnologie alternative naturali ed efficenti, come l'agricoltura biologica, l'uso della chimica dev'essere vietato, come ha fatto la Danimarca coi disseccanti agricoli (Roundup) su larga scala.
Le Stesse normative fitosanitarie Nazionali e Comunitarie prevedono che non si possano vendere prodotti chimici tossici per gli insetti utili
Fermando innanzitutto l'invasione Barbarica degli OGM in Europa e lecosiddette soglie di (in)tolleranza di OGM negli alimenti, addirittura in quelli biologici… addirittura senza etichette.
Altrimenti non potremo più tornare indietro.
L'Italia deve adoperarsi per un Bando Mondiale contro l'introduzione nell'ambiente degli Organismi Geneticamente Manipolati e per il Divieto dei Pesticidi Chimici in presenza di valide tecniche sostitutive.

Giuseppe Altieri

“I nostri figli ci accuseranno”. Il locale e l'omogeneizzazione industriale
di Elisabeth Zoja – 31/12/2008
Fonte: terranauta
A inizio dicembre è uscito un film che ha riempito le sale francesi tutti i giorni della settimana. Non si tratta dell’ultima trovata di Hollywood, ma di un documentario sull'utilizzo dei pesticidi e sulle conseguenze per salute e pianeta. Il regista Jean-Paul Jaud presenta un piccolo progetto locale per poi illustrare la situazione agricola in Francia e nel mondo intero.

Una bambina del film dopo chemioterapia“I nostri figli ci accuseranno”, il titolo è cinico, però il documentario comincia con un senso di speranza: all'inizio del 2007 la mensa delle elementari a Barjac passa al biologico. È stato il sindaco del paesino ai piedi delle Cévennes, nel sud della Francia, a prendere l’iniziativa: è il municipio a pagare la differenza di prezzo.

In questo paesino, come nel mondo intero, l’inquinamento industriale e agrochimico preoccupa mamme e papà. Da questo piccolo progetto parte una lotta contro una logica che potrebbe rivelarsi irreversibile, una battaglia perché domani i nostri figli non ci accusino.
Il film si apre con un congresso dell’ONU. “Chi ha conoscenti che soffrono di cancro, diabete o sterilità alzi la mano”, chiede l’uomo sul podio. La metà del pubblico sospira e solleva un braccio. “Il 70% dei cancri sono legati all’ambiente, fra questi il 40% deriva da una contaminazione degli alimenti. Non vi sono mai stati tanti giovani malati di cancro come oggi”.
Sono cancerogene, ad esempio, molte sostanze rappresentate da quei numeri strani che vediamo su innumerevoli confezioni: E232, E102, E122, E127… si tratta di pesticidi e coloranti consentiti dalla legge, poiché in minime dosi sono innocui, ma il loro accumulo negli anni può provocare il cancro.
Il documentario cresce d’intensità, fino a sfiorare il dramma. Si racconta la storia di alcuni bambini morti di cancro, causato dai pesticidi che i loro genitori spruzzavano nell’orto. Appena ai genitori intervistati mancano le parole, la videocamera zooma insistentemente sui loro volti. Il loro silenzio manifesta sensi di colpa e disperazione.
Ogni tanto per alleggerire l’atmosfera vengono mostrate immagini allegre, come i bambini di Barjac che scherzano e mangiano. Ogni qualvolta uno di loro mette in bocca un alimento però, l’immagine è interrotta da dati che illustrano alcuni contenuti del cibo: conservanti, pesticidi, metalli pesanti… in seguito la scena riprende da dove si era fermata, i bambini ridono e fanno sorridere, ma è proprio la loro spensieratezza a rinforzare il dramma.

Ora non solo vi è una mensa biologica a scuola, ma la maggior parte dei bambini di Barjac consuma cibo biologico anche a casa. Prima del progetto solo un bambino su dieci aveva questo privilegio: l’iniziativa della scuola elementare ha influenzato lo stile di vita di intere famiglie. Non si tratta quindi della mensa di una singola elementare, ma di una sensibilizzazione collettiva.

Se il film avesse lo stesso effetto, ogni mela biologica che uno spettatore consumerà, oltre ad essere più sana, farà risparmiare il 30% di emissioni di CO2. Questo sia perchè l'applicazione del metodo biologico comporta un minore consumo energetico, sia perchè contribuisce all'accumulo di carbonio nel terreno, limitando così le emissioni di CO2.
Da una mensa ad un paesino e da un film al suo pubblico, non è assurdo che impariamo dai bambini?

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