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Il primo Convegno dei Giovani Italiani nel Mondo, visto da Vale-ria Davini ( Delegazione AMM Onlus — Regione Lombardia)

L’ Associazione dei Mantovani nel Mondo Onlus, grazie alla disponibilità della Regione Lombar-dia,ha avuto al possibilità di accreditare al Convegno dei Giovani italiani nel Mondo tre giovani ri-cercatori della storia dell’emigrazione :Simonetta De Favero, Valeria Davini e Dario Carta).Ai lavori della Conferenza erano presenti per il Portale dei Lombardi nel Mondo www.lombardinelmondo.org e del sito www.mantovaninemondo.org ) il Presidente dell’AMM Da-niele Marconcini ,il Direttore del Portale dei Lombardi nel Mondo Luciano Ghelfi e il caporedatto-re,sempre del Portale dei Lombardi nel Mondo,Fabio Veneri).

Si è conclusa a Roma il primo convegno dei giovani italiani nel mondo. L'iniziativa, proposta dal primo governo Prodi e attuata dall’attuale esecutivo, si spera possa ripetersi in futuro in linea con un calendario prestabilito e a scadenze regolari. Scopo di questo incontro era dare la possibilità agli italiani residenti all’estero di dibattere e proporre nuove idee rispetto a cinque temi conside-rati fondamentali: identità, lingua, cultura, partecipazione e mondo del lavoro.
Molto autorevole è stata la partecipazione delle alte cariche dello stato alla cerimonia di apertura tenutasi a Montecitorio il 10 dicembre, giornata in cui si festeggia anche l’anniversario della Di-chiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: i discorsi di Giorgio Napolitano, presidente della Re-pubblica, di Gianfranco Fini e Renato Schifani, rispettivamente presidenti della Camera dei Depu-tati e del Senato, sono stati accolti da oltre seicento giovani uditori provenienti per lo più dall’estero, sostituitisi, per un giorno, agli onorevoli che solitamente occupano quella sala.
I lavori veri e propri si sono svolti alla sede della Fao: i partecipanti si sono suddivisi in cinque gruppi tematici, ognuno corrispondente ad una problematica scelta dagli organizzatori.
Il gruppo “Identità italiana e multiculturalismo”, riunitosi in aula plenaria, ha visto una fortissima partecipazione da parte dei ragazzi e una divisione del documento finale in due parti: una relativa al concetto d’identità, l’altra a quello di cittadinanza. È il primo punto che ha scaldato maggior-mente gli animi: in particolare quando si è deciso di non includere la religione nel percorso che contribuisce al rafforzamento dell’italianità, poiché il proprio credo è da considerarsi un diritto in-violabile ma non un elemento senza il quale l’identità di italiani all’estero non esisterebbe. Nella stessa ottica, quest’ultima è stata definita come un percorso soggettivo, quindi diverso per ognu-no, ma alla cui creazione contribuiscono valori, persone e istituzioni. Fondamentale, ad esempio, è il ruolo dei genitori nel momento in cui riescono a trasmettere ai propri figli l’amore per il Paese da cui provengono, inteso come attaccamento alle tradizioni, alla terra, ma anche come informazioni rispetto a ciò che in esso è accaduto e accade tuttora: una consapevolezza di quello che si è e si vorrebbe essere.
Alle proposte effettive, come la creazione di social network, l’agevolazione di progetti intercultura-li e la crescita della solidarietà generazionale, si sono affiancate le critiche verso i tagli previsti dalla finanziaria e il funzionamento delle istituzioni che attualmente regolano i rapporti con le comunità italiane; critiche rivolte da tutti i partecipanti ai rappresentati del governo presenti alla giornata di approvazione del documento finale.
Premessa fondamentale al documento stilato durante la sessione di lavoro è l’assoluta condivisio-ne di alcuni valori  il rispetto dei diritti umani e della diversità e l’auspicio che tutto il mondo, ma soprattutto l’Italia, possa dirigersi verso una vera multiculturalità  chiaro riferimento ai discorsi tenuti durante l’apertura dal presidente della Camera Gianfranco Fini («Ci deve essere rispetto per i flussi migratori che l’Italia sta conoscendo. La nostra nazione è stata popolo di migranti e di im-migrati. Bisogna avere gli anticorpi necessari contro qualsiasi forma di razzismo e xenofobia») e dal presidente del Senato Renato Schifani («Oggi è anche la ricorrenza della Dichiarazione Universale dei diritti Umani. Voi siete cittadini del mondo […].»).
Due sono, però, le piccole critiche che mi sento di muovere nei confronti di questo avvenimento. La prima è la sensazione che molti di questi ragazzi, nonostante la lunga preparazione che ha pre-ceduto il ritrovo di tutti loro alla sede della Fao, siano arrivati poco informati circa alcuni dati, con scarsi supporti alle loro affermazioni: cosa che ha portato, talvolta, a perdere tempo (ad es. du-rante la discussione sulla cittadinanza, quando molti non ricordavano che in Italia vale ancora lo ius sanguinis, secondo cui la cittadinanza viene trasmessa dai genitori ai figli, e non lo ius soli).
La seconda è il poco spazio concesso ai ragazzi per confrontarsi su cosa sta succedendo in Italia, cosa mantiene viva l’emigrazione dal Paese. È vero che l’iniziativa era volta a discutere di ciò che è necessario fare rispetto alle comunità di connazionali presenti all’estero, ma è vero anche che uno dei punti ritenuti importanti dai partecipanti è la conoscenza di ciò che qui sta avvenendo. E allora perché non chiedersi cos’è che spinge molti giovani ad abbandonare l’Italia, cosa la rende priva di attrattiva per i neolaureati, per i ricercatori, per coloro che cercano un lavoro e qui non lo trova-no? Sono queste persone che continuano ad accrescere i gruppi di Italiani presenti all’estero e con essi non portano solo le tradizioni che qui hanno imparato e che li hanno formati, ma anche le e-sperienze che hanno vissuto, positive e negative: le motivazioni che hanno spinto molti di loro ad andarsene contraddicono le affermazioni che alcuni rappresentanti del governo hanno fatto, ovve-ro la necessità di promuovere la cultura italiana all’estero. Infatti quello che alcuni di questi ragazzi hanno avuto l’opportunità di raccontarci contribuisce solo a diffondere l’idea che l’Italia, al mo-mento, non sia un paese che dia delle prospettive ai giovani.

Valeria Davini

Nella foto : La delegazione AMM Onlus – Regione Lombardia : Simonetta Del Favero,
Valeria Davini, Dario Carta e Daniele Marconcini)

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