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L´ORA DEI NOSTRI GIOVANI

In riferimento alla invitazione a partecipare i giovani dell´Efasce oggi27 novembre alle ore 19:00, nella Casa degli Italiani, per un incontro con la delegazione dei giovani che parteciperanno rappresentando la nostra comunitá nella Prima Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani all´Estero; colgo l´opportunità di farmi presente con il seguente mesaggio.

Ringrazio l´attenzione e vi porgo i miei piu cordiali distinti saluti al COMITES e un saluto speciale alla Delegazione dei Giovani che rappresenterano l´Uruguay, con gli auguri di buon lavoro e successo.

Mario Mattiussi
Ente Friulano dell´Uruguay

L´ORA DEI NOSTRI GIOVANI

In quel di Parigi 1968 erano giorni di primavera. Nei nostri giovani cuori il sangue bolliva. Ci univa l´insoddisfazione e il desiderio di ciò che ancora non conoscevamo ma che era sognato,immaginato,quasi intuito. Eravamo quegli studenti che nel mondo godevano di una certa solvenza economica, spinti da una certa incontentezza verso la società, si può dire quasi naturale. Occupavamo le strade. Esprimevamo il nostro rifiuto con cartelli e lungo i corridoi delle Università contro la guerra nel Vietnam e denunciavamo la povertà e la fame nel Terzo Mondo, conseguenze del colonialismo imperante.

Erano gli anni della nostra gioventù. Lamentavamo l´ipocrisia e lo spreco della società europea. Mossi dallo stesso vento, irrompemmo nella vita sociale e politica, con il desiderio di partecipare al cambio.

Tutto iniziò nel mese di maggio. Ancora oggi alcuni anacronismi della mia generazione, con nostalgia del tempo andato dicono:”Giovani erano quelli di prima”.

Già la primavera si era stabilita a Parigi non solo con gli uccelli e i fiori, più in là del Paese c´era la società, l´occupazione studentesca, operaia, artistica, intellettuale che sentiva la coscienza di appartenenza ad uno stesso settore, ad una stessa forza, con gli stessi ideali e medesima negazione.

Senza dubbio c´era molto. Coscienza della libertà, compromessi con la giustizia e i meno abbienti. Custodire il mondo come la casa di tutti non per lo scialacquio dei potenti. No alle guerre di prevenzione. L´importante era l´amore e valorizzare il ruolo della donna.

Rivedo ancora quelle immagini simboliche dei giovani che come me innalzavano le bandiere.Ritorno alla realtà di oggi. La situazione degli Italiani all´estero, le loro Istituzioni e penso al futuro. Si presenta allora un nuovo tema sulla gioventù: la nostra prossima generazione, quelli giovani italiani all´estero.

Tutte le strade portano a Roma. Mancano pochi giorni perchè cominci la 1ª Conferenza dei Giovani nel Mondo che si svolgerà nella capitale italiana. É un avvenimento importante per la Comunità Italiana all´estero e una grande occasione per ascoltare e che queste giovani generazioni siano vivi espressione di volontà.

Ragazzi che quando erano più piccoli hanno ascoltato da noi che siamo i loro genitori, la classica domanda “Che farai da grande?” Per noi era metterci nelle loro proiezioni verso il futuro e ci divertivamo ascoltando le loro risposte impensabili.

Quando erano piccoli gli ideali erano a fior di pelle e fantasticavano con occupare posti di comando,di coraggio,di alti voli.Altre volte rispondevano semplicemente che avrebbero voluto essere come mamma e papà,conquistando i nostri cuori.

Crescendo non facevamo più queste domande, forse per paura della risposta. Ma non dobbiamo temere le loro risposte quando sappiamo quello che abbiamo loro inculcato. L´apprensione è implicita quando non sono state date le armi della cultura, la forma di intraprendere la vita con dignità e lavoro. Quando in loro nulla è stato seminato, ognuno dovrebbe sapere come regolarsi dopo aver generato tanto vuoto.

Chi ha seminato aspetta il germoglio: nuove idee e attitudini positive. Le nuove bandiere saranno i loro freschi pensieri. Le stesse bandiere di italianità portate anni fa dalle generazioni del maggio francese.

Sono questi i giovani del sec.XXI, la nostra continuità. Anche loro sono immersi in tanti problemi simili a quelli che avevamo noi alla stessa età: studiando, lavorando, innamorandoci o soffrendo per un posto di lavoro e per uno stipendio migliore. Forse anche sognando un futuro e una famiglia, senza chiudersi a riccio, dentro tanto nichilismo moderno in un mondo complesso.

Ragazzi è il vostro momento. Dimostrate che si può fare e non solo dire. Vengano i giovani a unirsi con chi c´è già. Non manca lo spazio per i volenterosi, per i responsabili che costruiscono continuando ad arare il solco come abbiamo fatto noi con i nostri “vecchi”.

Occupare per occupare è sterile. Un graffito alla Sorbona ricordava “Non maltrattate i palazzi, i nostri obiettivi sono le Istituzioni” Ecco, bisogna pensare alle Istituzioni, esse si alimentano di voi, delle nuove generazioni.

È l´ora di farsi presenti, perche di questa riunione a Roma si potrà dire se i giovani italiani all´estero di 3a; 4a, o 5a generazioni, esistono o si hanno perso irremissibilmènte tutta identitá.

Sempre ricordare che mai il molto costò poco e ciò che si è raggiunto se non ha una continuità, si disperderà.

Ragazzi: A voi la parola e le attitudine. Adesso, il futuro è vostro e nelle vostre mani.

Grazie.

Ing. Mario MATTIUSSI

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