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35 ANNI DEL MONUMENTO “AI PIEMONTESI NEL MONDO”

Ricorre quest'anno il 35° anniversario della
costruzione del Monumento “Ai Piemontesi nel
Mondo” di San Pietro Val Lemina in Provincia
di Torino, inaugurato il 13 luglio 1974,
unanimemente riconosciuto come “Monumento
simbolo” dell'Emigrazione Piemontese.
L'evento inaugurale al quale inaspettatamente
hanno partecipato delegazioni piemontesi da
circa 20 Nazioni, a testimonianza dell'attesa di
un segnale forte di attenzione verso i circa 6
milioni di corregionali od oriundi piemontesi
emigrati inconsciamente considerati dispersi
nello spazio, ha immediatamente dato l'avvio ad
una riscossa piemontese attraverso la nascita, la
costituzione e l'unificazione del movimento
Associativo organizzato nel mondo.
Il monumento “simbolo” della nostra
emigrazione ha cosi acquisito un ruolo di
richiamo e di primo piano nel processo di
emancipazione delle nostre comunità, ridando
anima e fiducia ai corregionali oltre confine,
imprimendo forza e volontà per
l'organizzazione di robuste Associazioni in tutto
il mondo, rivitalizzando l'antico ceppo
piemontese sull'orlo dello sgretolamento causa
l'incuria dell'abbandono e della dimenticanza .
Da quel 13 luglio 1974 la piemontesità è
sbarcata nelle lande più remote e ha avuto il
merito di non perdere la propria identità, ma
anzi di farne humus fertile nelle patrie
adottive.
Disseminante un po' dovunque ci sono circa
180 Associazioni e rappresentanze, vere e
proprie “ambasciate” piemontesi, impegnate a
costruire il nuovo volto di una presenza oltre
confine che sente e avverte ora altre esigenze.
Le lacrime della lontananza hanno lasciato il
posto a una consapevolezza diversa. Oggi più
che mai c'è concreto bisogno di continuità nei
vari provvedimenti nazionali e regionali a
partire dal riconoscimento giuridico del Museo
dell'Emigrazione di Frossasco, ora punto di
riferimento e centro aggregante della nostra
storia e della nostra cultura.
Associazioni ed Enti Istituzionali, uomini della
politica, della cultura e del volontariato, e
quanti ad ogni livello operano nel settore
dell'emigrazione, tutti dobbiamo continuare
uniti nella più grande collaborazione per
programmare, per contarci, per fraternizzare,
per fondere le due anime del popolo
piemontese: quella presente sul territorio e
quella lontana, ma ancora con la mente e con il
cuore legati alla propria terra.
Da parte nostra assicuro che continueremo con
rinnovato impegno senza abbassare mai la
guardia, convinti come siamo che i piemontesi
nel mondo, umiliati da disattenzioni passate,
hanno bisogno di sentirsi sempre “Piemontesi
con parità di diritti e di doveri”. Mai più,
quindi, vinti nel mondo o gente che ha “pagato”
per il benessere degli altri, o “estranei” nella
propria terra d'origine, ma artefici di primo
piano e di grande strategia nella costruzione di
un sano ed unico Piemonte , rispettosi dei
propri figli in patria e in ogni angolo del mondo.
Michele Colombino

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