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LE IDENTITA’ DELLA VITA

Dentro le dimensioni del non finito
Adultità e cambiamento

Elaborato di ricerca del saggio di D. Demetrio, Educazione degli adulti.

Gli argomenti di cui tratta la ricerca sono la definizione di età adulta e le possibilità ad essa connesse di continuare a formarsi, nella transizione del cambiamento evolutivo esistenziale. Tali questioni sono state affrontate negli ultimi decenni da Erikson e Van Der Berg in relazione alla nozione di cambiamento. Assumendo il presupposto epistemologico cioè il modello conoscitivo per cui se non c’è cambiamento non sussiste educazione, il soggetto deve partecipare a questa esperienza e in età adulta lo sviluppo non è terminato, in quanto tale processo non ha fine, a patto che il soggetto si riconosca incompiuto e non finito. La pedagogia rivolta al mondo degli adulti fa capire tali concetti. Le pedagogie raggiungono il loro intento quando fanno capire al soggetto la sua dimensione desideriale, la voglia di imparare e perfezionarsi nello sviluppo, nella metabletica, in quanto scienza del cambiamento adulto.

Le rappresentazioni dell’identità adulta

Se la vita è il “grande laboratorio” della formazione perché è il teatro dell’esperienza, le opportunità predisposte ad hoc perché l’individuo impari a leggere, scrivere e stare con i suoi simili, sono appunto “piccoli laboratori”. L’esperienza del cambiamento presenta sempre una valenza formativa. L’idea di formazione, dar forma, è impiegabile anche quando ci si decostruisce e non solo quando si aggiunge. Infatti invecchiare è esperienza formativa anche se presuppone una perdita. L’apprendere e l’imparare non sono mai fenomeni additivi o cumulativi: per entrare nel nuovo occorre ristrutturare il vecchio. Le cause che sfasano i tempi dell’invecchiamento e che variano le percezioni individuali della propria età sono l’istruzione, la povertà, l’occupazione e l’alimentazione. L’età è un costrutto personale, instabile, sempre rivedibile, dal momento che è l’individuo che fissa i parametri di un’età psicologica di cui decreta gli arresti o le transizioni, in auto-attribuzioni che ciascuno si assegna facendosi scrittore di un proprio copione di vita la cui trama sarà tracciata dagli incontri avuti. L’interpretazione psico-sociologica ribadisce il fatto che sono le interazioni col mondo ad oggettivizzare la nostra vita, rendendola reale ed oggettiva.
Le rappresentazioni identificative delle fasi della vita umana possono sintetizzarsi nell’arco, dove tutto si conclude e per sempre; il ciclo in cui tutto può ricominciare; il corso per cui tutto è irregolare ed indeterminato. L’individuo è sempre producente la propria biografia nella mediazione e interazione con altri.

La psicologia dell’arco vitale

Nella psicologia della metafora esistenziale, la vita umana è continua trasformazione, dove lo sviluppo autogenetico dura tutta la vita.
L’evoluzione esistenziale può essere continua o discontinua, per cui un comportamento può derivare dal precedente, oppure cumulativa o innovativa, per cui i comportamenti precedenti sono mantenuti in quelli successivi. Lo sviluppo autogenetico può variare in base a condizioni storico-culturali, in quanto gli individui si sviluppano, crescono, evolvono in un mondo che cambia. Le trasformazioni nel soggetto si dividono in diverse categorie. Le influenze per età che rappresentano i determinanti fattori biologici, ambientali e i processi maturativi del comportamento. Le influenze storiche come guerre, epidemie e carestie costituiscono fattori di arresti dello sviluppo. Le influenze non normative sono imprevedibili, come vincite, morti, incidenti.
Da Adamo ed Eva, creati con l’argilla già adulti, alla Dea Atena, che nasce già adulta dal cranio di Zeus, l’adultità è interpretata come misura di tutte le cose.
Gesù, Maometto, San Francesco, Buddha sono profeti illuminati che iniziano l’opera di redenzione e di diffusione della parola salvifica in età adulta. La crisi, il conflitto, la frattura, rappresentano implicazioni del processo metaforico perché non esiste una forma di rinascita al nuovo che sia indolore. Le rinascite non sono manifestazioni regressive, in quanto colui che cambia non torna indietro, ma torna a crescere. Il cambiamento implicito nella rinascita e nelle fasi stadiali dell’evoluzione nello sviluppo e nella crescita esistenziali è sinonimo di saper affrontare le avversità, nelle metamorfosi dove si rivela la rielaborazione delle identità, in cui il passato, altro da sé, ma non rinnegato, si trasforma.
L’adulto/individuo non è in grado di rappresentarsi da solo, ma ha bisogno della mediazione dei suoi simili per assegnarsi un’identità, in cui il nemico e l’amico sono indispensabili per la personale e soggettiva identificazione. L’identità si manifesta quando il soggetto è in grado di comunicare tramite il linguaggio e altre forme comunicative, l’esistenza di un proprio IO, entità senza possibile copia.

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