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CHIESTO DAL SEGRETARIO GENERALE DEL CGIE ELIO CAROZZA UN INCONTRO CON IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI ON.SILVIO BERLUSCONI

IL “RAMMARICO” DEL CGIE PER IL RINVIO DELLE ELEZIONI DEI COMITES

Il Segretario Generale del CGIE, Elio Carozza, ha inviato, oggi, a nome del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, On.le Silvio Berlusconi, sottolineando il “rammarico” del CGIE per il provvedimento di rinvio delle elezioni dei Comites al 2010, chiedendo, al contempo, un incontro al Premier per un rilancio delle politiche migratorie.

Di seguito il testo della lettera inviata al Premier Berlusconi.

“On.le Silvio Berlusconi
Presidente del Consiglio dei Ministri

Signor Presidente,

l'ultimo Consiglio dei Ministri ha approvato una delibera, inserita nell’articolo 10 del Decreto mille proroghe, con la quale differisce le elezioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero (COMITES).

Le elezioni per il rinnovo dei COMITES avrebbero dovuto tenersi entro il 20 Marzo 2009, in applicazione delle prescrizioni dell’art. 8 della legge 286 del 23 ottobre 2003. Con il citato provvedimento, invece, il Governo rinvia le elezioni a data da stabilirsi entro il 31 dicembre 2010.

Questa decisione fa seguito ai provvedimenti adottati con la Finanziaria 2009, che ha sancito decurtazioni sulle voci relative alle politiche per gli italiani all’estero mai conosciute prima, superiori del 60 % rispetto ai livelli del 2008. In particolare, sono stati colpiti settori nevralgici come quelli riguardanti la diffusione della lingua e della cultura italiana e l'assistenza ai connazionali, già dotati di risorse insufficienti. A questo, aggiungerei inoltre la decisione del Governo di non convocare la Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni, le Province Autonome e il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, nonostante il preciso dettato della Legge 198 del 18 giugno 1998 e la puntuale richiesta espressaLe dal CGIE in data 11 giugno scorso.”

“In questo modo – prosegue il Segretario Generale – si sospendono e si spostano nel tempo diritti previsti e garantiti dalla stessa legislazione del nostro Paese.

E’ illusorio pensare, Signor Presidente, che il risparmio di qualche milione di euro possa compensare il colpo che si arreca ad un sistema di relazioni che produce grandi vantaggi per il nostro Paese sia sul piano della presenza dell’Italia nel mondo che su quello più strettamente economico e commerciale.

La cosa che più ci preoccupa, inoltre, è che, non tenendo fede ad impegni derivanti da atti legislativi, sono messe in discussione l'immagine e la credibilità dell'Italia tra le nostre comunità all'estero,dove purtroppo, si va rafforzando l’impressione che il Governo abbia imboccato una strada di disinteresse verso gli italiani che vivono nel mondo.”

“Ritornando al rinnovo degli organismi di rappresentanza, la decisione presa del Governo, nonostante le forti richieste di tenere le elezioni alla scadenza naturale presentate dagli stessi COMITES, dal Consiglio Generale degli italiani all'estero, dal mondo associativo, da numerose forze politiche e dalla maggioranza dei Parlamentari eletti all'estero, allontana sempre di più le nostre comunità dal proprio Paese di origine.

Per questo – afferma il Segretario Generale del CGIE – non posso tacerLe, Signor Presidente, amarezza, delusione e rammarico.

Il Consiglio Generale degli italiani all'estero non si sente di avallare le motivazioni addotte per il rinvio delle elezioni basate sull’esigenza di riformare la legge istitutiva dei COMITES alla luce della presenza in Parlamento degli eletti nella circoscrizione estero. L'attuale legge istitutiva dei COMITES é stata già riformata nel 2003, su proposta del Suo precedente Governo, quando la normativa relativa al Collegio estero e sul voto per corrispondenza era definita. Essa tiene conto, dunque, di questa rilevante novità.

Per quanto concerne, invece, la riforma del Consiglio Generale degli Italiani all’estero, essa non può non tenere conto di un più ampio scenario riguardante la riforma dello Stato, entro il quale la rappresentanza deve essere complessivamente riconsiderata. Sarà difficile, infatti, mettere mano alla citata rappresentanza senza ridefinire la fisionomia, il ruolo e la composizione della stessa nell’ambito di ciascuno dei due rami del Parlamento. “

“Signor Presidente, prosegue Carozza, intendo porre alla Sua attenzione un’ultima riflessione sul modo in cui in diversi Stati Membri dell'Unione Europea si sta discutendo della rappresentanza dei cittadini che risiedono fuori dai confini del Paese d'origine. Se n’é parlato di recente nel corso della Conferenza promossa dal Governo Francese e dall’Assemblea dei Francesi nel Mondo nell’ambito del Semestre di Presidenza Francese della Unione Europea nello scorso mese di settembre.

Gli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero sono stati al centro dell'attenzione per l’importanza del cammino fino ad oggi percorso e per la loro validità sul piano della rappresentanza democratica, tanto da indurre i francesi e gli altri Stati Membri a dichiarare di voler procedere nello stesso senso.

Negare diritto di parola a tali organismi, sia pure con il rinvio di un anno, significa favorirne obiettivamente un’involuzione e introdurre un elemento di debolezza non solo nell’immagine del nostro Paese all’estero ma anche e soprattutto delle istituzioni italiane che operano nel mondo.”

Ed il Segretario Generale del CGIE sottolinea “Avere solide Istituzioni italiane di rappresentanza all’estero, affiancate alla rete diplomatico-consolare, rappresenta una garanzia di solidità e sicurezza per il nostro Paese, ovunque.

Voglio sperare che Ella voglia dedicare un poco del Suo tempo e della Sua attenzione alle nostre comunità all’estero e dare un importante segno di disponibilità accogliendo la richiesta, che Le rivolgo a nome dell’intero Consiglio Generale degli Italiani all’estero, di incontrare il Comitato di Presidenza del nostro organismo per esaminare costruttivamente azioni e iniziative che possano rafforzare, anche attraverso questi canali, la presenza del nostro amato Paese nel mondo.

Voglia gradire, Signor Presidente, i migliori auguri da parte mia e del CGIE per il Natale e per il nuovo Anno, un 2009 che auspichiamo di “ripresa” per tutti gli Italiani, in Italia e all'estero.

Elio Carozza
Bruxelles, 22 dicembre 2008”

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