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Il Progetto PD secondo noi

Angelo Salvatori e Marilù Anaclerio,
Associazione Communitas, Roma

Gli avvenimenti di questi ultimi giorni hanno creato tra i militanti del Pd stati di avvilimento e depressione. Molti si chiedono se si sia toccato il fondo, altri si chiudono in un silenzio attonito. Il dato più allarmante , oltre ai non secondari problemi giudiziari, è secondo noi, l’assenteismo dell’elettorato che in Abruzzo ha raggiunto livelli mai toccati fino ad ora, più che la sconfitta o la crescita impressionante dell’IDV.
A questo si aggiunge il continuo svilupparsi di diatribe interne alla Direzione Nazionale, spesso sostenute da personalismi o vecchi rancori di chi proviene, come la quasi totalità dei dirigenti, dai due partiti DS e Margherita. Questa,secondo noi, è la punta dell’iceberg che nasconde la drammaticità del problema di fondo, ossia la mancanza di un reale progetto riformista solidale, basato su una Nuova Idea di Paese, suffragata e sostenuta da una Nuova Classe Dirigente che integri realmente quella che – ormai possiamo dire – proviene da un’altra Era.
Il riformismo, senza una Nuova Idea di Paese ed una Nuova Classe Dirigente, rimane purtroppo una parola vuota che non fa più presa sull’elettorato in generale, ma meno che mai su quello del Pd.
Per innovare, però, ci vuole coraggio. Il coraggio di contrastare i molti conservatorismi che ancora si annidano nel PD. Non basta rispondere con episodici No alle proposte spesso sgangherate della destra che ripropone soluzioni vecchie e superate, ma che colpiscono l’immaginario.
Il momento di crisi economica drammatica porterà, non solo ad un aumento del tasso di disoccupazione, che può anche essere temporaneo, ma alla cancellazione di moltissimi posti di lavoro, situazione che invece rischia concretamente di essere definitiva.
Il Nuovo Partito ed il Nuovo Riformismo dovrebbero alimentarsi con proposte programmatiche di largo respiro.
Nel lavoro sarebbe necessario rivoluzionare tutto l’attuale sistema contrattuale con una nuova regolamentazione che assorba le procedure nordiche di Welfare e difenda non solo i lavoratori a contratto, ma anche gli atipici.
Nel settore universitario sarebbero necessari interventi profondi, atti a selezionare i migliori docenti, anche con contratti privatistici, e le migliori università, eliminando ad esempio il valore legale della laurea.
Bisognerebbe avere il coraggio di innovare anche nel settore sicurezza, proponendo una razionalizzazione delle Forze di Polizia.
Nella giustizia bisognerebbe proporre un piano di ammodernamento degli uffici giudiziari e leggi di semplificazione delle procedure per ridurre i tempi dei processi, e non combattere i giudici.
Nella politica industriale bisognerebbe creare un piano mirato a creare soggetti industriali più grandi, per dare più forza alle nostre imprese e creare condizioni vantaggiose per attirare e non respingere, come avviene ora, gli investimenti dall’estero.
Si potrebbe continuare a lungo, ma quello che è chiaro è che bisognerebbe creare le condizioni perché si percepisca che il Pd ha un progetto realmente riformista di sinistra ed una classe dirigente nuova per attuarlo.
Credo, quindi, che sia sempre più necessaria ed urgente una Conferenza Programmatica che affronti globalmente questi problemi. Se la Conferenza Programmatica prevista ai primi dell’anno saprà rispondere a queste domande, il Pd avrà un futuro. Se, invece, la Conferenza si trasformerà in una resa dei conti tra le vecchie anime del Pd, lo stesso Pd potrebbe essere a rischio di Implosione.
Noi che non proveniamo dalle strutture partitiche preesistenti, ancora ci ostiniamo a pensare che il Pd abbia un futuro.

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