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Operazione Perseo, Lumia presenta un’interrogazione parlamentare

Il senatore del Pd Giuseppe Lumia ha presentato una interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della giustizia e dell'Interno.
«Nella storia di “cosa nostra” – scrive Lumia – si è sempre avuta la presenza di boss mafiosi, falsi ammalati, che sono cioè, riusciti ad aggirare il rigore del carcere attraverso l'alterazione di documenti o il più delle volte per corruzione di operatori sanitari, facendosi riconoscere delle malattie apparenti e funzionali alla scarcerazione e soprattutto al fine di ottenere gli arresti domiciliari e riprendere così più agevolmente le fila delle attività ordinarie dell'organizzazione mafiosa di riferimento».
«Anche l'inchiesta Perseo del 16 dicembre 2008 – sottolinea – dimostra che questa “antica abilità” si è rivelata ancora una volta efficace al punto che il boss mafioso Benedetto Capizzi il 13 febbraio 2008 riesce ad essere scarcerato per motivi di salute, ottenendo gli arresti domiciliari. In questo modo ha potuto riorganizzare la vita di cosa nostra nella provincia e nella città di Palermo, e ha puntato alla ristrutturazione e alla guida della Commissione provinciale dell'organizzazione mafiosa». «Ancora una volta – aggiunge – sono emersi i legami di cosa nostra con operatori sanitari in grado di diagnosticare false malattie per ottenere benefici penitenziari; nello specifico nell'operazione Perseo l'ausiliario coinvolto è Giovanni Capizzi, dell'Ospedale civico di Palermo e “consulente sanitario” di cosa nostra».
Lumia, quindi, chiede «se sia in previsione un'ispezione mirata atta a comprendere con quali procedure ed eventuali complicità il boss mafioso Capizzi Benedetto abbia ottenuto i benefici degli arresti domiciliari; e come il Governo intenda intervenire per impedire che casi simili si ripetano».

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