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I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale bloccano un canale di traffico di beni archeologici apuli dall’Italia alla Spagna

Operazione Arqueo-ferry

Il Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Bari, il 2 dicembre scorso, ha eseguito, in collaborazione con il Reparto Operativo TPC di Roma e l’Arma territoriale, una serie di perquisizioni nelle province di Foggia, Roma e Viterbo a parziale conclusione di una complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Bari e finalizzata alla disarticolazione di organizzazioni criminali dedite allo scavo clandestino nelle aree sottoposte a vincolo di Bari e Foggia e all’esportazione illecita dei beni archeologici. Dopo aver individuato, nella seconda decade di giugno, uno dei principali filoni di commercializzazione illecita all’estero dei reperti archeologici italiani (con l’identificazione dei soggetti dediti al reperimento in Italia e all’illecita esportazione in Francia dei beni archeologici nonché all’individuazione dei mercanti che a Parigi ponevano in vendita presso note e stimate gallerie d’arte i beni provenienti dagli scavi clandestini), con le perquisizioni appena svolte, i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale hanno colpito il canale di traffico illecito dei reperti archeologici apuli verso la Spagna.
Contestualmente alle perquisizioni in Italia, infatti, il Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Bari, in collaborazione con il paritetico Servizio spagnolo Grupo de Patrimonio Historico-Artistico e il Servizio Interpol – Italia, ha condotto a termine, in territorio spagnolo, nell’ambito della rogatoria internazionale disposta dalla Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Bari, autorizzata dal Procuratore Capo dott. Emilio Marzano, e con la partecipazione del Sostituto dott. Roberto Rossi, un’operazione mirata al recupero di beni archeologici apuli proventi da scavo clandestino.
Come per la Francia, anche per il territorio iberico, le indagini hanno permesso di accertare che i reperti archeologici, illecitamente esportati da cittadini italiani -pugliesi e romani- con base logistica a Valencia, venivano commercializzati sfruttando una compiacente galleria di Barcellona.
Le perquisizioni, eseguite a Barcellona e Valencia, hanno portato al sequestro di 131 reperti archeologici in ceramica e di una statua in marmo acefala e priva braccia e gambe, alta cm. 100. Tra i beni sequestrati, di sicuro interesse archeologico e il cui valore commerciale complessivo è stimabile in 1.000.000 €, si citano:

crateri a campana a figure rosse
hydrie,
lekithos,
crateri a mascheroni,
askos,
skyphos,
kylix,
asphageon,
statuette fittili.
I beni recuperati saranno rimpatriati al termine delle indagini, mentre la prossima settimana rientreranno in Italia i reperti sequestrati a Parigi nel corso delle operazioni del giugno scorso.

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