LETTERA APERTA AI DIRIGENTI DEL PD, DELL’IdV, DEL PRC, DEL PdCI, DEIVERDI, DEI DS, DEI RADICALI, DEI SOCIALISTI

e, p.c., ALL'ON. CASINI

A Destra, la melassa berlusconiana, dedita prevalentemente a
tutelare gli affari e i malaffari del suo Mandarino: non è nata dal nulla.
Il terreno di coltura e di crescita, infatti, glielo ha procurato la
Sinistra

tutta, sia quella di matrice marxista, sia quella di matrice democristiana e
sia quella di matrice liberale, che, dalla caduta dei muri di Berlino e di
mani pulite, si è perduta in mille rigagnoli, e non riesce o non vuole
confluire in un unico alveo o, quanto meno, in attesa di decantazioni di
vario genere e del taglio definitivo di vecchi cordoni ombelicali, in alvei
paralleli e affiancati, con un progetto politico unitario sia pure a breve
termine.
Un miracolo, dirà qualcuno. Sì! Un miracolo che avrebbe potuto operare
il buon Prodi, se non glielo avessero impedito i, consapevoli o no, cavalli
di Troia di Berlusconi, presenti nella sinistra.
All'orizzonte, purtroppo, non se ne vedono altri. Infatti, tutti gli
altri, escluso Di Pietro, sono impegnati a litigare fra di loro (perfino
dentro le correnti in cui si sono suddivisi) anziché a studiare un progetto
unitario, condiviso e realizzabile.
Quanto a Di Pietro, che ha creato un'area di parcheggio, in continua
crescita, per i delusi del defunto centrosinistra, è fumo agli occhi del
Mandarino di Arcore, dal quale è additato come un'infezione della Sinistra:
a causa della quale infezione egli dice: – “Con questa Sinistra non si può
dialogare”. Convinto com'è, che se quell'infezione, dovesse raggiungere la
giusta espansione, perfino gli antidoti Alfano, Schifani, Gasparri e simili
perderebbero ogni potere nella tutela della sua “salute”. “morale”.
Ed egli, il madarino, (unico Capo di Stato dell'Occidente democratico
che concepisca la democrazia secondo gli insegnamenti della scuola
sovietica) alla “salute”, alla propria, ovviamente, e al modo di tutelarla
ci tiene, e – secondo gli insegnamenti appresi da quella scuola- sa come
fare.

Tant'è che il popolo, intossicato secondo copione, ha voluto
trasformare il Parlamento in un ambulatorio dedito, soprattutto, alle
diagnosi e cure degli acciacchi del Mandarino.
Veltroni, attento! Resisti ai richiami dello “infermo” e dei suoi
medici, dei suoi infermieri e dei raccoglitori dei suoi escrementi, che
demonizzano Di Pietro per fartene liberare e poter, così, contare, per la
perfetta funzionalità dell' “Parlamentoambulatorio”anche sul tuo partito.
Possiamo stare tranquilli? Possiamo sperare in una presa di coscienza
del pericolo che la nostra democrazia sta correndo e, sia pure turancoci il
naso, riusciremo ad unirci per correre ai ripari?

Non sarà che noi, i non intossicati, per non lasciare la scena
esclusivamente ai sostenitori diretti ed indiretti del Mandarino, saremo
costretti ad associarci a Grillo?
Signori Dirigenti:- ” Se continuate a litigare e noi, i non
intossicati, dovessimo sentirci costretti a mandarvi a quel paese, non
contate di salvare la faccia tirando fuori la solita menata del
qualunquismo: ché il qualunquismo non è, come chi ne causa l'insorgere usa
sostenere, nel DNA degli italiani, confondendolo con la furberia, (che lo è
davvero ed è altra cosa, come il trionfo del Mandarino dimostra); ma è una
reazione alla furfanteria, alla cialtroneria ed alla pavida sottomissione ad
essa dei politicanti delle opposte sponde.

In altri termini, quello che viene chiamato, con disprezzo,
qualunquismo: è un bisogno di riscatto morale e civile dalla furfanteria
degli uni e dalla viltà degli altri; e custodisce contemporaneamente la
speranza di riuscire a svegliare la parte sana della Casta affinché, prese
le distanze dai capibastone delle due opposte sponde, si mobiliti e mobiliti
anche noi per aiutarla a demolirne il potere.

Signori dirigenti, se non volete morire e farci morire berlusconiani,
recuperate, se li possedevate già, l'amore, il rispetto e i doveri verso la
Democrazia.

E che il Dio, di chi ci crede, ed il buon senso e la ragione, di chi non
crede, vi aiutino e ci aiutino.

Pasquale Iacopino

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