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Giovanna Canzano intervista DELIA CIPULLO

… “Non vorrei apparire reticente ma devo dire che nell'esercizio dell'interpretazione empirica
delle intenzioni dell'ex pm non mi cimento, non sarebbe giusto.
Mi occupo di comunicazione politica, finirei per esprimere un giudizio unilaterale che non mi compete in questa sede e che lascio ai maitre a penser…” (Delia Cipullo)

CANZANO 1- Nel marzo del 2006 sei direttore del quotidiano “Italia dei Valori”, organo ufficiale del partito fondato da Antonio Di Pietro, nel marzo 2008 il quotidiano, che nel frattempo ha cambiato testata in “Idea Democratica”, interrompe le pubblicazioni: si è trattato comunque una esperienza formativa per la tua carriera?

CIPULLO – Non vi è alcun dubbio. Una indimenticabile esperienza professionale ed umana. E non è un modo di dire: quella affollata e caotica redazione era diventata un cantiere di idee, grazie al contributo di colleghi giovani e creativi che avevano accettato la sfida di fondare da zero un quotidiano tutto nuovo, in grado di ospitare le posizioni di tutti quelli che desiderassero esprimersi. Il direttore di un quotidiano, sebbene minore come il nostro, si trova ogni giorno ad avere a che fare con l'umanità più varia. Ogni giorno ricevevamo decine di email ed alcune lettere di lettori che chiedevano di essere rappresentati nelle loro istanze. Impari presto che in giro c'è una gran sete di rappresentatività e senti che non puoi ignorare i racconti di madri, padri, figli, professionisti, imprenditori, immigrati, come se non fosse affar tuo.

CANZANO 2- La 'chiusura' addirittura di un quotidiano e non il cambio della direzione dietro al tuo rifiuto di certificare lo svolgimento del praticantato giornalistico di Anna Di Pietro?

CIPULLO – Su questo argomento si è detto e scritto di tutto. Ho svolto la professione giornalistica sempre al meglio, ho molto rispetto per questa che considero la professione più stimolante ed appagante in assoluto e mi sono sempre contraddistinta, se non altro, per aver preferito il lavoro, l'impegno, alla ribalta. Non ho motivi di particolare acrimonia nei confronti di alcuno, avrei soltanto preferito una maggiore sensibilità su un argomento troppo importante: il lavoro e la vita di una dozzina di giornalisti che hanno lavorato, tanto e bene, anche per il successo della formazione politica guidata da Antonio Di Pietro.
Non credo purtroppo che l'argomento interessi ormai a molti ma una precisazione sento il bisogno di farla: il quotidiano cominciò a navigare in acque difficili quando, e questo non è un mistero, il nostro dante causa, Antonio Di Pietro, decise – e ci comunicò – che da un giorno all'altro ci avrebbe ritirato la qualifica di “organo ufficiale del partito “Italia dei Valori”. Da quel momento, com'è ovvio, dovemmo obbedire e reagimmo nell'unica maniera possibile: lasciare libera all'ex pm la testata Italia dei Valori e modificarla radicalmente. La mia redazione, grazie anche all'editrice, ha resistito strenuamente per ancora molti mesi all'insegna del “tout va très bien, madame la marquise” prima di arrendersi davanti all'impossibilità, per un quotidiano non finanziato, di continuare ad essere nelle edicole. Economicamente impossibile.

CANZANO 3- “Nessuno ha capito perché Di Pietro ha fatto in modo che l'Editrice Mediterranea dismettesse la testata, mentre oggi sembra guardare con interesse a un ritorno mediatico, forse per percepire immediatamente la liquidità garantita dal finanziamento pubblico” affermi in una tua intervista, Di Pietro allora non è moralmente diverso dagli altri politici italiani?

CIPULLO – Non vorrei apparire reticente ma devo dire che nell'esercizio dell'interpretazione empirica delle intenzioni dell'ex pm non mi cimento, non sarebbe giusto. Mi occupo di comunicazione politica, finirei per esprimere un giudizio unilaterale che non mi compete in questa sede e che lascio ai maitre a penser. Aggiungo che alcuni lati di questa vicenda per certi versi dolorosa mi sono tuttora oscuri; altri aspetti sono avvolti in una penombra che, certo, non ha soddisfatto la mia curiosità ma chissà che un giorno non se ne venga a capo: la verità è figlia del tempo e non mi piacciono le verità parziali. Preferisco attendere: non ho ceduto al richiamo di farmi tirare per la giacca neppure quando, lo ammetto, il rancore aveva il sopravvento sul resto e le sirene che cercavano di attrarre mie critiche su Antonio Di Pietro erano molto insistenti ed attraenti.
Una operosa attesa, certo, ma non mi manca la pazienza.

CANZANO 4- “Cosa hai imparato, se qualcosa hai imparato, da questa esperienza che pure descrivi in termini positivi?

CIPULLO – Purtroppo, tra le altre cose, lo ribadisco, molto positive, ho imparato invece che i segnali che arrivano vanno colti e non trascurati in nome di un non meglio definibile positivismo. La nostra però è una professione in progress continuo, i cambiamenti fanno parte del curriculum di un giornalista ed anche gli strattoni sono in conto. Per certi versi costituiscono un aspetto molto positivo della scelta professionale che ho fatto molti anni fa.

CANZANO 5- Oggi il tuo impegno nel giornalismo e nella società continua ad essere sempre alla ricerca della verità e della lealtà che ti contraddistinguono?

CIPULLO – Non potrei occuparmi d'altro che di relazioni istituzionali: sono assolutamente incapace di pensare a me in una condizione professionale diversa. Oggi sono tornata ad occuparmi di comunicazione politica ed istituzionale e ritengo di farlo con la dedizione e la lealtà che vorrei mi fossero sempre riconosciute. Tornare “dietro le quinte” è stato intanto un sollievo per la conduzione quotidiana della mia vita. Vorrei essere riconosciuta per il lavoro che svolgo, mai per le azioni che ho compiuto: è più faticoso ma l'impegno non mi spaventa…

BIOGRAFIA

Giornalista professionista, Delia Cipullo è nata a Napoli ma è a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) che ha sempre vissuto. Poi il trasferimento a Roma circa otto anni fa. Nel 2000, in occasione del Grande Giubileo, lascia la redazione del quotidiano provinciale presso il quale svolge attività di redattore capo per trasferirsi temporaneamente a Roma dove, in occasione del Grande Giubileo, è team leader nell'organizzazione della macchina comunicativa del Giubileo. Dopo aver frequentato il master in Comunicazione Sociale Istituzionale presso la Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce, Nel luglio del 2003, a qualche mese dalle elezioni europee del 2004, è capo ufficio stampa di Gianni De Michelis, già ministro degli Esteri e ministro del Lavoro, che si candida e viene eletto nelle liste del partito di cui è segretario, il Partito Socialista Nuovo PSI, erede del Partito Socialista di Bettino Craxi. Da spin doctor e ghost writer del leader politico partecipa alla stesura di due saggi sulla comunicazione e sulla comunicazione sociale istituzionale. Curiosamente, e non tardano a sottolinearlo, ed a più riprese, alcune testate nazionali, nel febbraio del 2006 è direttore del quotidiano “Italia dei Valori”, organo ufficiale del partito fondato da Antonio Di Pietro. Oggi si occupa di comunicazione istituzionale ed è consulente di alcuni personaggi politici.

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