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GAD LERNER: AUTENTICO INFEDELE, A MENO CHE…

“A proposito dei periodici dibattiti sul mondo dell’informazione, ‘mistificati’ non avendo portato nel corso degli anni alcun tangibile beneficio, perché non cambiare realisticamente rotta passando dalle parole ai fatti?”.
“Non assume odore di imbroglio, per esempio, l’ammissione di Dino Boffo: ‘l’ora del mea culpa’ (maggio 2000, con Lei presente), in cui elencava ben otto ‘mai più’, dal momento che, sbugiardando se stessi, si continua a comportarsi come prima, si continua ad applicare reiteratamente la legge antidemocratica del più forte o la cultura dell’omertà, si continua ad eludere che è obbligo inderogabile dei giornalisti il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede?”.
Gad Lerner, non rispondendo, deve aver ritenuto chi ha formulato le due domande già sottoterra da un pezzo, in quanto “L’infedele è una trasmissione pensata esclusivamente per chi respira”.
Tanto vale, per questo, trovare conforto nei fantasmi, si creda oppure no alla loro esistenza. Il primo in cui ci si imbatte, come se non potesse mancare all’appuntamento, è quello di Niccolò Machiavelli: “Noi altri di Italia poveri, ambitiosi et vili”.
Noi altri di Italia poveri, ambiziosi e vili, ovviamente in quel contesto storico, che nulla ha a che spartire con il presente, in cui è possibile respirare a pieni polmoni grazie anche alle lezioni del tutto gratuite che Gad Lerner impartisce ovunque decida di mettere piede per fare sfoggio del suo talento, essendo ormai cosa vecchia, lontana nel tempo, il rimprovero, se così lo si può definire, che gli mosse Giampaolo Pansa ritenendolo “un esempio di leccaculismo querciaiolo” (29 giugno 2000).
Da Niccolò Machiavelli ad uno sparuto gruppo di fantasmi che mai come oggi si rivoltano nell’oscurità in cui si trovano, il passo è breve, sentendoceli alle costole per l’impossibilità di potersi esprimere come vorrebbero, magari potendo mettere nero su bianco, per l’attualità che riveste, quello che scrissero nel marzo del 1925:
“E non cerchino e non ammettano pretesti alla vigliaccheria. Non dicano che non bisogna sacrificarsi per delle piccolezze. Non dicano che è meglio riservarsi per le grandi cose. No, bei signori! Dovete cominciare a resistere nelle piccolezze. Se non avete il coraggio delle piccolezze, quando lo troverete per le grandi cose? Chi non sa compiere questi atti di dignità e di resistenza nelle cose piccole non si dica nostro amico. Non ci mandi i suoi buoni consigli. Non ci dissuada dal comprometterci per niente, non ci spieghi la gravità del momento. Non legga il Non mollare. Non ne è degno. Legga il Giornale d’Italia e non ci rompa le scatole. A questi antifascisti vigliacconi vada il nostro disprezzo”.
Per questa pura e semplice ragione non si dovrebbe avere almeno un po’ d’accortezza, di buongusto, prima di invitare gli altri ad immedesimarsi quando non ci si è immedesimati affatto in chi, già ghettizzato, si emargina come non si emarginerebbe in un lazzaretto neppure un lebbroso.
Interessante sarebbe sapere se Gad Lerner rifletterà in tal senso e, soprattutto, se smetterà di porre ancora in pratica questo aberrante sistema, magari traendo profitto dall’insegnamento che hanno dato persone oneste, serie, integre, integerrime, documentandosi, anziché prendere abbagli come già gli è successo. Perché piuttosto di proporre le baggianate, l’inconsistenza, la mediocrità in tutti i sensi di tanti, non mettere sul piatto della bilancia, ad esempio, l’attualità del pensiero di Emilio Lusso?
“Se la opportunità di reagire contro un’ingiusta aggressione dovesse sempre subordinarsi alla certezza del successo, la viltà diventerebbe il sentimento dominante, e la prepotenza impunita e la codardia sottomessa regolerebbero, sole, i rapporti sociali”. Emilio Lussu, autentico antifascista come chiunque si sia opposto al fascismo rischiando il carcere, il confino, l’esilio, la confisca dei beni, il manicomio, non il nulla, come chi, oggi, spacciandosi tale, fa bella mostra di sé senza avere alcun titolo. Non a caso è stata istituita l’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti.
Antifascisti, gli Emilio Lussu, che mai avrebbero supposto che gli antifascisti vigliacconi di allora sarebbero stati superati di gran lunga dagli antifascisti vigliacconi di oggi che, se non se la fanno subito addosso, si calano le brache con una velocità estrema pur non essendoci, neppure stagliato all’orizzonte, né lo spettro del carcere, né quello del confino, dell’esilio, della confisca dei beni, del manicomio (Giuseppe Massarenti nel 1937 è rinchiuso in un manicomio: benché sano di mente tornerà in libertà soltanto nel dicembre del 1944).
Gad Lerner avrà, infine, il coraggio di cambiare registro, o continuerà a fingere di ignorare che si violano impunemente (cose mai viste neppure in regime fascista) i doveri deontologici di lealtà e di buona fede, nonché l’obbligo di promuovere la fiducia tra stampa e lettori?

P.S. Per contattare l’autore: Silvano STRAZZA – Casella postale n. 1141 – 16121 Genova Centro

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