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Onorevole Gianni Farina: Una settimana di appassionata partecipazione politica in Parlamento e tra gli emigrati

Dietikon, Basilea, Zurigo: anziani e giovani uniti nell’impegno

Una settimana di appassionato dibattito in Parlamento a difesa dei diritti degli emigrati e, a seguire, gli incontri con i nostri cittadini in Svizzera.
La serata di venerdì 14 novembre a Dietikon all’incontro con gli anziani costruttori dei partiti della sinistra nella terra degli elvezi.
Uomini e donne che hanno vissuto la resistenza e l’emigrazione.
Memorie viventi della memoria e della storia nostra.
E quanta passione, ancora.
Volontà, impegno passione partecipativa alla costruzione del Pd,la nuova grande forza dell’emigrazione italiana.
Sabato 15 all’università di Basilea, per presenziare alla consegna degli attestati di certificazione linguistica a poco meno di 400 alunni dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana e dei Licei svizzeri.
L’aula magna stracolma di ragazze e ragazzi, docenti, genitori, autorità convenute alla giornata della cultura italiana in terra elvetica.
Negli occhi dei giovani, l’orgoglio di avercela fatta, di aver aggiunto un altro tassello al loro multiculturale sapere.
Sono generalmente doppi cittadini, svizzeri e italiani allo stesso tempo, da oggi e per il futuro, cittadini dell’Europa moderna e solidale.
Avremmo voluto che alla manifestazione avessero presenziato i ministri Gelmini e Tremonti.
Un’utile esperienza per non commettere ulteriori e tragici errori.
Al pomeriggio, l’incontro a Zurigo, alla Paradeplatz, regno del terremotato impero bancario svizzero, con i cinquemila lavoratori provenienti da ogni parte della Confederazione, per gridare forte il loro sdegno, difendere i loro risparmi erosi da dissennate politiche finanziarie,
riaffermare il diritto alla lavoro, ad una pensione decorosa.

Vi è da lavorare assieme e in tutti i campi.
La crisi economica e sociale che investe tanta parte del mondo e segnatamente i paesi di emigrazione italiana, imporrebbe di lavorare all’altezza delle nuove esigenze di confronto e di cooperazione tra società, popoli e istituzioni diverse, ricercando il difficile terreno dello scambio paritario, non solo per gli aspetti economici ma anche per quelli culturali e scientifici.
La questione della scuola e della cultura degli emigrati è componente essenziale di questa strategia che richiede, naturalmente, un’articolazione adeguata alle singole realtà.
In questo quadro, va ribadita la validità di politiche per l’integrazione come asse portante delle linee di intervento a livello sovrannazionale, nazionale e locale.
È oramai chiaro che l’integrazione è intesa come un corretto e proficuo scambio tra realtà sociali e culture diverse senza pratiche di dominio e di imposizioni come purtroppo ancora oggi avviene.

Per realizzare l’obiettivo dell’integrazione interculturale è perciò indispensabile perseguire con tenacia il confronto positivo con le istituzioni, le forze sociali, gli operatori dei paesi di emigrazione.
Il riconoscimento a pieno titolo della lingua e della cultura italiana all’interno delle strutture scolastiche nei vari paesi, è condizione essenziale per completare processi di formazione integrata e superare più o meno residuali condizioni di emarginazione.

Non può quindi essere sottaciuto né giustificato l’attuale disimpegno del governo che non ha portato innanzi il confronto, non ha assolto all’indispensabile ruolo di intervento per garantire il diritto alla formazione, alla cultura, a servizi efficienti , a organismi elettivi
all’altezza di un paese civile e moderno.
Insistiamo: occorre invertire la tendenza.

Il nostro è un grido disperato e cosciente che va raccolto.
Tutte le possibilità vanno attentamente valutate.
Ove reperire fondi aggiuntivi per il 2009- 2011 anche attraverso strumenti eccezionali già utilizzati in particolari e gravi situazioni.
Per sanare una situazione frutto di una finanziaria allestita con la noncuranza del ragioniere cieco che taglia ove gli anelli sono più deboli, il grido di dolore meno forte, la riconoscenza (parlo dell’assistenza diretta agli indigenti italiani in America latina) non indispensabile perché troppo lontana.
Miopia.
Miopia.
E ancora miopia.
Dalla crisi si esce razionalizzando e tagliando i rami secchi.
E si investe sulle potenzialità; che sono grandi, di milioni di nostri giovani connazionali all’estero di cui, Basilea, ne è un esempio.
Una risorsa, se non la si disperde, per l’oggi e per il domani.

On. Gianni Farina

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