Il senatore del Pd Giuseppe Lumia ha presentato un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, e al Ministro dell'interno, Roberto Maroni, sulle intimidazioni subite negli ultimi tempi da Antonino Di Matteo e sulle misure che il governo intende adottare a tutela di quest’ultimo.
«Nei giorni scorsi – scrive l’esponente del Pd ricostruendo i fatti – è scattato l’allarme nei confronti del magistrato della Divisione distrettuale antimafia di Palermo, dottor Antonino Di Matteo, quando un uomo nel primo pomeriggio ha citofonato al portiere dello stabile dove abita il magistrato, dicendo che doveva consegnare una pianta, chiedendo che gli venisse aperto il portone del palazzo. Il custode ha risposto che sarebbe andato lui a prendere il regalo. Ma davanti all'ingresso non ha trovato nessuno. Sono scattati i controlli nei diversi fiorai della zona, ma nessun negoziante ha detto che era prevista la consegna di una pianta al magistrato».
Ma, ricorda Lumia, «il suddetto antefatto segue di poco l'atto intimidatorio subito dal dottor Antonino Di Matteo lo scorso 14 settembre 2008. La particolarità riguarda proprio il lancio del razzo di segnalazione da parte di colui che ha violato la proprietà della dimora estiva del dottor Di Matteo».
Sottolinea l’ex presidente dell’Antimafia: «il dottor Antonino Di Matteo conduce da diversi anni delicatissime inchieste antimafia che lo hanno esposto e lo espongono a serissimi rischi per la sua incolumità e quella della sua famiglia, dalle indagini per la strage di via d'Amelio fino ad arrivare all'attuale processo per la mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995, dove tra l'altro viene affrontata la cosiddetta “trattativa” tra Cosa Nostra e “pezzi” delle istituzioni».
«A fronte di tutto ciò – aggiunge – è assolutamente urgente che lo Stato dia un segnale forte, garantendo il potenziamento della sicurezza del dottor Di Matteo e di tutti quei magistrati che lavorano in prima linea contro le organizzazioni mafiose. Le Prefetture, le Forze di polizia, la magistratura sono sempre attenti a non sottovalutare il reale pericolo rappresentato da Cosa Nostra e da tutte le mafie, ma se il Governo non dà centralità alla lotta alla mafia e alla sicurezza con risorse e mezzi da destinare alla protezione di chi è più esposto, si creano i gravissimi presupposti di isolamento per tutti coloro che si stanno battendo contro di esse. Questo è un rischio che nessuno si può più permettere».
Senza dimenticare che «Cosa Nostra si sta riorganizzando e non è da escludere il ritorno ad una strategia delle armi dentro l'organizzazione mafiosa, ma anche verso l'esterno, così come rilevato da parecchi episodi recentemente riportati dalle Forze dell'ordine e dalla magistratura; si è di fronte a segnali che non possono essere ignorati dalle istituzioni su cui grava la responsabilità di aumentare il livello di sicurezza nei confronti dei magistrati; la sicurezza dei magistrati antimafia è in assoluto una priorità che non può essere più disattesa».
Lumia chiede, quindi, «quali valutazioni dia il Governo sullo stato di pericolo rappresentato oggi da Cosa Nostra per i rappresentanti delle Istituzioni; quali mezzi e risorse intenda investire per la sicurezza di chi è esposto nella lotta alle mafie» e, concretamente, «quali siano le misure di protezione che il Ministero dell’interno ha assunto o intende assumere per il dottor Di Matteo e la sua famiglia.