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Una iniezione di vita, di gioia, di speranza

di Giovanni Sarubbi

L’esperienza della “Settimana dei bambini del mediterraneo”

UNA iniezione di vita, di gioia, di speranza. Questa è stata per me la “Settimana dei bambini del Mediterraneo” che si è svolta ad Ostuni, in provincia di Brindisi, dal 20 al 25 ottobre 2008 e a cui ho avuto la fortuna di partecipare per soli due giorni. Una festa di voci, di colori, di volti tutti diversi provenienti da vari paesi del mediterraneo. Dall’Albania, dalla Palestina, da vari paesi dell’Africa, dall’Italia. Una festa che è giunta quest’anno alla sua decima edizione e che aveva come titolo “L’altro/il diverso, mio compagno di viaggio”. Ho avuto l’onore di partecipare a due incontri con due scuole superiori, una ad Ostuni e l’altra ad Oria (un paese vicino ad Ostuni sempre in provincia di Brindisi) dove ho parlato del dialogo cristiano-islamico e della VII giornata celebrata quest’anno lo scorso 27 ottobre e di cui il nostro sito è punto di riferimento nazionale.
Sono stati per me due momenti molto intensi. Nella prima scuola ad Ostuni, un liceo classico, ho trovato gli alunni impegnati nella mobilitazione contro il decreto Gelmini. Ciò nonostante due classi, una settantina di ragazzi e ragazze, mi hanno ascoltato per più di un ora con attenzione e partecipazione mentre parlavo loro di dialogo cristiano-islamico, cosa per loro assolutamente nuova. Nella zona di Ostuni, mi hanno spiegato, la presenza musulmana è marginale.
Quando ho cominciato a parlare e a raccontare come e perché è nata l’idea della Giornata del dialogo cristiano-islamico avevo una grande preoccupazione. Non essendo io un insegnante non sono abituato ad avere contatti con giovani di età compresa fra i 14 e i 17 anni. Stabilire il giusto canale di comunicazione è sempre l’elemento fondamentale quando si illustra qualcosa che è nuovo per gli uditori di una conferenza. La preoccupazione si è però sciolta subito quando sono cominciate a giungere le prime domande che dimostravano come i ragazzi avessero seguito attentamente ciò che io dicevo.
Altrettanto è successo nel secondo incontro ad Oria nel liceo tecnologico. Qui l’accoglienza è stata ancora più festosa e la partecipazione ancora più attiva. Una serie di domande, anche di tipo personale, mi hanno fatto toccare con mano sia la dimensione della gioia sia quella della speranza. La gioia che traspariva dai volti dei ragazzi e delle ragazze, il loro interesse per un argomento nuovo e assolutamente inusuale per qualsiasi programmazione scolastica. La speranza nel vedere tanta gioventù interessarsi ad argomenti “tosti” e non alle solite frivolezze proposte dalla TV spazzatura.
Altrettanta gioia e voglia di vivere ho potuto toccare con mano assistendo, questa volta da spettatore, a tre momenti molto belli, anzi direi bellissimi.
Il primo è stato partecipare alla grande festa con tutti gli organizzatori tenuta nei locali di un albergo ad Ostuni. Qui ho potuto conoscere l’infaticabile organizzatore di tutta la settimana, Lorenzo Caiolo, un uomo speciale, di rara cultura e sensibilità, un insegnante che ama profondamente il suo lavoro ed i ragazzi e che considera la sua attività come una vera e propria missione. Un animatore nato, uno che sprizza vitalità da ogni poro e che è fondamentale per la riuscita di una qualsiasi iniziativa.
