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LA RACCOMANDAZIONE E LA CARCERAZIONE PREVENTIVA INGIUSTA SONO REATI IMPUNITI

Caro direttore,

come sempre, ogni mattina, cerco tra le pagine dei giornali e dei portali web d'informazione le notizie che sono la base delle mie inchieste. Nella meritoria attività dell’”Associazione Contro Tutte Le Mafie”, ONLUS, riconosciuta dal Ministero dell’Interno, c’è anche quella di informare ed educare alla legalità. Con il portale www.controtuttelemafie.it o con il libro “L’Italia del trucco, l’Italia che siamo”, riusciamo a dimostrare che in Italia nulla è come appare.

Come dicevo, sfogliando le pagine degli organi di informazione nazionali e locali mi sono imbattuto nell’articolo attinente il sistema abilitativo forense, giudiziario e notarile, ovvero il sistema valutativo chiamato “Esamopoli” presso l’Università di Bari, oppure nel caso dell'arresto del sindaco di Pescara, ovvero nel caso “Cristiano Di Pietro” .

Preliminarmente, devo dire che il sistema degli esami e dei concorsi pubblici truccati è nazionale e tocca tutti gli accessi alle lobby e alle caste. Strano, però, che in Puglia sia dovuta venire la redazione di “La Repubblica” da Palermo, a firma di Attilio Bolzoni, per denunciare lo scandalo parentopoli all’Università di Bari. Realtà identica a quasi tutti gli Atenei italiani.

Da quanto emerge dalle nostre inchieste, vi è una certa similitudine tra il sistema accademico con il sistema concorsuale notarile, forense e quello giudiziario, così come le cronache del 2008 ci hanno informato sugli scandali che li hanno investiti.

Detto ciò, mi fa riflettere la considerazione che fanno i firmatari degli articoli di riferimento, i quali considerano, la raccomandazione e l'ingiusta detenzione, una normalità, quasi un malcostume, come se non fossero un vero e proprio reato impunito, specie per chi li subisce.

Come già ebbi modo di dire, alla redazione di “Ballarò” di Raitre, o alla trasmissione “Il Graffio” su Telenorba, o su un trasmissione quotidiana di Telerama, la raccomandazione è reato. Vero è che la fattispecie “Raccomandazione”, così come il “Mobbing”, non ha una sua definizione giuridica, a cui consegue una pena penale. Ma, è anche vero, che se il mobbing viene punito attraverso l’adozione di altre fattispecie giuridiche, come “La violenza privata” o “Le lesioni”, così dovrebbe essere per la raccomandazione.

Vi è il “Falso”, perché nei verbali pubblici si attesta una valutazione non veritiera o fatti inesistenti.

Vi è l’ “Abuso di ufficio”, perché si adotta un atto illegale con violazione di norme di legge, con cui si avvantaggiano soggetti non meritevoli, danneggiandone altri.

Vi è la “Corruzione” e la “Concussione”, perché vi è sempre un interesse e un vantaggio economico, spesso reciproco.

Vi è l’ “Associazione a delinquere”, perché si è in tanti ad essere partecipi. Ecc. ecc.

Insomma, dovrebbe essere equiparata alla turbativa d'asta.

Cosa diversa, invece, è la segnalazione in ambito privato.

Identico discorso è per la custodia cautelare preventiva, quando questa è stata acclamata infondata da un tribunale del riesame.

Non vi sembra che sia un vero e proprio sequestro di persona al fine di commettere un abuso o a seguito di calunnia di un accusa ingiusta, ovvero al fine di commettere violenza privata, oppure al fine di adottare un atto per estorcere un confessione, che da un innocente non può essere rilasciata ?

Per la raccomandazione la conseguenza pratica di questi veri e propri reati è che spesso abbiamo professori raccomandati che non sanno insegnare; medici raccomandati che non sanno curare; magistrati raccomandati che non sanno giudicare o accusare; avvocati raccomandati che non sanno difendere; amministratori raccomandati che non sanno amministrare; ecc. ecc.

Per la custodia cautelare ingiusta la conseguenza pratica immediata è il suicidio e comunque un danno irreparabile, morale, materiale e sociale per chi subisce un'accusa immotivata e un restrizione della sua libertà. Di questo molti media sono corresponsabili.

Certo è che se nulla hanno smosso le denunce del Ministro dell’Istruzione, Maria Grazia Gelmini, che nel 2001 è stata costretta a trasferirsi da Brescia a Reggio Calabria per poter superare l’esame di avvocato, e del Sottosegretario al Ministero degli Interni, Alfredo Mantovano, le centinaia di denunce presentate in tutta Italia dal Presidente Dr Antonio Giangrande, per i concorsi truccati e gli abusi dei magistrati, è normale che siano regolarmente insabbiate.

Per l'errore giudiziario e per l'ingiusta detenzione, le poche volte che sono riconosciute dai colleghi dei responsabili e in assenza codardica di avvocati del foro di competenza, comunque è sempre il cittadino a pagare, mai chi ha commesso il danno.

E’ naturale, se questi reati, per i responsabili non sono reati…………, specie se ad attestarlo sono proprio chi fa parte delle componenti necessarie di tutte le commissioni di esame: avvocati, professori universitari e magistrati, quest’ultimi a giudicare se stessi; specie se ad attestarlo sono magistrati che adottano o hanno adottato gli stessi sistemi di carcerazione preventiva.

E' naturale, se poi questi signori stanno tutti al Parlamento a fare leggi in conflitto di interessi professionali.

E' naturale, se da parte dei media, spesso genuflessi al potere giudiziario ed economico, non scatta la voglia di verità e giustizia.

Nella conformità imperante è normale che chi la pensa come me, sia tacciato di stravaganza.

Grazie dell’attenzione.

Presidente Dr Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE

099.9708396 – 328.9163996

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