In merito al disastro “provocato” dalla pioggia, il segretario dell'Aduc, Primo Mastrantoni, ha inviato una lettera al Sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Ecco il testo.
Signor Sindaco,
il 22 maggio scorso, a proposito della pioggia e del conseguente blocco della citta', Le inviammo una lettera, che riproduciamo.
“Piove a Roma e la Capitale si blocca: strade allagate, tombini e caditoie straboccanti, sistema di illuminazione in tilt. Che piova poco o tanto, che ci siano le foglie o no, quando Giove Pluvio decide di versare un po' d'acqua, la Capitale d'Italia si trasforma in una citta' lagunare. Le solite cose che succedono da anni. Alcune operazioni per annullare, o quantomeno diminuire, l'impatto della pioggia sulla citta' ci sono: pulire tombini e caditoie. Servono soldi? Non necessariamente perche' il problema puo' essere risolto imponendo alle imprese che scavano (Acea, Italgas, Telecom, ecc.) di pulire anche i pozzetti del tratto di strada interessato allo scavo. Poiche' tutte le strade romane prima o poi saranno interessate dai lavori, il problema troverebbe soluzione nel volgere di qualche anno e senza costi aggiuntivi per la comunita'. Come s'impone alle ditte di ricoprire con l'asfalto superfici di strada maggiori della larghezza dello scasso da loro operato, cosi' si puo' imporre la ripulitura dei chiusini. Trovato l'uovo di Colombo? Certo! Ci permettiamo questo consigli al neo sindaco, Gianni Alemanno. L'alternativa e' di rivolgersi a Giove Pluvio invocandone la misericordia con qualche rito sacrificale.”
Siamo stati buoni profeti. Come puo' notare oltre alla protesta c'e' anche la proposta. Le ricordiamo che l'80% di tombini e caditoie della Capitale sono ostruiti e che, alla prossima pioggia, succedera' quello che e' gia' avvenuto. Provi ad immaginare i danni economici che subiscono i cittadini a causa dell'incuria dell'Amministrazione comunale da Lei diretta. Qualche cittadino, che paga le tasse per avere servizi, potrebbe decidere di chiederLe i danni.