…elezioni americane, vince il popolo ?
Solo 44 anni fa un altro “dreamer” Martin Luten King sogno’ un altra America. Oggi Obama all’ eta’ di 44 e’ il 44 esimo presidente americano e cerchera’ di portare quel sogno alla Casa Bianca.
Personalmente non sono mai stato un “fan” del sistema presidenzialista, preferisco la democrazia diretta dove il popolo in perfetta armonia con i suoi rappresentanti decide del proprio e il futuro della nazione. Un “dream” questo ancora tutto da realizzare. Ma questo e’ un altro discorso.
In America oggi ha vinto la linea politica della ri-distribuizione delle risorse economiche proposte in campagna elettorale da Obama, con questo programma ha potuto incidere sui giovani e sulle classi medie o medio basse. A Mccain sono rimasti i vecchi conservatori. La difficolta’ di base che il neo presidente trovera’ nel realizzarlo e’ e sara’ l’ uomo bianco the “ real power “. Questo giovane progressista ha si dimostrato che in America tutto e’ possibile, si poteva e si e’ fatto, adesso ha pressapoco due mesi per imparare l’ arte della politica per non essere sopraffatto dal suo vice, il quale come tutti sanno e’ molto piu’ esperto e piu’ inserito nel mondo dei potenti sia in madre patria che all’ estero. Nel suo discorso di ringraziamento Omana mette in primo piano l’ essere, il popolo, il diverso, i poveri l’ americano medio che non arriva alla fine del mese. Promesse elettorali qualcuno a questo punto direbbe. Guai se un politico in qualsiasi elezioni non includesse nel suo programma i poveri, pena il fallimento, dico io! . Da un punto di vista economico il popolo americano ha gia’ perso, ( ma come ? ) Con tutti i milioni che si son spesi per la campagna elettorale ! So che questo punto di vista non va a braccetto con la dialettica conformista di chi sostiene che fare politica significa vincere e vincere a tutti i costi. Fare politica significa innanzitutto realizzare, ottenere risultati, risanare, e’ ora che il legislatore ne prenda coscienza. Al di la’ delle retoriche e dei fiumi di parole che i commentatori ed esperti politologhi di ogni dove, hanno gia’ speso e spenderanno nei prossini giorni , la prova del nove, restanno i risultati. Vorrei ora spostare i miei cannoni sul Pianeta Italia, mentre in America si parla di padri fondatori, di unita’, di democrazia e di liberta’, in Italia invece qualcuno mette ancora in discussione i nostri padri fondatori l’ unita’ nazionale, la stessa Costituzione e la liberta’ di manifestare. Questo dimostra quanto la nostra di democrazia sia ancora ai primi passi. Obama cita con orgoglio Lincon, in Italia non si parla mai di Garibaldi o se lo si fa e solo per ridiminsionarlo ad un semplice “filobustiere” , oppure dei 300 giovani e forti che dietero la loro giovane vita per il tricolore. Obama : “ noi siamo e resteremo gli Stati Uniti d’America “, in Italia con il federalismo fiscale, cavallo di battaglia di leghisti si va verso la creazione di 20 staterelli in un Paese disunito e politicamente scorretto. Prima che in Italia “si vedrà” un primo ministro di colore o figlio discentente da immigrati ne passeranno di secoli. Per quel che riguarda poi averlo come cittadino residente all’ estero, speriamo solo che il sole non espoda prima del previsto.
Viva l’ Italia una e di tutti !
Carmine Gonnella / La Voce Alternativa ( P.I.E.)