La condanna a 845 mila euro di multa che l'Antitrust ha inflitto a Trenitalia (1) e' una doppia batosta per gli italiani.
La prima botta. Da una parte l'istruttoria dell'Autorita' conferma che Trenitalia si comporta come una societa' che ha nel proprio Dna la propensione a fregare i propri clienti. L'Antitrust ha rilevato pratiche commerciali scorrette in piu' ambiti, a cominciare dalle menzogne che vengono raccontate per evitare il rimborso a seguito di un treno in ritardo. L'Antitrust ha calcolato che solo il 23% degli aventi diritto hanno ottenuto il bonus nel febbraio 2008. Tra l'altro, Trenitalia ha avuto un atteggiamento tutt'altro che collaborativo. Scrive l'Antitrust: “Non ritenendo esaurienti le informazioni fornite da Trenitalia sulle modalita' di gestione dei ritardi … in data 9 aprile 2008, e' stata richiesta la collaborazione del Nucleo speciale della Guardia di finanza”. Insomma, per ottenere dei dati da un'azienda pubblica, l'Antitrust deve sguinzagliare la Finanza, alla faccia della trasparenza.
La seconda botta. Gli 845 mila euro di multa finiranno per essere pagati da tutti gli italiani, compresi i passeggeri che quotidianamente hanno il piacere di viaggiare puntualmente in ritardo sugli sporchi treni. Dubitiamo che i responsabili delle procedure irregolari verranno sanzionati… perche' dovrebbero, tanto paga Pantalone.
Di fronte a queste inadempienze e balle, ci vien ancora piu' da sorridere amaro per l'iniziativa dell'amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti, che aveva pensato di cacciare i cani dai treni in quanto responsabili della sporcizia (2). E' una vergogna che somiglia tanto allo stile Alitalia. Alla faccia della bonta' della gestione pubblica e dell'italianita'.
(1) L'Antitrust da' cinque sberle a Trenitalia: sanzioni per 845 milioni di euro
(2)http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=232609