Durante quella serata anche io, che non ho mai ballato in vita mia, sono stato partecipe attivo di un ballo guidato da un fratello africano, su un ritmo africano: una vera e propria esplosione di gioia, di suoni, di simboli, di gesti capaci di liberare lo spirito umano dal senso di oppressione e paura da cui siamo quotidianamente sommersi nelle nostre società occidentali. Durante quella serata un pittore, Aziz Fuad, ha dipinto su una grande tela tutto ciò che avveniva attorno a lui, trasferendo su un quadro i volti dei partecipati i colori della sala tutto ciò che solleticava la sua fantasia. Persino i suoni e gli odori sembravano magicamente impressi su quella tela dipinta con un arte veramente incredibile.
Il secondo momento è stato assistere alla iniziativa di Ottimomassimo. Sembra incredibile ma in Italia esiste chi crede che i ragazzi possano essere interessati a leggere libri. Sono una sorta di missionari della lettura per ragazzi. Hanno una biblioteca ambulante, un grosso furgone trasformato in libreria, che loro chiamano librobus con oltre 3000 titoli scelti tra le case editrici più attente del panorama librario internazionale, che gira per le città, andando di scuola in scuola, di mercatino in mercatino. Ad Oria, vicino ad Ostuni, li ho potuti vedere all’opera davanti alla locale scuola elementare. Certo li ci sono dei bambini e bambine eccezionali, “che mangiano persino le verdure” e non le solite porcherie che ci propina la tv. Ma io stentavo a credere ai miei occhi nel vedere questi bambini e bambine ascoltare accovacciati a terra davanti alla libreria ambulante uno dei tre librai raccontare loro le storie contenute in vari libri per ragazzi di cui il librobus è pieno. Mi hanno ricordato la mia infanzia quando dopo aver imparato a leggere cominciai a leggere i miei primi libri, quelli per ragazzi, Capitani coraggiosi, i libri di Salgari, La capanna dello zio Tom, Dalla terra alla luna, Ventimila leghe sotto i mari… Altri tempi che oggi sembrano lontanissimi ma che l’entusiasmo dei librari di Ottimomassimo mi ha fatto rivivere. (Per chi ne vuole sapere di più andate sul loro sito www.ottimomassimo.it, sono veramente bravi.).
Ma quello che mi ha commosso più di tutto è stato assistere, in un teatro stracolmo di ragazzi delle scuole medie, allo spettacolo della COMPAGNIA TEATRALE OLTRE QUELLA SEDIA. Una compagnia composta per la maggior parte da quelli che noi ci ostiniamo a chiamare disabili (una parola che non è la contrazione della frase “diversamente abili”). Una compagnia che incarna veramente a pieno quello che hanno scritto sul loro sito: “Non serve essere né esperti né inesperti, né professionisti né alle prime armi, né abili né disabili, né appassionati né curiosi, né bambini, né giovani né anziani, né forti né deboli. Basta essere esseri umani”. ). Nessun attore professionista, tutto volontariato. Vanno in giro per l’Italia a rappresentare la vita che è in ogni essere umano e a chiedere alle anime di ognuno/a che assiste ai loro spettacoli di risvegliarsi, di ritornare a vivere, di riscoprire la gioia e la luce, di considerare le persone come esseri umani, qualsiasi sia la loro condizione. Sono bellissimi. Lo spettacolo più bello e affascinante che io abbia mai visto.
Perché, mi direte, parlare tanto a lungo di questa tua esperienza? Lo faccio perché credo sia importante testimoniare che un altro mondo è possibile e perché raramente ho trovato la competenza, la passione, la gioia che ho potuto vivere ad Ostuni grazie all’impegno di Lorenzo Caiolo e di tutti i volontari che insieme a lui da dieci anni realizzano una settimana di iniziativa veramente splendida. E’ importante testimoniare che c’è chi propone iniziative diverse, lontane dalla cultura edonistica che ci sommerge. E’ importante prendere esempi da queste persone, aiutarle ed essere aiutate con lo scambio di esperienze a diffondere il bene anziché il male. E’ importante sapere che esistono istituzioni dello stato gestite in modo diverso, dalla parte dei cittadini e non di piccoli gruppi di potere.

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