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Incredibile "censura" del termine clandestino

“Di fronte alla ridicola e grottesca censura proposta da alcune agenzie “democratiche”, a cui si è immediatamente associata la FNSI, contro l'uso del termine “clandestino”, sorge spontanea una domanda. Come dovremmo chiamare, per essere politicamente corretti, colui che, entrato o rimasto nel nostro Paese in spregio alle norme sull'immigrazione, talora rendendosi responsabile di spaccio, violenza, furti e rapine, etc. etc.? Dal vocabolario buonista espungo un florilegio di termini alternativi: galantuomo, angeluccio, personcina per bene, fiorellino, gioia della mamma, pulcino, passerotto e, solo per la Sicilia, bravo picciotto. Ho segnalato la proibizione del termine incriminato ai giornalisti di Radio Padania Libera, i quali, però, mi sono sembrati irremovibili nella decisione a continuare a mandare coraggiosamente in onda – come oggi, nonostante la censura -, la canzone di successo di Manu Chao “Clandestino”… “.

Lo afferma il capo-delegazione della Lega Nord al Parlamento europeo, Mario Borghezio.

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