L’uso della bicicletta disincentivato anche dai troppi furti

L’uso della bicicletta disincentivato anche dai troppi furti e dalla facilità con cui le stesse vengano rimesse sul “mercato” anche tramite la rete. Il Componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA propone la creazione di una Anagrafe Nazionale delle biciclette.

Secondo numerose statistiche il fenomeno del furto delle biciclette è in costante aumento tra i reati contro il patrimonio: si discute di una media giornaliera di circa 2,7 in ogni città. La questione più eclatante è che nella gran parte dei casi, tali furti non vengano denunciati per svariate ragioni, e tra le principali, va segnalata l’impossibilità per il cittadino di offrire validi elementi di identificazione della bicicletta. Peraltro, le denunce rese innanzi alle Autorità di Pubblica Sicurezza pur così numerose, descrivono solo una parte del fenomeno che per percezione comune, è molto più diffuso perché in gran parte sommerso.
Ebbene, ogni giorno tanti cittadini che hanno scelto questi veicoli come mezzi di locomozione, patiscono questo danno, che ne dissuade tanti altri che potrebbero utilizzarli per i loro spostamenti quotidiani.
Va detto però, che così come da una parte sono indiscutibili i benefici individuali e collettivi legati alla diffusione della bicicletta come mezzo di trasporto, dall’altra è evidente la difficoltà a porre efficaci iniziative di contrasto al fenomeno dell’aumento dei “ladri di biciclette”.
Secondo il Componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, data la facilità con la quale i velocipedi vengono rimessi in commercio, anche per la costante diffusione dell’ “e-commerce”, ossia della vendita on-line di beni anche usati, si rende sempre più necessaria la creazione di un’”Anagrafe Nazionale” delle biciclette sul modello dei Pubblici Registri Automobilistici.
Lo scrivente, ritiene, infatti, che attraverso la punzonatura sul telaio di un apposito codice alfanumerico e la registrazione in una banca dati nazionale, potrebbe costituire un primo semplice deterrente per porre un argine al fenomeno.
Lecce, 09 dicembre 2008.

Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA

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