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Scuola, La Sicilia pagherà  il prezzo più alto

«Studenti docenti e famiglie in Sicilia stanno dando luogo in questi giorni ad una protesta civile con proposte serie e moderne. La Sicilia è la regione che viene penalizzata in modo pesante dal decreto Gelmini, più che le altre regioni e ancora una volta la tanto sbandierata autonomia siciliana viene umiliata». Lo ha dichiarato il senatore del Pd Giuseppe Lumia che ha aggiunto: «Era accaduto già pochi mesi fa coi fondi stanziati dal governo Prodi per le infrastrutture dell'Isola, poi stornati per coprire l'abolizione dell'Ici, e accade ancora una volta oggi coi provvedimenti adottati dal governo in materia di istruzione che producono delle forti ricadute negative e pesanti conseguenze soprattutto nell'Isola. E, mentre l'assemblea regionale vota contro il decreto Gelmini proprio perché le prerogative dell'autonomia siciliana, a Roma le stesse forze politiche votano a favore dello stesso decreto. Insomma, signori, magari anche capipolo, in Sicilia e servi a Roma».
«Ricordo – ha continuato – che il governo Prodi nel corso della XV legislatura aveva approvato, attraverso le due leggi finanziarie, provvedimenti importanti, volti a risolvere il problema della precarietà degli insegnanti.
Infatti, come noto, la legge n. 296 del 2006 (finanziaria 2007), aveva autorizzato l'immissione in ruolo di 150mila docenti e di 20mila unità di personale tecnico ausiliare (Ata) nel triennio 2007, 2008 e 2009, inoltre, la legge n. 244 del 2007 (finanziaria 2008) aveva previsto la stabilizzazione di circa 17mila insegnanti di sostegno e di ulteriori 10mila unità di personale tecnico ausiliare nel triennio 2008, 2009 e 2010.
Inoltre, secondo fonti ministeriali, il piano di assunzioni, così come previsto dalle suddette leggi finanziarie del precedente governo, aveva già avviato, nel giugno 2006, la stabilizzazione di 20mila docenti e di 3.500 unità di personale tecnico ausiliare (Ata) e nel maggio 2007 la stabilizzazione di 50 mila docenti e di 10 mila unità di personale tecnico ausiliare (Ata)».
«Basti ricordare – ha sottolineato – che nel solo anno scolastico 2008/09, nella scuola siciliana, l'aumento di 4-5 alunni per classe ha causato un taglio di 2626 posti di lavoro (2500 insegnanti e 126 personale Ata). Taglio confermato anche per il prossimo anno scolastico. Un dato fra tutti: a Palermo nell'anno scolastico 2008/09, nella scuola primaria, sono stati conferiti incarichi annuali solo a 60 docenti contro i 200 dell'anno scolastico 2007/08. Ma i tagli suindicati, ad abundantiam, subiranno un ulteriore aumento con l'introduzione dei provvedimenti contenuti ne decreto 112/2008, convertito nella legge n. 133 del 2008 (c.d. manovra d'estate) e applicato dai “decreti Gelmini”, i cui effetti saranno il ritorno al maestro unico per la scuola primaria; la riduzione delle ore di lettere e di tecnologia nella scuola secondaria di I grado; la riduzione dell'orario settimanale a 32 ore per gli istituti tecnici e professionale e a 30 per il licei; il taglio di 100 scuole, quelle “sottodimensionate” con meno di 500 alunni».
«In Sicilia – ha spiegato – questi provvedimenti porteranno ad una riduzione, complessivamente, di oltre 15mila posti di lavoro nei prossimi tre anni. Dato che si commenta da solo in una regione in cui la perdita del lavoro ha sovente risvolti drammatici. Voglio inoltre ricordare che l'aumento del numero degli alunni per classe, spesso in edifici scolastici fatiscenti e non a norma o in aule di dimensioni molto ridotte, ha comportato, in molte scuole, l'abbassamento della qualità dell'azione didattica e il rallentamento dei processi di apprendimento (in alcune scuole del centro storico di Catania e di Palermo le aule sovraffollate, con i banchi dei ragazzi addirittura a ridosso della cattedra, non consentono ai discenti di socializzare e di vivere la scuola come luogo educativo)».
«Senza dimenticare – ha concluso – che le provincie di Messina ed Enna sono composte per il 70% da territorio definito di montagna e che le riduzioni delle sedi scolastiche, previsti dai decreti n. 133 e n.137, in quei cosiddetti comuni di montagna, vedrà in queste provincie classi stracolme di alunni a discapito della loro crescita sociale e culturale. Identica situazione si ripeterà per le isole Egadi, Eolie, Pelagie, Pantelleria ed Ustica -classi piccole ma con numero elevato di alunni. Infine, l'applicazione della “riforma” Gelmini/Tremonti eliminerà definitivamente il precariato in Sicilia – non verranno assunti più supplenti – e creerà un elevato numero di soprannumerari, che saranno costretti ad essere utilizzati per le supplenze, con un devastante effetto sulla qualità della scuola e sulle professionalità dei lavoratori».

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